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Quaderni di Quartucciu
Anno III - Numero 10 - Marzo 1999
 

 

Agricoltura e educazione ambientale : l'azienda agricola biologica come laboratorio permanente di ducazione ambientale

A scuola dal contadino
di Maria Luisa Ledda


Ciascuno di noi guarda il mondo e interpreta gli avvenimenti dal suo peculiare punto di osservazione, individuato dal contesto territoriale, familiare e sociale in cui vive. È chiaro che la visione del mondo e delle relazioni tra le sue componenti di un agricoltore sono diverse dalla visione del mondo del suo vicino che lavora in un impianto petrolchimico. Per l'agricoltore le stagioni sono strettamente correlate con i cicli produttivi della sua azienda, mentre per il suo vicino potrebbero essere correlate esclusivamente con la distribuzione delle ferie. Visioni entrambe legittime se pur così diverse.

Io sono agronoma e il mio punto di osservazione privilegiato del mondo è l'agricoltura. Attraverso lo studio e il lavoro nel settore agricolo conosco e interpreto alcuni aspetti della realtà. Tra gli aspetti salienti della realtà attuale a cui nessuno può sfuggire vi è il costante e crescente degrado dell'ambiente su scala planetaria. Non c'è purtroppo nessun angolo della Terra che sfugga ad azioni di degrado esercitate da processi produttivi inquinanti, anche se realizzati in alcuni casi a migliaia di km di distanza.

I processi produttivi e gli stili di vita che si sono affermati negli ultimi decenni sono impostati partendo dall'assunto che le risorse naturali e quindi il suolo, l'aria, l'acqua e le fonti di energia fossili sono risorse rinnovabili e illimitate: l'attacco massiccio, che esse hanno subito da parte di prodotti chimici di neosintesi e interventi meccanici resi possibili da macchine sempre più potenti, ha messo in evidenza l'infondatezza di questo presupposto e l'insostenibilità dell'attuale modello di sviluppo.


(foto P.Boi)

La risposta della Terra all'uso indiscriminato delle sue risorse è la desertificazione che sta interessando diverse aree agricole del mondo; sono i cambiamenti climatici che rendono sempre più incerta la produzione agricola, e la sempre maggiore difficoltà a trovare acque potabili.

Dalla mia finestra sul mondo vedo come l'agricoltura partecipa all'attuale sistema di utilizzo delle risorse naturali. L'agricoltura è per eccellenza l'attività umana di intervento sulla natura. Dall'interazione con la terra, le piante, gli animali e il clima l'uomo ricava direttamente cibo, vestiti, utensili oppure un reddito in termini monetari.

L'impatto ambientale dell'agricoltura che oggi viene definita convenzionale è elevato. I pesticidi e i concimi di sintesi al pari dei gas emessi dalle industrie inquinano la Terra e ci fanno ammalare; in sinergia con la monocoltura distruggono la biodiversità.

Questa constatazione stimolò in me, ancora studentessa, una domanda: "Come fare agricoltura riducendo il suo impatto sull'ambiente?"; la risposta era in parte già scritta nei testi di agronomia del passato, quando l'agricoltore non disponeva di concimi di sintesi e doveva utilizzare i concimi aziendali come il letame e valorizzare le risorse naturali come la capacità di fissare l'azoto atmosferico da parte delle leguminose, che per questo entravano rigorosamente in rotazione con i cereali.

Altre risposte sono venute dai ricercatori sulla base di conoscenze sempre più approfondite sul mondo naturale. La scoperta delle sostanze emesse dagli insetti per comunicare tra loro (feromoni) ha permesso di realizzare trappole in cui i feromoni sessuali vengono utilizzati per la loro cattura in massa.

La risposta è venuta da tutti coloro che ponendosi la domanda prima di me hanno dato vita al movimento per l'agricoltura biologica che ha avviato circa 20 anni fa la discussione e la sperimentazione sui principi e le tecniche per un'agricoltura che rispetta l'ambiente. Dal loro lavoro è nato un corpo di norme relativamente omogeneo a livello internazionale. L'agricoltura a basso impatto ambientale per eccellenza si chiama agricoltura biologica nei paesi latini e agricoltura organica nei paesi anglofoni.

L'agricoltura biologica è codificata con uno specifico Regolamento comunitario (Reg. CEE 2092/91) e incentivata con regolamenti come il 2078/92, che stabiliscono gli aiuti alle aziende che praticano l'agricoltura biologica. Oggi in Sardegna ci sono circa 5.000 aziende biologiche.

L'azienda agricola è un'unità produttiva in cui la coesistenza e l'interazione della natura con la cultura umana sono chiare e facilmente identificabili. Per questo l'azienda agricola si può considerare un laboratorio di educazione ambientale per eccellenza. L'azienda agricola condotta col metodo biologico è a questo riguardo ancora più qualificata, in quanto i singoli processi produttivi che in essa si realizzano e nel complesso la sua gestione sono impostati verso il maggior rispetto possibile della natura.

Nell'azienda biologica entrano a pieno titolo accanto alle nuove tecniche ecocompatibili molte tecniche che fanno parte della nostra tradizione agricola e che oggi come in un passato non ancora remoto, permettono di ottenere cibi sani e gustosi.

I conduttori di alcune aziende biologiche, consapevoli del ruolo sociale che un'azienda agricola biologica può avere nel divulgare la conoscenza e la salvaguardia dell'ambiente, hanno deciso di aprire le loro aziende e di attrezzarle, trasformandole in laboratori di educazione ambientale fruibili da parte di tutti i cittadini e in primo luogo i giovani. Affinché la visita all'azienda non si risolva in una semplice scampagnata, hanno strutturato dei percorsi didattici che introducono il visitatore nell'affascinante mondo delle produzioni agricole. Sotto la guida di contadini o allevatori esperti si può apprendere e sperimentare l'importanza delle siepi quali alloggio di insetti utili, come condurre un orto biologico, come fare il formaggio.

Nelle aziende attrezzate per l'educazione ambientale trovano spesso spazio attrezzi fondamentali della vita contadina del passato, alcuni dei quali ancora in uso come i mulini con le mole di pietra in cui il grano biologico viene tuttora macinato per essere trasformato in ottimo pane.

Un'agronoma come me non può che invitarvi a visitare un'azienda biologica.

Maria Luisa Ledda


Maria Luisa Ledda è laureata in Agraria all'Università di Sassari. Opera nel campo dell'agricoltura biologica da 10 anni e attualmente è Coordinatrice della Commissione Tecnica dell'ARPA-AIAB Sardegna ONLUS, la prima e la più grande associazione per l'agricoltura biologica in Sardegna. Da diversi anni svolge attività di divulgazione presso le scuole e gli operatori agricoli. È autrice, insieme al Dr. Ignazio Cirronis, Presidente dell'associazione, del libro "Agricoltura Biologica Sarda: un percorso di educazione ambientale" Ed. ARPA-AIAB Sardegna.


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