Elezioni regionali e dintorni
Fumata nera per Quartucciu alle recenti
elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale.
di Gesuino Murru
Nessuno dei candidati locali proposti
all'attenzione dei cittadini ha riscosso successo. (vedi riquadri)
Non regge il discorso che quattro candidati locali fossero
troppi: tutti insieme totalizzano solo 1059 voti di preferenza a fronte
di 5292 voti validi, cioè appena un quinto di questi voti è andato ai
candidati di Quartucciu. I rimanenti voti, anche divisi per due, avrebbero
consentito l'elezione di due consiglieri.
Naturalmente, un ragionamento di tal fatta (che un mio
amico filosofo definirebbe "tautologico" cioè "a pera"), prescinde dal
fatto che essendo il nostro un sistema democratico, i cittadini possono
organizzarsi in più partiti e votare in piena libertà per uno di essi
a piacimento. D'altronde 16 liste e 384 candidati nella circoscrizione
provinciale di Cagliari, dove erano disponibili 30 posti, non sono la
fine del mondo……
Superate le ideologie (ma chi l'ha detta queste fesseria?),
nessun ostacolo si frappone al travaso di voti da destra a sinistra
ovvero da sinistra a destra, passando per il centro.
Ora conta la persona, dicono.(altra fesseria).
A Quartucciu, per esempio, Forza Italia -su 1159 voti
di lista- ne ottiene circa 400 senza preferenza. Voto di protesta, dunque?
Voglia di cambiare? Forse.
Ma quale fascia sociale si sente più attratta dal movimento
di Berlusconi? I giovani, gli studenti, i disoccupati? Gli operai, gli
anziani, gli impiegati? Le casalinghe? O gli arrabbiati, per un motivo
o per un altro? Oppure il variegato popolo television-dipendente degli
spettacoli quotidiani dei giochi a quiz?
E' un fenomeno sociale, certamente, e di costume alle
cui origini sta una caduta di ideali, di valori in cui credere e per
cui vale la pena di impegnarsi, ma per troppo tempo impunemente calpestati
da politici spesso mediocri e caratterialmente ad alta percentuale di
litigiosità.
Forse è giunto il momento, specie per la sinistra (ma
non solo per essa), di tornare alle ideologie, intendendo per ideologia
non una posizione sciovinistica al di fuori della quale tutti hanno
torto, ma un ben definito "PROGETTO POLITICO" teso al conseguimento
del bene comune attraverso la elaborazione di tesi economiche realistiche
e assetti Sociali equilibrati senza le demonizzazioni di marxiana memoria,
ma anche senza cedere alle prevaricazioni tipiche di un capitalismo
becero e ottuso, sempre in agguato, che oggi tenta di riprendere il
sopravvento a tutti i livelli edulcorandolo con l'american dream, il
sogno americano.
Forse è il caso di ipotizzare una società "giusta" identificando
e codificando i criteri per definirla giusta e individuando i metodi
, strettamente democratici , per raggiungere l'obiettivo inquadrato
in una visione federalista della Organizzazione dello Stato pur sempre
compatibile con la sua irrinunciabile unità, capace di ottenere consensi
per la bontà del progetto e non per la parte che l'ha ispirato.
Attorno a questo ideale di società sarà possibile ricostruire
una nuova identità vincente a sinistra (o vincente punto e basta), messa
oggi in difficoltà più per le improvvisazioni, le rinunce e i tentennamenti
dei suoi leader che per le eccelse capacità dell'altra parte politica:
Alla quale rimane comunque il privilegio, oggi in Sardegna, non avendo
finora amministrato la Regione, di godere di una premiante verginità
nella gestione del "Palazzo" e di poter promettere miracoli ai Sardi
negli anni a venire.
Il ballottaggio, pur con un sistema elettorale "indigno"
quale quello vigente, ad effetto paracadute a tutela di chi perde, ha
innegabilmente favorito col 53% dei consensi il centrodestra: Mauro
Pili sostiene con forza l'esistenza di una "via sarda allo sviluppo"
che egli intende percorrere fino in fondo.
Noi abbiamo dei forti dubbi che , in tempi di cosidetta
globalizzazione delle economie, gambali e berritta possano trasformarsi
in fattore di sviluppo.
E se lo lasciassimo provare?
Gesuino Murru