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Nuraghe di Sisini 

(foto tratta da  Museo Sa Domu Nosta 1990)

Nuraghe di Simieri

 Sullo stesso sopravive un'importante legenda

NURAGHE A SISINI

 

Nuraghe ubicato nelle immediate vicinanze del centro abitato della frazione Sisini. Il nuraghe, monotorre, è comunemente noto nella espressione dialettale "Su Nuraxi" (in lingua locale: il Nuraghe).

La zona geografica dove attualmente è collocata Senorbì fu una zona abitata sin dai tempi più remoti. Ciò è dimostrato dai numerosi insediamenti nuragici presenti nella zona: a Sisini, sul colle di Simieri, sul monte Uda e nell'area dell'attuale cimitero accanto alla vecchia chiesetta di Sant'Antioco.

Nuraghe di Sisini   Il nuraghe di Sisini sorge a sud del paese, lungo la strada che dal paese omonimo conduce a Senorbì. Oggi dopo il crollo della cupola, restano ben visibili i soli muri perimetrali.E situato su un'altura dalla quale si domina la zona circostante e sembra che il complesso abitativo dovesse essere un punto di raccordo con i nuraghi della zona, oltre che di avvistamento e difesa. Di planimetria anomala, è costruito secondo lo schema dei templi a pozzo, con atrio rettangolare antistante alla camera circolare del pozzo.

Nuraghe di Simieri   Benché il nuraghe di Simieri in seguito al distacco di Suelli dal comune di Senorbì nel 1947 e alla formazione di comune autonomo faccia parte del territorio di quest'ultimo è sentito da tutti i senorbiesi come proprio in virtù della vicinanza con il centro abitato e soprattutto per una leggenda riguardante questo nuraghe che coinvolge i senorbiesi in prima persona. Riesumata da Caterina Lussu nel 1929 si diceva che dove oggi sorge Senorbì esistesse prima una foresta impraticabile. Un giornò arrivò qui un popolo sconosciuto bello, civile e laborioso, di origine orientale. Secondo la leggenda, in sole 24 ore furono abbattuti tutti gli alberi e in quello stesso punto si costruì un paese al quale si diede il nome di "Sirbonì"  (da "sirboni" che significa cinghiale), trasformato poi in Senorbì.
Il popolo suddiviso in classi si stabilì in parte nella zona dell'attuale Senorbì (basso ceto sociale), in parte sul colle di Santa Mariedda (Segolai), infine sul colle di Simieri (nobiltà). Era un popolo composto da bellissime cortigiane, che trascorrevano le loro giornate a tessere la tela con il telaio d'oro custodito nella reggia di Simieri e a cantare . Il re di questo popolo s'innamorò di una bellissima ragazza di Segolai. L'amore non corrisposto per questa ragazza scatenò la pazzia del re che  distrusse la reggia di Simieri.
Senbra che ancora oggi sotto il nuraghe sia sepolto il telaio d'oro con il quale le ragazze tessevano.
Allo stato attuale del nuraghe rimangono i soli muri perimetrali.

 

 

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