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Quaderni di Quartucciu
Anno IV - Numero 19 - Ottobre 2000
 

 

La “legge sulla tutela delle persone rispetto al trattamento dei dati personali” ha migliorato il nostro modo di vivere?

Ossessionati dalla
"grande sorella"

di Luciano Mei

Una attività ricorrente nella vita moderna è la compilazione di moduli in cui inseriamo i nostri dati anagrafici, indirizzi, recapiti e altre informazioni personali. Dati che ci riguardano sono conservati in decine di archivi, dalle agende e rubriche telefoniche degli amici ai grandi computer delle amministrazioni pubbliche e private.
Per lo più si tratta di informazioni che, esaminate singolarmente, non hanno grande rilevanza. Raccolte insieme alle altre, però, possono fornire uno quadro sorprendentemente preciso delle nostre abitudini e del nostro stile di vita.

Vi sono anche dati da cui si possono ottenere informazioni più intime sulla vita di una persona che potrebbero essere utilizzate per discriminate singoli individui. Vengono chiamati "dati sensibili" e sono quelli relativi allo stato di salute, alle opinioni politiche, alle tendenze sessuali, alle credenze religiose e ad eventuali procedimenti penali in istruttoria o in atto.

Fino a qualche anno fa alcune società, soprattutto operanti nel campo del marketing, facevano un uso piuttosto spregiudicato dei dati personali dei "consumatori". Informazioni che erano state fornite per l'acquisto di un bene materiale o per poter fruire di un servizio venivano raccolte, commercializzate e impiegate per scopi completamente diversi da quelli per cui erano state rilasciate. Il tutto all'insaputa dei titolari dei dati e, qualche volta, anche a loro svantaggio.

Questo stato di cose in Italia è durato fino all'8 maggio 1997, quando è entrata in vigore la legge n.675 del 31 dicembre 1996 sulla "tutela delle persone e altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali", ovvero la legge sulla Privacy.

Il "right of privacy" (diritto alla privacy) è nato alla fine del XIX secolo ed era concepito come il diritto di non subire intrusioni indesiderate nella propria vita privata. Una reazione alla sempre più vasta e rapida circolazione delle informazioni determinata dalla diffusione della stampa. Si trattava quindi di una visione statica e negativa della "privacy" che era intesa come strumento per impedire la conoscenza delle informazioni personali da parte degli estranei.

Oggi tale concezione è superata e la privacy è considerata lo strumento che il singolo cittadino ha a disposizione per controllare la raccolta, la classificazione e l'uso delle informazioni che lo riguardano da parte di chi, pubblico o privato, gestisce le banche dati in cui esse sono inserite. La legge prescrive che all'interessato sia garantito il diritto di accesso, di rettifica e di cancellazione dei propri dati.
Per questo motivo, da quando è entrata in vigore la legge, ogni volta che forniamo le nostre generalità o altri dati personali, ci viene data una "informativa" che ha lo scopo di comunicarci come verranno utilizzate quelle informazioni, chi le gestirà e quali sono i nostri diritti in merito.

Un'altra novità introdotta con la legge è che la tutela della riservatezza viene promossa non solo con la repressione dei comportamenti illeciti attraverso i normali strumenti giudiziari, ma anche con l'introduzione di forme differenziate di tutela.

A tale proposito è stata istituita una nuova autorità di salvaguardia, il "Garante per la protezione dei dati personali", un organo collegiale, indipendente dal governo e dalla pubblica amministrazione, che ha il compito di vigilare sull'applicazione della legge ed il potere di intervenire nei casi di violazione.

Garante per la privacy: Organo collegiale costituito da quattro membri, eletti due dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica con voto limitato. I membri sono scelti tra persone che assicurino indipendenza e che siano esperti di riconosciuta competenza nelle materie del diritto o dell'informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni, durano in carica quattro anni e non possono essere confermati per più di una volta. Attualmente l'ufficio del garante è così costituito: Prof. Stefano Rodotà (Presidente), Prof. Giuseppe Santaniello (V. Presidente), Prof. Ugo De Siervo, Ing. Claudio Manganelli.

Tra i compiti del Garante vi è quello di stabilire le condizioni da seguire nel trattamento dei dati sensibili in tutte quelle circostanze in cui il diritto alla riservatezza contrasta con altri diritti altrettanto importanti.
È il caso, per esempio, del "diritto di cronaca", che si identifica con l'interesse da parte della collettività alla più ampia circolazione di notizie e con la libertà del singolo cittadino di poter manifestare liberamente il proprio pensiero su fatti che accadono nella società in cui vive.
Specifiche autorizzazioni sono state emanate dal Garante per regolamentare il trattamento dei dati sensibili anche nelle attività investigative da parte di agenzie private; nelle attività bancarie e assicurative; nelle attività turistiche e di trasporto; nelle attività sanitarie; nelle operazioni di selezione del personale; nell'esecuzione di sondaggi e ricerche; nell'attività di mediazione a fini matrimoniali;… e in diverse altre.

Qualcuno, all'indomani dell'entrata in vigore delle legge, aveva ironizzato affermando che per scongiurare il pericolo del "grande fratello" si fosse diventati succubi della "grande sorella" Privacy.

È curioso notare come, nei confronti di questa legge, molti commentatori siano passati da un iniziale atteggiamento di "diffidenza" ad una accettazione rigorosa e intransigente!
Si è arrivati ad additare come minacce alla privacy: le contravvenzioni per violazioni al codice della strada; l'esposizione dei quadri con i risultati scolastici; la pubblicazione dei risultati dei concorsi pubblici; l'esistenza degli impianti televisivi di vigilanza;… non tenendo conto che "diritto alla privacy" non significa affatto diritto a nascondere o manipolare la verità!

Da una multa per divieto di sosta o per eccesso di velocità è possibile venire a sapere dove si trovava una persona in un certo momento ma ciò non costituisce una violazione della sua privacy. La violazione ci sarebbe se tale informazione venisse usata per uno scopo diverso da quello per cui era stata acquisita: far rispettare il codice stradale. Se poi, come è accaduto, grazie a una contravvenzione di questo tipo, una moglie ha scoperto che il proprio coniuge le aveva mentito riguardo i propri spostamenti, non può essere tirata in ballo la privacy che è certo il diritto a non essere sbugiardati! Le stesse osservazioni valgono per tutte quelle situazioni (concorsi pubblici, esami scolastici, .…) in cui è importante garantire il massimo della trasparenza per contrastare il nepotismo e la corruzione, vere e proprie piaghe sociali, che producono danni assai più gravi di una piccola riduzione della riservatezza.

Il diritto alla privacy, insomma, non va confuso col diritto a tutelare la propria immagine a scapito della verità e non è neppure il diritto a impedire l'accesso a qualunque informazione sul proprio conto.

La privacy è uno strumento che garantisce ad ogni cittadino che le informazioni (veritiere) che lo riguardano giungano a conoscenza di altre persone nei modi e nei tempi stabiliti.

Il pericolo maggiore per la nostra tranquillità e libertà, infatti, non proviene da un fantomatico "grande fratello", potente, dispotico e tiranno intento a manipolarci, ma dalle persone che incontriamo nella vita quotidiana che possono diventare ostili a causa di un'informazione falsa o intempestiva nei nostri riguardi.

Pensate a tutti coloro che hanno scoperto, grazie alla discutibile operazione di un quotidiano, di avere lo stesso nome e cognome di uno squallido pedofilo.
In mancanza di informazioni più precise, molti di loro saranno guardati con sospetto da vicini e conoscenti.

Anche questa è violazione della privacy.

Luciano Mei
luciomei@tiscalinet.it

Nota:
Per la realizzazione dell'articolo sono stati consultati i seguenti siti internet:
http://www.garanteprivacy.it/ Il sito ufficiale del Garante per la protezione dei dati personali.
http://www.privacy.it/ Sito della Polytecna, società indipendente rivolta allo sviluppo di servizi applicativi delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
http://www.angap.it/ Sito della A.N.G.A.P. Associazione Nazionale di Garanzia della Privacy.
http://www.cavarzano.com/legale/ Sito dedicato ai temi giuridici: Locazione, Internet,Privacy.


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