Nel
maggio 1996 si è tenuto a Czestochowa un convegno per fare
revisione e riflessione sulle giornate mondiali straordinarie.
Erano presenti i responsabili della preparazione e svolgimento
della prima giornata di Roma nell'Anno Santo 1983-84 e del
successivo Anno della Gioventù, di Buenos Aires (1987), di
Santiago de Compostela (1989), di Czestochowa (1991), di
Denver (1993), di Manila (1995). Il Santo Padre in tale
occasione ha inviato una lettera al Card. E. Pironio su tale
tema.
Lettera
di Giovanni Paolo II al card. E. Pironio
1. Ho appreso con piacere che il Pontificio Consiglio per i
Laici ha organizzato presso il Santuario di Jasna Gora, a
Czestochowa, un Seminario di Studio sulle Giornate Mondiali
della Gioventù.
Mentre mi compiaccio vivamente per questa opportuna
iniziativa, non voglio far mancare ai partecipanti una parola
di incoraggiamento, insieme con l'espressione del mio grato
apprezzamento per quanto hanno fatto a favore dei giovani di
tutto il mondo.
Innanzitutto, come non rendere grazie a Dio per i numerosi
frutti, a diversi livelli, prodotti dalle Giornate Mondiali
della Gioventù) Dal primo raduno, tenutosi in Piazza San
Pietro la Domenica delle Palme 1986, si è avviata una
tradizione che vede alternarsi, di anno in anno, un
appuntamento mondiale ed uno diocesano, quasi a sottolineare
l'indispensabile dinamismo dell'impegno apostolico dei
giovani, nella duplice dimensione locale ed universale.
Le Giornate, infatti accogliendo un'iniziativa partita dai
giovani stessi, sono nate dal desiderio di offrire loro
significativi "momenti di sosta" nel costante
pellegrinaggio della fede, che si alimenta anche mediante
l'incontro con i coetanei di altri Paesi ed il confronto fra
le rispettive esperienze.
Finalità principale delle Giornate è di riportare al centro
della fede e della vita di ogni giovane la persona di Gesù,
perché ne diventi costante punto di riferimento e perché sia
anche la vera luce di ogni iniziativa e di ogni impegno
educativo verso le nuove generazioni. E' il
"ritornello" di ogni Giornata Mondiale. E tutte
insieme, nell'arco di questo decennio, appaiono come un
continuo e pressante invito a fondare la vita e la fede sulla
roccia che è Cristo.
2. I giovani sono così periodicamente chiamati a farsi
pellegrini per le strade del mondo. In essi la Chiesa vede se
stessa e la sua missione fra gli uomini; con loro accoglie le
sfide del futuro, consapevole che l'intera umanità ha bisogno
di una rinnovata giovinezza dello spirito. Questo
pellegrinaggio del popolo giovane costruisce ponti di
fraternità e di speranza tra i continenti, i popoli e le
culture. E' un cammino sempre in atto. Come la vita. Come la
giovinezza.
Col passare degli anni, le Giornate Mondiali della Gioventù
hanno confermato di non essere riti convenzionali, ma eventi
provvidenziali, occasioni per i giovani di professare e
proclamare con crescente gioia la fede in Cristo.
Ritrovandosi, essi possono interrogarsi insieme sulle
aspirazioni più intime, sperimentare la comunione con la
Chiesa, impegnarsi nell'urgente compito della nuova
evangelizzazione. In tal modo si danno la mano, formando un
immenso cerchio di amicizia, congiungendo i colori della pelle
e delle bandiere nazionali, la varietà delle culture e delle
esperienze, nell'adesione di fede la Signore Risorto.
3. La Giornata Mondiale della Gioventù costituisce la
giornata della Chiesa per i giovani e con i giovani. La sua
proposta non si pone in alternativa della pastorale giovanile
svolta ordinariamente, spesso con grande sacrificio e
abnegazione. Essa vuole piuttosto rinsaldarla offrendole nuovi
stimoli d'impegno, mete sempre più coinvolgenti e
partecipate. Puntando a suscitare crescente fervore
nell'azione apostolica tra i giovani, non vuole certo isolarlo
dal resto della comunità, bensì renderli protagonisti di un
apostolato che contagi le altre età e situazioni di vita
nell'ambito della nuova "evangelizzazione".
I vari momenti in cui si articola una Giornata Mondiale
costituiscono nel loro insieme una sorta di vasta catechesi,
un annuncio del cammino di conversione a Cristo, a partire
dalle esperienze e dagli interrogativi profondi della vita
quotidiana dei destinatari. la Parola di Dio ne è il centro,
la riflessione catechistica lo strumento, la preghiera
l'alimento, la comunicazione e il dialogo lo stile.
Da una Giornata Mondiale il giovane può trarre una forte
esperienza di fede e di comunione, che lo aiuterà ad
affrontare le domande profonde dell'esistenza e ad assumere
responsabilmente il proprio posto nella società e nella
comunità ecclesiale.
4. Nel corso degli indimenticabili Incontri mondiali, l'amore
gioioso e spontaneo dei giovani verso Dio e verso la Chiesa mi
ha spesso commosso. Essi hanno raccontato storie di sofferenze
per il Vangelo, di ostacoli apparentemente insormontabili
superati con l'aiuto divino; hanno parlato della loro angoscia
di fronte ad un mondo tormentato dalla disperazione, dal
cinismo dai conflitti. Dopo ogni Incontro, ho sentito più
vivo il bisogno di lodare Dio che rivela ai giovani i segreti
del suo Regno (cfr Mt. 11,25).
L'esperienza delle Giornate Mondiali invita tutti noi, Pastori
ed operatori della pastorale, a riflettere costantemente sul
nostro ministero in mezzo ai giovani e sulla responsabilità
che abbiamo di presentare loro la verità piena su Cristo e
sulla sua Chiesa.
Come non leggere nella loro partecipazione massiccia,
disponibile ed entusiasta la costante richiesta di essere
accompagnati nel pellegrinaggio di fede, nel viaggio che
compiono in risposta alla grazia di Dio operante nei loro
cuori?
Essi si rivolgono a noi perché li conduciamo a Cristo che,
solo, ha parole di vita eterna (cfr. Gv. 6,68). Ascoltare i
giovani e insegnare loro richiede attenzione, tempo e
sapienza. La pastorale giovanile costituisce una delle priorità
della Chiesa alle soglie del terzo millennio.
Con il loro entusiasmo e la loro esuberante energia, i giovani
chiedono di essere incoraggiati a diventare "protagonisti
dell'evangelizzazione e artefici del rinnovamento
sociale" (Christifideles laici, 46). In tal modo i
giovani, nei quali la Chiesa riconosce la sua stessa
giovinezza di Sposa di Cristo (cfr Ef 5,22-33), non solo
vengono evangelizzati, ma diventano essi stessi
evangelizzatori che portano il Vangelo ai loro coetanei,
compresi quanti sono estranei alla Chiesa e non hanno ancora
udito la Buona Novella.
5. mentre esorto tutti i responsabili della pastorale
giovanile a valersi con sempre maggiore generosità e
creatività a valersi con sempre maggiore generosità e
creatività delle Giornate Mondiali della Gioventù come
evento che, inserito nel normale percorso di educazione alla
fede, diventi manifestazione privilegiata dell'attenzione e
della fiducia che la Chiesa tutta nutre verso le giovani
generazioni, auspico che l'incontro di Czestochowa aiuti e
stimoli la riflessione dei partecipanti per trovare vie sempre
nuove ed efficaci nella proposizione della fede ai giovani.
Affidando alla potente intercessione della Vergine di Jasna
Gora, Madre dei giovani, i lavori del Seminario di studio,
imparto di gran cuore a Lei, Signor Cardinale, ai
Collaboratori, ai partecipanti e a quanti essi rappresentano e
portano nel cuore una speciale Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 8 maggio 1996.
Johannes Paulus II
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