Agli
"ingegneri" di Piazza D'Armi non piace studiare Fondamenti d'Informatica.
8
marzo: festa alle donne
di Gianni Manis
Otto
e dieci del mattino.
Non ho mai capito
come si possa pensare a niente. Passeggio nel giardino della Facoltà
e penso di non pensare.
Sono sempre
stato un bambino curioso; anche oggi lo sono, curioso. Leggo
tutto quello che incontro con lo sguardo, "Gromiko boia" è sempre lì,
"l'importante è uscirne....sani". Anche.
Saluto il preside
Carta, nessuno se ne cura: "Carneade! Chi era costui?" Dal portone di
Trasporti un manifesto celeste mi avvisa di qualcosa per oggi 8 marzo:
"sì, lo so, è la festa della donna. Negli anni '70 urlavano "è mia e
me la gestisco io".....per qualcuna era un problema; anche riuscire
a piazzarla, racconta Biagi.
E oggi? Sì,
le mimose.... mi siedo, posso leggerlo da qui.... No, non vedo nulla...."
Vinco l'inerzia, una Bmw mi cerca il parcheggio addosso, ma raggiungo
il manifesto: "ore 10, assemblea di studenti in aula magna su Fondamenti
d'Informatica".
Quasi centro, bravo:
"festa, alle professoresse di Fondamenti". Non ci voglio pensare,
è il mio esame e inizia tra un po'....
Mezzogiorno
e dieci.
Mi fischia la testa: "la successione di caratteri A N N A avrebbe
mandato tutto all'aria". Anche l'esame. Comunque ho puntato avanti
sulla L e indietro sulla S quando (e se) C stava sulla seconda A e L
portava una M.
"È la terza
assemblea di cui vengo a conoscenza. Che cosa a-vranno da dire e ridire
su questo esame?"
Il rappresentante
degli studenti F. Mascia (anche in rappresentanza di F. Locci) ha espresso
le ragioni del malessere davanti al Senato Accademico del nostro ateneo
(il giorno 16/12/1998). Problema: "dalla Facoltà di Ingegneria si
è verificata una fuga di studenti verso la Facoltà di Economia, avente
come scopo il sostenere l'esame di Informatica Generale, tenuto dal
professor Melis, al posto di quello di Fondamenti di Informatica, tenuto
dalle professoresse Giuseppina Bellu e Valeria Flore.[...] questo è
sintomo di una patologia".
Proposte d'intervento.
1. "In vista
della riforma degli studi universitari, che lascia una più giusta libertà
allo stu-dente di decidere il proprio percorso formativo a guisa del
proprio interesse culturale dominante, si chiede al Senato che deliberi
la possibilità di scegliere più liberamente i corsi all'interno dei
settori disciplinari [....]"
2. "Si chiede
che venga riconosciuto l'esame di Informatica Generale agli studenti
di Ingegneria che l'hanno sostenuto senza nessun tipo di "prova integrativa"
sulla programmazione, come invece vorrebbero fare i CCCS di Civile e
Edile. Si ritiene infatti che questa decisione sia arbitraria e illegittima,
oltre che non rispettosa del fatto che gli studenti di cui sopra sono
stati "spinti" ad una decisione di questo tipo."
3. "Si domanda
altresì che il Senato inviti i CCCS e la Facoltà a rivedere il programma
di Fondamenti di Informatica [....]. Ciò in quanto gli studenti di Ingegneria
hanno bisogno di un corso adeguato al presente e rispettoso del fatto
che l'interfaccia oggi offerta dal computer non è più quella del Vic20,
se è vero che a suo tempo l'unica possibilità di dialogo con il calcolatore
era quella del linguaggio macchina, mentre oggi è quella WIN 98, di
Office, di Autocad, ecc. [....]"
Non sono mai
stato uno scienziato informatico. Da bambino giocavo a pallone e suonavo
la chitarra alla messa; e i miei non avrebbero potuto comprarmi un Vic20,
neanche un Commodor o un Amiga.
Oggi riesco
a far girare una "testa vuota" come fosse una macchina addestrata, anche
grazie al corso di Fondamenti d'Informatica. E continuo a non capire
quali inquietudini possano pervadere l'animo di qualche giovane collega.
Lo ammetto:
ho avuto la tentazione di bollare tutto con un "trilussiano" "voja
de lavora' sartame addosso" e andarmene tra le anatre di Monte Urpinu.
Comunque, visto che ho deciso di dare la notizia, cerco di esprimere
la mia opinione con dignità.
Libertà è principio
assoluto. Libertà
non è né giusta, né di più e né di meno. Libertà
è libertà. E la cultura
dominante non c'entra un fico secco.
Domandine:
c'è libertà quando, posti davanti ad un problema, ci si rende conto
di non possedere gli strumenti tecnici e, soprattutto, culturali che
consentano di "acchiappare" la soluzione?
E quando, attestata
la scarsa preparazione degli studenti o chissà "cos'altro", diventa
obbligatorio un tirocinio di tre anni, "a gratis" e "murrungiato",
come per i dottori commercialisti?
Oppure quando,
per dar credito agli studi fatti, è necessario frequentare masters o
corsi post-laurea?
Io credo di
no.
Per questo
ritengo errata l'analisi fatta del fenomeno: ciò che è stato definito
sintomo è, in realtà, patologia; mentre alcune proposte di intervento
(la 3) sono temi sui quali bisognerebbe cimentarsi, magari reimpostando
tutto il ragionamento in termini di "pari opportunità" e "solidarietà",
e cercando un dialogo corretto, sereno e sincero con il CCCS e, soprattutto,
con le docenti.
In tal modo
-ne sono convinto- certe "inquietudini" non apparirebbero ciò
che, probabilmente, non vogliono essere: richiesta di legittimazione
di una "furbata" certificata.
Gianni Manis