La
storia di Senorbì affonda le sue origini nella
leggenda...
Si racconta che un tempo, dove oggi sorge il
centro abitato, ci fosse una foresta fitta e
intricata abitata da tanti cinghiali.Ma un giorno,
giunse qui un popolo bello e forte , le cui donne
erano delle fanciulle bellissime, con una
pelle così delicata che una foglia di lattuga
avrebbe potuto ferirle. Gli uomini erano dei rari
giganti. In un giorno solo disboscarono la foresta
e ammazzarono i cinghiali. Il giorno dopo
nella stessa zona costruirono un villaggio che
chiamarono Sirbonì (da "sirboni"-
cinghiale) che con i millenni si è trasformato in
Senorbì. Questo popolo era diviso in ceti
sociali. La corte e la nobiltà si
stabilirono rispettivamente nel colle di Simieri e
di Segolay (attuale Santa
Mariedda), il popolo in povere capanne
costruite a valle, dove oggi sorge Senorbì.
Si racconta che il sovrano di questo popolo, che
abitava nel nuraghe di Simieri, si innamorò di
una giovane di Segolay, ma trascorsi tanti anni
senza che venisse corrisposto, il re impazzì per
il dolore e distrusse la sua reggia uccidendo i
cortigiani. Anche il telaio d'oro che aveva
preparato per la sua sposa rimase sepolto nel
nuraghe. Qualcuno dice che ancora oggi a
mezzogiorno nelle calde giornate estive si possa
sentire, portato dal vento, il rumore del prezioso
telaio accompagnato dal canto delle cortigiane.
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