Scuola?
Molto di più…
Il
giornale degli alunni della Scuola Media “I Nievo” di Quartucciu/Cagliari
- Numero 2 - Marzo 2000
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All’
interno:
Ricerche scolastiche
Rifletto Esprimo
Orientamento
La scuola al tempo dei miei nonni
Spesa
si….cura!!!
Le
etichette sono importantissime per l’acquisto sicuro di un prodotto
Ahi,
ahi, ahi! Questo è un prodotto vegetale transgenico e l’etichetta
non lo dice!
Eh, si ragazzi,
dovete sapere che alcuni prodotti come la soia e il granturco sono
stati modificati geneticamente in un secondo momento, cioè non sono
uguali ai prodotti corrispondenti.
Gli ingredienti
che di solito si usano, devono avere un'etichettatura particolare.Infatti
se un prodotto contiene ingredienti con proteine o DNA modificati,
sull’etichetta deve essere specificato con questa dicitura:” Prodotto,
con soia, geneticamente modificata”.
Ragazzi state
attenti! Mi raccomando!
I
prodoti biologici
Produrre
in maniera biologica significa mantenere la fertilità del terreno.
Tutto ciò comporta l’uso di molte tecniche agronomiche aiutando la
lotta ai parassiti con sostanze organiche minerali e con sistemi di
lotta biologica.
Il modo di produrre biologicamente esclude l’uso di sostanze chimiche.
Inoltre,
l’etichettatura dei prodotti biologici, prevede oltre alle indicazioni
essenziali anche alcune particolari, infatti soltanto per i prodotti
con almeno il 95% degli ingredienti biologici devono essere indicati
così: “Prodotto da agricoltura biologica”
La
pubblicità
Ragazzi, sapete
a cosa serve la pubblicità?
Innanzi tutto
la pubblicità deve:
-
attirare
l’attenzione;
-
creare
il desiderio del prodotto;
-
convincere
che il prodotto pubblicizzato sia il migliore;
-
spingere
il consumatore all’acquisto.
-
- Questo è un
meccanismo di persuasione, sempre diverso a seconda delle fasce d’età.
La pubblicità
viene inviata al pubblico attraverso diversi canali:
-
mezzi
visivi, come il giornale;
-
mezzi
auditivi, come la radio;
-
mezzi
audiovisivi, come la televisione.
Attenti, però,
anche se la pubblicità informa...qualche volta inganna!!
a
cura delle alunne della 2^D
Ricerche
scolastiche
Gli
artigiani di ieri
L’arrotino (s’accuzza ferrusu)
Un mestiere che
anticamente veniva svolto attraversando le strade del paese.
Questo
signore che girava per le vie di Quartucciu, si chiamava Luigi Muggiano,
proveniva da Senorbì, lui imparò dal padre, Giovannino, ad affilare
i coltelli, lame, forbici e simili.
L’arrotino è ormai scomparso dalle nostre strade.
Il lattoniere
(su liauneri)
Un
artigiano che anticamente svolgeva questo lavoro si chiamava Giovanni
Locci, il mestiere lo apprese dal padre Pietro, aveva circa 13 anni
quando imparò questo lavoro abbastanza impegnativo per un ragazzino.
Il mestiere consiste nel lavorare materiali di latta o di lamiere
zincate per foggiare oggetti di uso domestico, o per il lavoro nei
campi.
La tecnologia e i materiali plastici ne hanno decretato la scomparsa.
Impaglia
sedie
(su cadiraiu, su scannaiu, su funda cadirasa)
A Quartucciu
gli artigiani che svolgevano questo mestiere venivano da altri paesi
del Campidano, si fermavano ai bordi delle strade con i loro strumenti
e la paglia vociando per attirare l’attenzione delle massaie, eseguivano
l’impagliatura delle sedie o riparavano utensili sempre in paglia.
Il maniscalco (su ferreri)
Anni
fa, era un lavoro redditizio la presenza di molti cavalli fece crescere
molte botteghe, come oggi le officine meccaniche per le nostre automobili.
A Quartucciu i maniscalchi erano diversi, ma solo di due siamo riusciti
ad avere qualche notizia. Antonio Fanti, imparò questo mestiere per
via della sua passione per i cavalli, lavorava in via Tripoli, costruiva
o aggiustava anche le ruote dei carri.
L’altro, Giovanni Fanti, lavorava in via Quartu, sin da piccolo imparò
dal padre questo lavoro.
Oggi la figura del maniscalco è quasi scomparsa nonostante la passione
per il cavallo, si stia diffondendo come svago.
3^B
“A
sa pati” - Bon appétit!
La
cucina sarda?… Leggera e naturale!
Quella francese?… Elaborata e raffinata!
Rifletto
Esprimo
Fare
ceramica a scuola
Noi siamo due
ragazzi della terza C, che vorremmo rendervi partecipi delle attività
svolte nel nostro bellissimo laboratorio di educazione artistica.
Questo
laboratorio, dove lavoriamo insieme alla professoressa Iannucci e la
professoressa Rapallo il mercoledì pomeriggio, viene maggiormente utilizzato
per la lavorazione dell’argilla.
Noi studenti ci
consideriamo molto fortunati ad utilizzare questo laboratorio. Abbiamo,
non solo, lo spazio ma la disponibilità di attrezzature adeguate come
il forno che ci serve a cuocere gli oggetti che realizziamo.
Cosa facciamo in
questo laboratorio?
Per Natale abbiamo
realizzato i personaggi che compongono il Presepe, compresi gli accessori
come alberi, case, ponti, ecc.
Costruiamo tutto
con le nostre mani, secondo la nostra fantasia, li decoriamo e li cuociamo
nel forno.Abbiamo completato un lavoro già iniziato lo scorso anno che
abbiamo esposto al pubblico nell’atrio della scuola.
Ora stiamo pensando
al Carnevale... Venite ad ammirare i nostri lavori!
Daniele
P. Alessio P. (3^C)
Vi
consigliamo di leggere
a cura della 2^C
La
maschera maledetta
Vuoi
una maschera di carnevale per far morire i tuoi amici di paura?
Entra nel mondo
dei “Piccoli Brividi” e leggi “La maschera maledetta”.
Ma attento! Puoi
essere trasformato in un altra faccia , solo un gesto d’amore ti può
salvare.
Che cosa aspetti,
leggilo perché non capita spesso un libro così!
La maschera maledetta
Autore R.L. Stine
Genere horror
Moby Dick
Cari
lettori, per voi ho inserito nella nostra rubrica, un libro che certamente
non vi farà annoiare.
Moby Dick è un
classico della letteratura, è una avventura che si svolge nei sette
mari, che vi terrà col fiato sospeso.
È coinvolgente
e sembrerà anche a voi, di essere su una nave diretti non si sa dove
a caccia di balene…
…il resto lo
scoprirete voi. Buona lettura!
Moby Dick
Autore H. Melville
Genere avventura
Le
filastrocche della 1^C
A Quartucciu c’era un agente
che multava tanta gente;
correva velocemente
e parcheggiava malamente;
ma l’agente sbadatamente
ha multato un suo parente
che passeggiava tranquillamente
con un pensiero nella mente.
La
scuola Media” Nievo”
ispira ogni allievo.
Col tempo prolungato
ho di sicuro un risultato.
Quando il rientro c’è
torno a casa per il tè.
Noi le lingue conosciamo
perché a scuola le studiamo:
sardo, inglese, francese ed albanese
per noi non importa perché tutto il mondo è paese.
E.. tutti insieme navighiamo
quando a Internet ci connettiamo.
La
scuola al tempo dei miei nonni
Ho
intervistato mia nonna materna che ha settant’anni; mi racconta che
le aule erano molto grandi con soffitti altissimi; la classe era abbastanza
numerosa, c’erano circa trenta alunni.
In quel periodo,
stiamo parlando dei primi anni trenta, anche le divise erano diverse.
Grembiuli
neri per i maschietti e bianchi per le femminucce. I
fiocchi non mancavano mai insieme ai grandi colletti bianchi per entrambi.
I banchi erano
in legno con lo scrittoio ribaltabile. Usavano quaderni dalla copertina
nera con i fogli “bianco sporco”. Le loro penne non avevano l’inchiostro
e così dovevano inzuppare il pennino, nel calamaio contenente il famoso
liquido nero. Avevano sempre le mani sporche di inchiostro, usavano
anche la carta assorbente.
Era
una vita piuttosto dura la loro! Prima di poter scrivere dovevano esercitarsi
con pagine e pagine di aste, vocali e consonanti. Mia nonna continua
a raccontare che facevano pagine di bella scrittura.
Gli insegnanti
erano molto severi, c’era il silenzio assoluto. Come dice mia nonna,
non doveva volare neanche una mosca.
Finisco l’intervista
ringraziando mia nonna e non posso non notare il suo piacere e la sua
soddisfazione per essermi stata di grande aiuto e per avermi fatto conoscere
il suo mondo.
1^C