Agricoltura e educazione ambientale
: l'azienda agricola biologica come laboratorio permanente di ducazione
ambientale
A scuola dal contadino
di Maria Luisa
Ledda
Ciascuno di noi guarda il mondo e interpreta gli
avvenimenti dal suo peculiare punto di osservazione, individuato dal
contesto territoriale, familiare e sociale in cui vive. È chiaro che
la visione del mondo e delle relazioni tra le sue componenti di un agricoltore
sono diverse dalla visione del mondo del suo vicino che lavora in un
impianto petrolchimico. Per l'agricoltore le stagioni sono strettamente
correlate con i cicli produttivi della sua azienda, mentre per il suo
vicino potrebbero essere correlate esclusivamente con la distribuzione
delle ferie. Visioni entrambe legittime se pur così diverse.
Io sono agronoma e il mio punto di osservazione privilegiato
del mondo è l'agricoltura. Attraverso lo studio e il lavoro nel settore
agricolo conosco e interpreto alcuni aspetti della realtà. Tra gli aspetti
salienti della realtà attuale a cui nessuno può sfuggire vi è il costante
e crescente degrado dell'ambiente su scala planetaria. Non c'è purtroppo
nessun angolo della Terra che sfugga ad azioni di degrado esercitate
da processi produttivi inquinanti, anche se realizzati in alcuni casi
a migliaia di km di distanza.
I processi produttivi e gli stili di vita che si sono
affermati negli ultimi decenni sono impostati partendo dall'assunto
che le risorse naturali e quindi il suolo, l'aria, l'acqua e le fonti
di energia fossili sono risorse rinnovabili e illimitate: l'attacco
massiccio, che esse hanno subito da parte di prodotti chimici di neosintesi
e interventi meccanici resi possibili da macchine sempre più potenti,
ha messo in evidenza l'infondatezza di questo presupposto e l'insostenibilità
dell'attuale modello di sviluppo.
(foto P.Boi)
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La risposta della Terra all'uso indiscriminato delle sue
risorse è la desertificazione che sta interessando diverse aree agricole
del mondo; sono i cambiamenti climatici che rendono sempre più incerta
la produzione agricola, e la sempre maggiore difficoltà a trovare acque
potabili.
Dalla mia finestra sul mondo vedo come l'agricoltura partecipa
all'attuale sistema di utilizzo delle risorse naturali. L'agricoltura
è per eccellenza l'attività umana di intervento sulla natura. Dall'interazione
con la terra, le piante, gli animali e il clima l'uomo ricava direttamente
cibo, vestiti, utensili oppure un reddito in termini monetari.
L'impatto ambientale dell'agricoltura che oggi viene definita
convenzionale è elevato. I pesticidi e i concimi di sintesi al pari
dei gas emessi dalle industrie inquinano la Terra e ci fanno ammalare;
in sinergia con la monocoltura distruggono la biodiversità.
Questa constatazione stimolò in me, ancora studentessa,
una domanda: "Come fare agricoltura riducendo il suo impatto sull'ambiente?";
la risposta era in parte già scritta nei testi di agronomia del passato,
quando l'agricoltore non disponeva di concimi di sintesi e doveva utilizzare
i concimi aziendali come il letame e valorizzare le risorse naturali
come la capacità di fissare l'azoto atmosferico da parte delle leguminose,
che per questo entravano rigorosamente in rotazione con i cereali.
Altre risposte sono venute dai ricercatori sulla base
di conoscenze sempre più approfondite sul mondo naturale. La scoperta
delle sostanze emesse dagli insetti per comunicare tra loro (feromoni)
ha permesso di realizzare trappole in cui i feromoni sessuali vengono
utilizzati per la loro cattura in massa.
La risposta è venuta da tutti coloro che ponendosi la
domanda prima di me hanno dato vita al movimento per l'agricoltura biologica
che ha avviato circa 20 anni fa la discussione e la sperimentazione
sui principi e le tecniche per un'agricoltura che rispetta l'ambiente.
Dal loro lavoro è nato un corpo di norme relativamente omogeneo a livello
internazionale. L'agricoltura a basso impatto ambientale per eccellenza
si chiama agricoltura biologica nei paesi latini e agricoltura organica
nei paesi anglofoni.
L'agricoltura biologica è codificata con uno specifico
Regolamento comunitario (Reg. CEE 2092/91) e incentivata con regolamenti
come il 2078/92, che stabiliscono gli aiuti alle aziende che praticano
l'agricoltura biologica. Oggi in Sardegna ci sono circa 5.000 aziende
biologiche.
L'azienda agricola è un'unità produttiva in cui la coesistenza
e l'interazione della natura con la cultura umana sono chiare e facilmente
identificabili. Per questo l'azienda agricola si può considerare un
laboratorio di educazione ambientale per eccellenza. L'azienda agricola
condotta col metodo biologico è a questo riguardo ancora più qualificata,
in quanto i singoli processi produttivi che in essa si realizzano e
nel complesso la sua gestione sono impostati verso il maggior rispetto
possibile della natura.
Nell'azienda biologica entrano a pieno titolo accanto
alle nuove tecniche ecocompatibili molte tecniche che fanno parte della
nostra tradizione agricola e che oggi come in un passato non ancora
remoto, permettono di ottenere cibi sani e gustosi.
I conduttori di alcune aziende biologiche, consapevoli
del ruolo sociale che un'azienda agricola biologica può avere nel divulgare
la conoscenza e la salvaguardia dell'ambiente, hanno deciso di aprire
le loro aziende e di attrezzarle, trasformandole in laboratori di educazione
ambientale fruibili da parte di tutti i cittadini e in primo luogo i
giovani. Affinché la visita all'azienda non si risolva in una semplice
scampagnata, hanno strutturato dei percorsi didattici che introducono
il visitatore nell'affascinante mondo delle produzioni agricole. Sotto
la guida di contadini o allevatori esperti si può apprendere e sperimentare
l'importanza delle siepi quali alloggio di insetti utili, come condurre
un orto biologico, come fare il formaggio.
Nelle aziende attrezzate per l'educazione ambientale trovano
spesso spazio attrezzi fondamentali della vita contadina del passato,
alcuni dei quali ancora in uso come i mulini con le mole di pietra in
cui il grano biologico viene tuttora macinato per essere trasformato
in ottimo pane.
Un'agronoma come me non può che invitarvi a visitare un'azienda
biologica.
Maria Luisa Ledda