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Quaderni di Quartucciu
Anno IV - Numero 16/17 - Giugno 2000
 

Scuola? Molto di più…

Il giornale degli alunni della Scuola Media “I Nievo” di Quartucciu/Cagliari - Numero 2 - Marzo 2000

All’ interno:
Ricerche scolastiche
Rifletto Esprimo
Orientamento
La scuola al tempo dei miei nonni

Spesa si….cura!!!
Le etichette sono importantissime per l’acquisto sicuro di un prodotto

Ahi, ahi, ahi! Questo è un prodotto vegetale transgenico e l’etichetta non lo dice!

Eh, si ragazzi, dovete sapere che alcuni prodotti come la soia e il granturco sono stati modificati geneticamente in un secondo momento, cioè non sono uguali ai prodotti corrispondenti.

Gli ingredienti che di solito si usano, devono avere un'etichettatura particolare.Infatti se un prodotto contiene ingredienti con proteine o DNA modificati, sull’etichetta deve essere specificato con questa dicitura:” Prodotto, con soia, geneticamente modificata”.

Ragazzi state attenti! Mi raccomando!

 


I prodoti biologici

Produrre in maniera biologica significa mantenere la fertilità del terreno.
Tutto ciò comporta l’uso di molte tecniche agronomiche aiutando la lotta ai parassiti con sostanze organiche minerali e con sistemi di lotta biologica.
Il modo di produrre biologicamente esclude l’uso di sostanze chimiche.

 

Inoltre, l’etichettatura dei prodotti biologici, prevede oltre alle indicazioni essenziali anche alcune particolari, infatti soltanto per i prodotti con almeno il 95% degli ingredienti biologici devono essere indicati così: “Prodotto da agricoltura biologica”

 

 

 


La pubblicità

Ragazzi, sapete a cosa serve la pubblicità?

Innanzi tutto la pubblicità deve:

  • attirare l’attenzione;
  • creare il desiderio del prodotto;
  • convincere che il prodotto pubblicizzato sia il migliore;
  • spingere il consumatore all’acquisto.
  • Questo è un meccanismo di persuasione, sempre diverso a seconda delle fasce d’età.
    La pubblicità viene inviata al pubblico attraverso diversi canali:
  • mezzi visivi, come il giornale;
  • mezzi auditivi, come la radio;
  • mezzi audiovisivi, come la televisione.

    Attenti, però, anche se la pubblicità informa...qualche volta inganna!!

    a cura delle alunne della 2^D

 


Ricerche scolastiche

Gli artigiani di ieri


L’arrotino (s’accuzza ferrusu)

Un mestiere che anticamente veniva svolto attraversando le strade del paese.
Questo signore che girava per le vie di Quartucciu, si chiamava Luigi Muggiano, proveniva da Senorbì, lui imparò dal padre, Giovannino, ad affilare i coltelli, lame, forbici e simili.
L’arrotino è ormai scomparso dalle nostre strade.


Il lattoniere (su liauneri)

Un artigiano che anticamente svolgeva questo lavoro si chiamava Giovanni Locci, il mestiere lo apprese dal padre Pietro, aveva circa 13 anni quando imparò questo lavoro abbastanza impegnativo per un ragazzino.
Il mestiere consiste nel lavorare materiali di latta o di lamiere zincate per foggiare oggetti di uso domestico, o per il lavoro nei campi.
La tecnologia e i materiali plastici ne hanno decretato la scomparsa.

 

Impaglia sedie
(su cadiraiu, su scannaiu, su funda cadirasa)

A Quartucciu gli artigiani che svolgevano questo mestiere venivano da altri paesi del Campidano, si fermavano ai bordi delle strade con i loro strumenti e la paglia vociando per attirare l’attenzione delle massaie, eseguivano l’impagliatura delle sedie o riparavano utensili sempre in paglia.


Il maniscalco (su ferreri)

Anni fa, era un lavoro redditizio la presenza di molti cavalli fece crescere molte botteghe, come oggi le officine meccaniche per le nostre automobili.
A Quartucciu i maniscalchi erano diversi, ma solo di due siamo riusciti ad avere qualche notizia. Antonio Fanti, imparò questo mestiere per via della sua passione per i cavalli, lavorava in via Tripoli, costruiva o aggiustava anche le ruote dei carri.
L’altro, Giovanni Fanti, lavorava in via Quartu, sin da piccolo imparò dal padre questo lavoro.
Oggi la figura del maniscalco è quasi scomparsa nonostante la passione per il cavallo, si stia diffondendo come svago.

3^B


“A sa pati” - Bon appétit!
La cucina sarda?… Leggera e naturale!
Quella francese?… Elaborata e raffinata!

 

Sa freula

Si pigiada sa simbula grussa e si ponird in d' unu tianu tundu a fundu pranu.

Si striddicada de acqua frida unu pagu salia e si girada cun sa manu de modu chi forminti de is grumixeddus e in su contempu si ghettada atra simbula fini.

Si sighi sempri a girai in modu de donai a is grumixeddus una forma tunda.

Is grumixeddus fattus sindi boganta e intantis si sighidi a girai finsas acandu si spacciada sa simbula.

Si ponidi , insandusu, in d’unu paierituppau da unu pannu limpiu ad asciuttai a su soli.

Poi si circanta is grunueddus plus mannus, chi si poninti in su minestroni, mentri is plus pitticus serbinti po sa minestra; poi si inforranta a fogu appena tepidu puita non s’attacchinti e non i fezzinti a muffa.

La fregola

Si prende la semola grossa e si mette in un piatto tondo col fondo piano.

Si spruzza con acqua fredda un po’ salata e si mescola con la mano in modo che si formino i grumi. Nel frattempo si mette altra semola fine.

Si continua a mescolare in modo da dare ai grumi una forma tonda.

Si tolgono i grumi che si sono formati e si continua a mescolare fino a quando finisce la semola.

Si mette, a questo punto, in un insalatiere coperto da un panno pulito ad asciugare al sole.

Successivamente si cercano i grumi più grandi, che si utilizzano per il minestrone, i più piccoli si utilizzano per la minestra; poi si mettono nel forno a fuoco tiepido perché non si attacchino e non facciano la muffa.

La soupe à l’oignon de Paris

Couper deux ou trois gros oignons, faire fondre du beurre et faire cuire vivement les oignons.

Ajouter un peu de thym et de laurier.
Verser de l’ eau chaude et des restes de viande, poser le couvercle et faire cuire une bonne demi-heure.

Mettre dorer deux ou trois tranches de pain au four.

Pour servir, mettre le pain dans la soupière et couvrir de gruyère râpé. Verser la soupe, ajouter un peu de beurre frais et du poivre.

Poser le couvercle de la soupière et laisser reposer pendant cinq minutes. Remuer délicatement et servir.

3^C


Rifletto Esprimo


Fare ceramica a scuola

Noi siamo due ragazzi della terza C, che vorremmo rendervi partecipi delle attività svolte nel nostro bellissimo laboratorio di educazione artistica.

Questo laboratorio, dove lavoriamo insieme alla professoressa Iannucci e la professoressa Rapallo il mercoledì pomeriggio, viene maggiormente utilizzato per la lavorazione dell’argilla.

Noi studenti ci consideriamo molto fortunati ad utilizzare questo laboratorio. Abbiamo, non solo, lo spazio ma la disponibilità di attrezzature adeguate come il forno che ci serve a cuocere gli oggetti che realizziamo.

Cosa facciamo in questo laboratorio?

Per Natale abbiamo realizzato i personaggi che compongono il Presepe, compresi gli accessori come alberi, case, ponti, ecc.

Costruiamo tutto con le nostre mani, secondo la nostra fantasia, li decoriamo e li cuociamo nel forno.Abbiamo completato un lavoro già iniziato lo scorso anno che abbiamo esposto al pubblico nell’atrio della scuola.

Ora stiamo pensando al Carnevale... Venite ad ammirare i nostri lavori!

Daniele P. Alessio P. (3^C)


 

Vi consigliamo di leggere
a cura della 2^C

 

La maschera maledetta

Vuoi una maschera di carnevale per far morire i tuoi amici di paura?

Entra nel mondo dei “Piccoli Brividi” e leggi “La maschera maledetta”.

Ma attento! Puoi essere trasformato in un altra faccia , solo un gesto d’amore ti può salvare.

Che cosa aspetti, leggilo perché non capita spesso un libro così!


La maschera maledetta
Autore R.L. Stine
Genere horror

 

Moby Dick

Cari lettori, per voi ho inserito nella nostra rubrica, un libro che certamente non vi farà annoiare.

Moby Dick è un classico della letteratura, è una avventura che si svolge nei sette mari, che vi terrà col fiato sospeso.

È coinvolgente e sembrerà anche a voi, di essere su una nave diretti non si sa dove a caccia di balene…

…il resto lo scoprirete voi. Buona lettura!


Moby Dick
Autore H. Melville
Genere avventura

 


Le filastrocche della 1^C

A Quartucciu c’era un agente
che multava tanta gente;
correva velocemente
e parcheggiava malamente;
ma l’agente sbadatamente
ha multato un suo parente
che passeggiava tranquillamente
con un pensiero nella mente.

 

 

La scuola Media” Nievo”
ispira ogni allievo.
Col tempo prolungato
ho di sicuro un risultato.
Quando il rientro c’è
torno a casa per il tè.
Noi le lingue conosciamo
perché a scuola le studiamo:
sardo, inglese, francese ed albanese
per noi non importa perché tutto il mondo è paese.
E.. tutti insieme navighiamo
quando a Internet ci connettiamo.


La scuola al tempo dei miei nonni

Ho intervistato mia nonna materna che ha settant’anni; mi racconta che le aule erano molto grandi con soffitti altissimi; la classe era abbastanza numerosa, c’erano circa trenta alunni.

In quel periodo, stiamo parlando dei primi anni trenta, anche le divise erano diverse. Grembiuli neri per i maschietti e bianchi per le femminucce. I fiocchi non mancavano mai insieme ai grandi colletti bianchi per entrambi.

I banchi erano in legno con lo scrittoio ribaltabile. Usavano quaderni dalla copertina nera con i fogli “bianco sporco”. Le loro penne non avevano l’inchiostro e così dovevano inzuppare il pennino, nel calamaio contenente il famoso liquido nero. Avevano sempre le mani sporche di inchiostro, usavano anche la carta assorbente.

Era una vita piuttosto dura la loro! Prima di poter scrivere dovevano esercitarsi con pagine e pagine di aste, vocali e consonanti. Mia nonna continua a raccontare che facevano pagine di bella scrittura.
Gli insegnanti erano molto severi, c’era il silenzio assoluto. Come dice mia nonna, non doveva volare neanche una mosca.

Finisco l’intervista ringraziando mia nonna e non posso non notare il suo piacere e la sua soddisfazione per essermi stata di grande aiuto e per avermi fatto conoscere il suo mondo.

1^C


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