Lo zibaldone
di Gesuino Murru
COMUNITÀ MONTANA
È stata inaugurata a Sinnai, il 21 novembre scorso, la nuova sede della
XXIV Comunità "Serpeddì".
La cerimonia, regolarmente disertata dal Presidente della UNCEM Regionale,
dall'assessore Regionale alla Difesa dell'Ambiente e dal Presidente
della Provincia di Cagliari, pur citati nel programma (l'importante
è essere menzionati nelle locandine che, arrivando nelle mani del pubblico,
procurano notorietà e pubblicità gratuite), doveva svolgersi in due
distinte fasi: la prima, benedizione e inaugurazione dei locali, ampi
e abbondanti, anche se destinati a rimanere per la maggior parte del
tempo semivuoti, considerata la scarsità di personale a disposizione;
la seconda, prevista per il giorno seguente nella incantevole cornice
dei monti attorno i Sette Fratelli, avrebbe voluto essere una sorta
di "riedizione" della manifestazione "Botteghe in Piazza", con l'obiettivo
di far conoscere ed apprezzare i prodotti tipici alimentari e artigianali
dei comuni inclusi nella Comunità Montana, ma è stata rinviata a causa
delle avverse condizioni del tempo.
L'iniziativa si può giudicare molto interessante ma insufficiente a
creare sviluppo economico e occupazione, almeno fino a quando alle "megastrutture
commerciali", specie quelle provenienti dal continente e dall'estero,
non verrà imposto di commercializzare - oltre ai prodotti "forestieri"
- anche quelli della Sardegna, che non sono secondi a nessuno.
Tra i compiti della Comunità Montana riteniamo debbano comprendersi
sia l'opera di sensibilizzazione al problema sia un'adeguata campagna
pubblicitaria a sostegno dei prodotti locali in genere.
STRADE CHE SCOMPAIONO
Tra i fenomeni normali e paranormali del nostro tempo, finora, non
mi era ancora accaduto di assistere alla scomparsa di una .... strada.
Sissignori, e di una strada che da un secolo e più è codificata nelle
mappe catastali. Si tratta della strada campestre "comunale" dal nome
non proprio elegiaco (su pixiadroxiu de is cuaddus), scomparsa nel tratto
che dall'attraversamento del rio "Is Cungiaus", nel territorio di Quartucciu,
porta al suo ricongiungimento con sa bia è Mara.
Che fine abbia fatto spetta agli amministratori comunali verificarlo,
con l'ausilio dei tecnici comunali.
CONVEGNO SULLA LINGUA SARDA
Un importante seminario, organizzato dal 19 al 22 novembre alla Fiera
dalla Regione Sarda, avente per oggetto l'educazione bilingue dei Sardi
e il confronto di questi con altre minoranze linguistiche europee, ha
consentito ai partecipanti di conoscere attraverso quali esperienze
Popolazioni minoritarie quali quelle catalana, galega, gallese, basca,
celtica, bretone, et a., hanno raggiunto, o stanno per raggiungere,
l'obiettivo di potersi liberamente esprimere in tutti gli aspetti della
convivenza civile nelle regioni che abitano, con la loro lingua originale.
Un grosso passo avanti ha fatto anche la Sardegna con l'approvazione,
da parte del Governo Regionale, della Legge 26/97 di tutela della Lingua
Sarda. Ma ad un attento osservatore non possono essere sfuggite le divergenze
che tuttora esistono tra i "difensori" della Lingua Sarda i quali, lungi
dall'adoperarsi per la concreta attuazione delle rilevanti opportunità
offerte dalle norme della legge 26, si dilaniano sul dilemma: campidanese
sì campidanese no, arrivando ad accusare il prof. Eduardo Blasco Ferrer
- uno degli più seri studiosi di lingua e grammatica sarda - di essere
uno straniero e come tale di non essere in grado di proporre soluzioni.
Con queste premesse e in mano a questi pseudo-difensori della Lingua
Sarda temiamo che l'attuazione della legge 26 non avrà cammino facile.
POLEMICHE STERILI
Mi considero fortunato per non essere stato destinatario di uno dei
mille "numeri-unici-gratuiti" che, giustificati come omaggio a Mons.
Raffaele Piras Vescovo, sono stati inviati a cittadini di Quartucciu.
In verità il Vescovo è stato solo lo spunto per una scomposta e sterile
polemica contro un altro nostro concittadino, reo soltanto di aver assunto
iniziative che altri, per incapacità o scarso spirito di intraprendenza,
non hanno voluto assumere. La qual cosa non credo debba essere condannata:
guai a lasciare spazi vuoti: c'è sempre il rischio che chi si muove
in ritardo li trovi già occupati.
Personalmente, mi reputo un amico dell'estensore del volantino, del
quale non metto in dubbio le capacità, peraltro già dimostrate a sufficienza.
Ritengo però che troppi "io sono", "io faccio", "io dico" contrapposti
a ipotetiche iniziative concorrenziali siano non solo fuori luogo ma
disdicevoli per un uomo di cultura quale egli si reputa.
Sono del parere che chiunque sia in grado di agire e di realizzare,
non deve servirsene contro qualcuno ma a favore di qualche nobile scopo,
ad esempio per favorire la crescita culturale, civile e morale della
popolazione alla quale si rivolge. Certamente il volantino dell'amico
Corona va in tutt'altra direzione, cercando di far presa sui sentimenti
meno elevati delle persone.
Né i Quartucciai né Monsignor Piras - sono certo - meritano di essere
accomunati ad iniziative di basso profilo.
PIANO ACQUE REGIONALE
Era apparsa agli inizi dell'estate scorsa sulla stampa, titolata "APPALTATI
LAVORI PER OLTRE 80 MILIARDI", la notizia sui lavori di collegamento
dell'impianto dei reflui civili sull'area urbana di Cagliari e Comuni
limitrofi al serbatoio (sic!) di Simbirizzi e costruzione del relativo
impianto di defosfatazione, per una spesa totale di circa 19 miliardi.
E a questo alludeva qualche giorno fa il Presidente Palomba, in una
intervista al TG regionale, parlando di Piano acque e di progetti della
Regione per sconfiggere i problemi legati alla siccità nell'Isola.
Sessanta milioni di metri cubi d'acqua riciclata che si riverseranno
sulle campagne del Basso Campidano, inondandole di .... reflui depurati.
E qui si pone il problema. Noi abbiamo fiducia nella Scienza, ma non
ne abbiamo abbastanza negli uomini: chi ci assicura che in caso di errore
degli operatori o di guasto dei macchinari, sempre possibile, il flusso
verrà tempestivamente interrotto, al fine di evitare che gli scarichi
fognari passino, senza depurazione, da Is Arenas direttamente al Simbirizzi
e da qui nelle nostre campagne?
Si è preso nella giusta considerazione il pericolo che un evento di
tale gravità potrebbe rappresentare per la salute delle popolazioni
interessate?
E gli ambientalisti, sempre pronti a preoccuparsi (giustamente) della
salute del Molentargius e della sua fauna, non ritengono di doversi
preoccupare - di tanto in tanto - anche della razza umana?
Il fabbisogno accertato per le campagne del Basso Campidano, secondo
stime del Consorzio di Bonifica, è di circa 30 milioni di metri cubi
d'acqua all'anno, mentre agli impianti industriali ne vanno circa 25
milioni di metri cubi.
Non risulta che detti impianti industriali abbiano bisogno di acqua
"potabile" per funzionare. Allora perché non utilizzare le acque reflue
"depurate" per gli impianti industriali, recuperando all'agricoltura
quei 25 milioni di metri cubi d'acqua?
Attendiamo smentite e precisazioni, ma per il momento il Piano Acque
è e resta un piano acque .... di fogna.
CENTRO STORICO
Con l'approvazione della legge che disciplina "la tutela e la valorizzazione
dei Centri Storici" da parte del Consiglio Regionale, nella seduta del
10 ottobre 1998, la Regione partecipa con finanziamenti propri al recupero
del patrimonio storico-urbanistico dei Comuni sardi in regola con gli
strumenti attuativi, quali piani particolareggiati e regolamenti edilizi
d'intervento.
La Casa Cossu, una delle poche strutture che sarà
possibile restaurare con fondi pubblici (foto G.Luca Casu)
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Il bilancio Regionale ha previsto a tale scopo una posta di 150 miliardi
spendibile in tre anni, dal 1998 al 2000, cioè 50 miliardi l'anno. Dei
50 miliardi stanziati per il 1998, ben 21 miliardi serviranno a finanziare
le ristrutturazioni nel Centro Storico di Cagliari.
.... E Quartucciu?
Dopo una riunione convocata dall'Amministrazione Comunale nello scorso
mese di marzo, alla presenza dei Tecnici incaricati di redigere il Piano,
dove sembrava che l'annoso problema del recupero delle case fatiscenti
del Centro Storico fosse in fase di risoluzione, è di nuovo sceso il
silenzio.
I bene informati parlano di "forti divergenze" in seno alla maggioranza
che impediscono a questo importante strumento di pianificazione di arrivare
in Consiglio Comunale per l'approvazione definitiva. Le negative esperienze
del passato non sono servite a niente, dunque.
Già il ritardo ultradecennale nell'approvazione del PUC aveva creato
forti tensioni tra amministratori e cittadini, oltre che rilevanti perdite
economiche a danno di questi ultimi. Oggi, nonostante una legge Regionale
favorevole, ai cittadini di Quartucciu sono preclusi i finanziamenti
agevolati e i contributi finalizzati agli interventi in Centro Storico
a causa della colpevole inerzia dell'Amministrazione.
Da ottimisti quali siamo, non possiamo non augurarci che le divergenze
tra Amministratori vengano appianate e che i disfattisti vengano messi
in condizione di non nuocere ulteriormente, ritardando, col loro comportamento,
l'adozione di uno strumento indispensabile e foriero di sviluppo urbano
e sociale, dal quale ci attendiamo - oltre al recupero edilizio delle
strutture - il reinserimento di tutta una serie di attività artigianali
e di servizi compatibili con gli spazi dei Centri Storici, da tempo
cadute in disuso.