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Piazza
teatro della scena della "cacciatta"
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Nel
1840, dopo 30 anni di servizio, morì il
reverendo Giovanni Agostino Piga. Gli succedette
il rettore Giuseppe Ligaluppi. Non ostante la
situazione dal punto di vista spirituale nel paese
fosse abbastanza buona, l'arrivo del nuovo parroco
segnò l'inizio di un momento estremamente
difficile che culminò con la cacciata del
sacerdote nel 1848.
La ragione che portò la popolazione a dissentire
nei confronti del rettore, fu l'introduzione di
nuovi metodi idonei a consentire la scelta
democratica degli amministratori della Chiesa. Il
rapporto con i propri collaboratori divenne subito
difficile, in virtù della loro propensione a
curare più gli interessi personali che non quelli
della Chiesa, per la quale erano stati preposti.
Si giunse così al 1843 con il contenzioso
intentato da due "amministratori" contro
il parroco per il pagamento di salari non
corrisposti. Un malumore generale coinvolse
l'intera popolazione, si formarono due
schieramenti contrapposti. In questo marasma
generale fu coinvolto anche il consiglio comunale,
che richiese ufficialmente nel 1844
l'allontanamento del Ligaluppi. La situazione si
aggravò ulteriormente quando, il 21
Dicembre 1844, il sacerdote subì un
attentato dinamitardo. Ignoti fecero esplodere
davanti alla sua finestra un piccolo ordigno.
Dell'accaduto fu accusato il Cavalier Paderi . Con
il passare del tempo le passioni si fecero sempre
più accese, fino al 1^ Agosto del 1848, giorno
della festa di S. Antioco.
Quando il povero prete, prima ancora che fosse
giorno, uscì di casa per celebrare la prima
messa, un gruppo di uomini, guidati da Efisio de
Lorenzo, lo afferrarono e assieme alla madre venne
issato su un asino. Fu così che, tra urla e
schiamazzi, furono cacciati dal paese. Quando il
rettore giunse sul ponte di "Tuvui" fece
smontare la madre dall'asino e si fermò affranto
per dare un'ultimo sguardo al paese. Si racconta
di un pastore poco distante che udì il Ligaluppi
scandire queste parole:"senorbiesi, per molti
decenni vi sarà infausto questo giorno, e l'ira
di Dio cadrà inesorabile non solo sui
responsabili ma sui figli di questi."
Il fatto destò l'indignazione dei senorbiesi che
non condividevano affatto l'azione posta in
essere.
Tutti conoscevano i nomi di coloro che avevano
organizzato l'ignobile manifestazione; uno su
tutti quello di Giovanni Maria Gessa.
Non si sa se sia stato il caso o sia stata la mano
di Dio a punire. Quel che è certo è che tutti
coloro che parteciparono alla beffa andarono a
finire male: Giovanni Maria Gessa ricchissimo
possidente nel giro di pochi anni diventò
poverissimo; Don Michele Garau, facoltoso signore,
si sparò il giorno di S. Antoco; il Dott. Putzu
impazzì; il signor Forrogoni fu ucciso dal figlio
per timore che sposasse la domestica; un altro
perdette in un incendio oltre mille starelli di
grano.
Tutti vennero colpiti nell'anniversario della
festa di Sant'Antioco.
Ligaluppi si stabilì a Cagliari, dove trovò
lavoro come insegnante di lingue in un istituto
tecnico. |
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