Un
anno tra Koenig
e Hall 9000
di Luciano Mei
Matematicamente
non appartiene al terzo millennio, ma si scrive col 2 davanti, come
tutti i prossimi 999; e poi non si può imbrigliare la mente umana tra
le rigide regole dell'aritmetica… .
Così, l'anno che
stiamo vivendo è stato sempre concepito come l'inizio, e non la fine,
di una nuova era, e il numero che lo identifica, duemila, è diventato
sinonimo di ideale di futuro e di progresso.
Arrivati alla fatidica
soglia del terzo millennio ci guardiamo attorno alla ricerca di segni
tangibili di quel progresso, provando un po' di delusione per le tante
aspettative infrante e un po' di nostalgia per quello che emotivamente
avvertiamo come un appuntamento mancato.
In passato, sono
state formulate tantissime ipotesi sull'aspetto di questo anno ideale,
alcune erano inverosimili anche quando furono concepite, altre erano
talmente accurate da essersi rivelate quasi profetiche.
Il genere letterario
che più si cimenta nelle speculazioni sul futuro è la Fantascienza,
e sono proprio questo tipo di racconti i responsabili di quel pizzico
di inadeguatezza che tanti avvertono nel riflettere sull'epico traguardo
temporale che stiamo attraversando.
In
Italia la Science Fiction non gode dello stesso seguito che ha nei paesi
anglosassoni, ma grazie alle opere cinematografiche e televisive anche
nel nostro paese si è diffusa la visione di un futuro prossimo, identificato
con l'espressione "nel duemila", in cui, la tecnologia e il progresso
avrebbero risolto molti dei problemi che affliggono l'umanità e, più
in piccolo, la mostra vita quotidiana.
Particolarmente espressivi di quelle che erano, una trentina di anni
fa, le aspettative per il futuro sono il film "2001: Odissea nello spazio"
(1968) e la serie televisiva "Spazio 1999" (1974-1976), che, anche nei
titoli, esprimono la prossimità alla tappa epocale rappresentata dall'anno
in corso.
La prima cosa che attira l'attenzione in entrambi i racconti, per lo
stridente contrasto con la realtà, è l'enorme ottimismo manifestato
dagli autori nel concepire i progressi dell'astronautica.
Eppure quelle previsioni sembravano, all'epoca, assolutamente plausibili.
Per comprendere questo fatto occorre ripercorrere le tappe della corsa
allo spazio che ha caratterizzato la seconda metà del secolo appena
trascorso (o che si sta per concludere, per i più matematici).
In
soli 12 anni si era passati dal lancio in orbita del primo satellite
artificiale (Sputnik I, 04/10/1957) al primo sbarco dell'uomo sulla
Luna (Apollo XI, 21/07/1969)! Era logico quindi attendersi, nei successivi
30 anni, nuove e più ardite conquiste come: la realizzazione di enormi
stazioni orbitali a forma di ruota; la costruzione di basi e avamposti
sulla Luna; l'esplorazione del sistema solare con astronavi guidate
da un equipaggio umano; la colonizzazione di Marte.
L'esplorazione
umana dello spazio, invece, si è rivelata troppo costosa per poter essere
proseguita agli stessi ritmi degli anni sessanta, e con la missione
Apollo XVII (7-19/12/1972) si è interrotto l'invio di equipaggi umani
nello spazio al di fuori dell'orbita intorno al nostro pianeta.
I benefici di quelle epiche imprese, tuttavia, incidono nella nostra
vita quotidiana, molto di più di quanto fosse immaginabile nel passato.
Grazie alla corsa allo spazio, infatti, oggi abbiamo: i sistemi GPS
per l'orientamento e la navigazione ormai disponibili in dotazione anche
per le autovetture di modesta categoria; la TV satellitare a prezzi
talmente bassi da essere alla portata anche delle piccole emittenti
locali; i telefoni satellitari che, a costi ancora proibitivi per gli
usi quotidiani, permettono di comunicare da qualunque posizione sulla
superficie del pianeta; le previsioni metereologiche abbastanza accurate
da permettere di prevenire la perdita di vite umane al verificarsi di
eventi atmosferici particolarmente distruttivi.
In
campo missilistico, il progresso più evidente è stato costituito dalla
realizzazione degli "Space Shuttle", che fino alla esplosione del Challanger
(28/01/1986) sembravano costituire l'inizio di un vero e proprio servizio
di linea per l'orbita terrestre, tanto da poter ospitare anche personale
civile. In questi anni, inoltre, viene lanciata e assemblata in orbita,
un modulo alla volta, la stazione spaziale internazionale (ISS) che
dovrebbe diventare operativa nel 2004 e già viene indicata col nome
"Alpha", lo stesso della base lunare del serial televisivo.
Nel campo dell'informatica
non si può dire che le cose siano andate peggio del previsto ma nemmeno
che la realtà abbia superato la fantasia, perché, per certi versi, era
radicalmente sbagliata l'idea stessa che si aveva dei computer negli
anni sessanta/settanta.
In quasi tutti i
film di fantascienza del periodo, e fino alla rivoluzione telematica
degli ultimi anni, l'elaboratore elettronico era sempre concepito come
una macchina pensante. Il "cervellone" era la macchina che analizzava
i dati e forniva la soluzione esatta; lo strumento che, per definizione,
non può sbagliare e al quale gli umani sottopongono i loro quesiti per
avere risposte razionali e obiettive.
Paradossalmente
proprio l'inizio del tanto atteso duemila è stato celebrato nell'apprensione
generale per un clamoroso errore di realizzazione/programmazione, il
"millenium bug", a causa del quale molti computer avrebbero potuto manifestare
gravi malfunzionamenti.
Chi poi usa abitualmente i PC basati sul sistema operativo Windows ha
ormai da tempo imparato che, nella realtà, gli elaboratori spesso si
rivelano assai più paranoici di Hall 9000, il computer che in "2001:
Odissea nello spazio" sterminava l'equipaggio dell'astronave diretta
verso Giove.
I computer di trent'anni
fa, inoltre, erano apparati molto ingombranti e costosi. Per il futuro
si immaginava la realizzazione di computer sempre più complessi ed era
logico supporre che soltanto le amministrazioni pubbliche, o le grandi
istituzioni scientifiche, sarebbero state in grado di sostenere le spese
per la loro realizzazione.
Nemmeno gli scrittori di fantascienza più visionari avevano immaginato
che, in così poco tempo, si sarebbero potuti fabbricare gli attuali
microcircuiti, con componenti dalle dimensioni inferiori al micron (=un
millesimo di millimetro), che hanno permesso la realizzazione di computer
di piccole dimensioni e dal costo talmente contenuto da essere alla
portata di tutti.
Praticamente impossibile, poi, immaginare per quale scopo la gente avrebbe
dovuto acquistare dei computer. I videogames, internet, e, perché no,
la possibilità di realizzare e impaginare un piccolo giornale locale
non l'aveva messa in conto nessuno… .
I computer più economici
attualmente disponibili sul mercato hanno una capacità di elaborazione
dei dati circa mille volte superiore al computer utilizzato dalla NASA
nella missione Apollo e costano circa diecimila volte meno.
Tuttavia, occorre anche precisare che gran parte di quella potenza di
calcolo viene sprecata dal software (=i programmi) che utilizzano sempre
peggio le risorse hardware (=l'elettronica) facendo si che i moderni
computer siano anche un migliaio di volte meno affidabili dei loro costosissimi
e lentissimi antenati.
I meno pessimisti,
comunque, osservano che, per fortuna, la tanto temuta guerra termonucleare
globale, fino ad ora non c'è stata. La guerra fredda è terminata ufficialmente
nel 1989 con l'abbattimento del muro di Berlino e la caduta dei regimi
comunisti dell'est europeo. Non ci sono stati sconvolgimenti ecologici
così gravi come la perdita della luna… .
I più ottimisti,
intanto, cercano un sostituto di quella data ideale ormai divenuta quotidianità.
Luciano
Mei
luciomei@tiscalinet.it