Presentata
dai DS una proposta di legge regionale per la prevenzione delle molestie
e delle persecuzioni psicologiche nei luoghi di lavoro.
VIOLENZE
E DISAGIO NEI LUOGHI DI LAVORO
a cura di Dino Pusceddu
Il
dibattito e le denunce che riguardano le molestie ed il disagio psicologico
nei luoghi di lavoro occupano spazi sempre più ampi nelle iniziative
sindacali e parlamentari, nonché nella pubblicistica. Un'attenzione
crescente da parte dell'opinione pubblica sta accompagnando studi, ricerche
e sensibilizzazione sul mobbing, che rappresenta un problema sociale
esteso, di larga attualità.
Questa la premessa
alla proposta di legge del gruppo DS che detta “Norme per la prevenzione
delle molestie e persecuzioni psicologiche negli ambienti di lavoro
e per la tutela dei lavoratori vittime di mobbing”. Firmatari: Dino
Pusceddu, Renato Cugini, Silvio Lai, Ivana Dettori, Antonio Calledda,
Giovanni Demuru, Bachisio Falconi, Siro Marrocu, Cicito Morittu, Giambattista
Orrù, Nazareno Pacifico, Giampiero Pinna, Giuseppe Pirisi, Alberto Sanna,
Emanuele Sanna, Salvatore Sanna, Pier Sandro Scano, Giacomo Spissu.
La proposta di legge
si pone “l'obiettivo di rappresentare un primo tentativo di risposta
legislativa, a livello regionale, ad una problematica legata al mondo
del lavoro che ha bisogno non solo di norme e principi, ma anche di
azioni positive”.
“Penso prima di tutto ad una riqualificazione del nostro discorso
riguardo ad un importante problema, appunto quello delle molestie e
delle persecuzioni psicologiche negli ambienti di lavoro. E un tema
ampiamente trattato a livello europeo, soprattutto a livello legislativo.
La nostra iniziativa in Consiglio Regionale punta ad un contributo di
elaborazione e di esperienza che la Sardegna porterà nel grande dibattito
in corso”. La
sottolineatura è di Dino Pusceddu, primo firmatario della proposta di
legge.
Riferendosi alla
relazione che accompagna la proposta di legge di cui è il principale
ispiratore, Dino Pusceddu afferma che ''anche nel nostro Paese si
assiste al tentativo di adeguare la legislazione a quella europea”.
Con quale
fine?
“Prevenire e sanzionare una condotta che colpisce circa il 6 per
cento dei lavoratori e produce danni alla salute fisica e psichica.
Nei casi più gravi, è causa di suicidio. Gli studi compiuti in Svezia
da Heyns Leymann, in Francia da Marie France Hirigoyen, e in Italia
da Harald Ege dimostrano che il mobbing, oltre a causare un danno alla
dignità della persona ed alla sua integrità fisica, è un danno per l'intera
società e per le stesse aziende”.
“Negli ambienti
di lavoro -continua Dino Pusceddu, illustrando la proposta di legge
DS- la conflittualità è sempre esistita, così come le vessazioni
e gli atteggiamenti discriminatori". "Si assiste ai tempi nostri a vere
e proprie strategie aziendali che mirano ad escludere o ad espellere
i lavoratori da una determinata organizzazione, mentre si susseguono
le prevaricazioni di capi e capetti o tra stessi colleghi”
"Per anni la
sicurezza sul lavoro in Italia è stata vista come tutela fisica dei
dipendenti, nonostante il Codice Civile prevedesse la tutela della personalità
morale del lavoratore. Oggi sappiamo che malattia professionale è anche
quella psicologica. Allora il mobbing può significare lesioni personali
colpose oppure comportamenti dolosi come le minacce, le molestie sessuali
o la diffamazione. Non va infine trascurata la portata sociale del fenomeno.
E assodato che qualunque “diversità” di sesso, di origine etnica, di
razza, di convinzioni personali, di orientamenti sessuali, di cultura
ecc, può essere causa scatenante di molestie o di atteggiamenti ostili
e discriminatori. Inoltre nella specificità italiana, come evidenziano
le ricerche di Harald Ege, il mobbing rischia di avere effetti devastanti
sulla stessa struttura familiare (doppio mobbing)”.
Cosa fare per prevenire
le nuove forme di disagio sociale ed evitare che queste vere e proprie
“torture psicologiche” continuino a dilagare nei luoghi di lavoro?
Dino Pusceddu
è più che mai convinto che “servono risposte istituzionali le quali
mirino al miglioramento dell'organizzazione e della sicurezza del lavoro,
allo stato di prevenzione, informazione, ricerca, assistenza medico-legale
e psicologica”.
Siamo dunque al
problema di una legislazione adeguata capace di porre riparo finalmente
ad una situazione divenuta ormai intollerabile?
“Esattamente, la nostra proposta di legge va in questa direzione.
Rispetto alle iniziative legislative finora presentate, che affrontano
la tematica del mobbing con un approccio giuslavoristico tendente essenzialmente
a far emergere il danno biologico e a delineare il conseguente aspetto
sanzionatorio e/o risarcitorio, la nostra proposta di legge rappresenta
il primo organico tentativo di risposta legislativa, a livello regionale,
ad una problematica legata al mondo del lavoro che ha bisogno non solo
di norme e principi ma anche di azioni positive. Infatti così come per
il diritto al lavoro, alla salute, allo studio, ecc., le norme per non
essere vane hanno bisogno di essere accompagnate da azioni, ed anche
nel caso oggetto della proposta di legge, da noi presentata in Consiglio
Regionale, si punta molto alla messa in campo di iniziative specifiche”.
C'è da ripensare
ruoli e compiti della Regione di fronte ad un problema che riguarda
il mondo del lavoro e l'intera opinione pubblica. La Sardegna non è
estranea al dibattito che si va intensamente sviluppando attorno al
tema del “mobbing”, e la Regione Sarda deve prenderne atto con una legislazione
adeguata.
“Vorrei -conclude
Dino Pusceddu- che il Consiglio Regionale diventasse un grande soggetto
della vicenda del mobbing, emanando una legge precisa per la prevenzione
delle molestie e persecuzioni psicologiche negli ambienti di lavoro.
Sarebbe un passo in avanti decisivo, in una grande battaglia di giustizia
e di civiltà”.
Il dibattito in
corso sulla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici, vittime del
mobbing, ha portato in Sardegna ad una prima importante iniziativa legislativa:
la proposta di legge presentata dal Gruppo dei Democratici di Sinistra,
primo firmatario Dino Pusceddu. “In questa lotta -egli ha specificato-
il Consiglio Regionale deve porsi come elemento centrale, ma è fondamentale
l'azione dei movimenti dei lavoratori, in primo luogo delle organizzazioni
sindacali, il consenso e la piena solidarietà dell'opinione pubblica".
Sono almeno 30 mila
nella nostra Isola le persone perseguitate o molestate sul luogo di
lavoro. La condizione delle vittime del mobbing è stata denunciata da
Dino Pusceddu nel corso di una conferenza stampa convocata al Consiglio
Regionale. Vi hanno partecipato, oltre al primo firmatario, il vice
presidente del Consiglio Regionale Giacomo Spissu, Antonio Calledda,
Silvio Lai, Nazareno Pacifico, Giampiero Pinna ed Emanuele Sanna, anch'essi
tra i firmatari della proposta di legge, che è stata sottoscritta da
tutti i 18 consiglieri del Gruppo DS.
“La proposta
di legge che abbiamo presentato -ha specificato Dino Pusceddu- tende
essenzialmente a far emergere il danno biologico ed assicurare il risarcimento
alle vittime del mobbing. In particolare la proposta di legge da noi
sottoscritta propone interventi della Regione Sarda nel campo dell'informazione,
formazione, prevenzione e ricerca, allo scopo di combattere il fenomeno
anche con la collaborazione delle associazioni di volontariato e dei
sindacati”.
“Rispetto alle
iniziative legislative nazionali, siamo certamente andati ancora più
avanti. Il provvedimento legislativo del Gruppo DS al Consiglio Regionale,
prevede l'istituzione di centri di ascolto, gestiti dagli Enti Locali
o da associazioni senza scopo di lucro, per assicurare sostegno e solidarietà
ai lavoratori vittime di discriminazioni. Gli interventi per prevenire
molestie, avviare l'informazione periodica per far emergere situazioni
di mobbing, creare figure professionali che operino nei centri di ascolto,
e per avviare studi sul fenomeno, dovranno essere attuati con l'adozione
di un piano triennale articolato in programmi annuali. Questi sono gli
elementi caratterizzanti la proposta di legge. I suoi obiettivi e la
sua strumentazione operativa costituiscono gli elementi caratterizzanti
di una legislazione che può recare un contributo determinante nella
difesa dei lavoratori e delle lavoratrici”.
Dino Pusceddu, Giacomo
Spissu, Antonio Calledda, Nazareno Pacifico ed Emanuele Sanna, a chiusura
della conferenza stampa, hanno rivendicato ancora la piena solidarietà
dei sindacati, delle organizzazioni del volontariato e dell'intera opinione
pubblica sarda, affinché la proposta di legge divenga al più presto
operante.
Nell'articolato
che la compone, viene prevista una dotazione finanziaria per la fase
di avvio di 770 milioni di lire, e si prevede che il 20 per cento delle
risorse siano destinate dalla Regione per la formazione continua alle
attività di informazione e formazione sul mobbing e per il recupero
delle vittime. “Non soltanto occorre l'unità del Consiglio Regionale
perché questa proposta di legge venga adottata e resa operante, ma è
necessario -ha ribadito infine il primo firmatario Dino Pusceddu-
che, oltre la sede parlamentare, si estenda a tutta l'Isola la mobilitazione.