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Ruderi romani in località di Bangius

Viabilità stradale in epoca romana - lo sviluppo economico di questa zona della Sardegna centro meridionale è dovuta anche grazie a queste importanti arterie stradali  

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Le condizioni storiche ed economiche e soprattutto le campagne militari intraprese condussero l'esercito romano, tra la fine del 238 e il 237 a.C., a prendere possesso del territorio sardo. In relazione alla favorevole posizione geografica, la Sardegna era considerata  oltre che buon punto di riferimento sotto il profilo strategico,anche un ottimo affare sotto il profilo economico, in relazione alla fertilità del territorio che assicurava un'abbondante produzione di frumento.
Partendo da "Carales" dove erano stanziati i reparti della flotta, i romani allargarono il proprio dominio via via lungo tutto il territorio dell'isola, concentrando le proprie risorse nelle zone più fertili: Campidano, Trexenta e Marmilla. Proprio la Trexenta (nome che deriverebbe dall'esistenza di "trecento oppida" - "trecento villaggi") e Senorbì in particolare divennero ben presto una tra le zone dove si produceva più grano ( da qui il sopranome "granaio di Roma"). Vi si praticava un'agricoltura di tipo latifondista, esercitata prevalentemente dai "braccianti delle campagne"(schiavi, coloni indigeni, lavoratori liberi) che erano stanziati a gruppi in piccole borgate o suddivisi in piccoli nuclei.
L'inesistenza di vie di comunicazione stradale e l'esigenza di creare una rete che collegasse i vari porti dell'isola tra loro, indusse ben presto i romani in un periodo riconducibile ai primi secoli del dominio romano alla creazione di una complessa ed efficiente rete stradale (Carales - Olbiam) che da Carales (Cagliari) passando per Senorbì e Mandas s'inerpicava sui monti della Barbagia per raggiungere Olbiam (Olbia).
La realizzazione di questa importante opera contribuì all'arricchimento economico della Trexenta.
La presenza romana lungo tutto il territorio è dimostrato dai numerosi ruderi che ancora oggi sono visibili: opere di pietre e fango con copertura di tegole utilizzate come dimora dei coloni (braccianti della terra), sono visibili nella località di "Bangius".
Numerosi sono i resti cimiteriali, riconducibili ad un periodo compreso tra l'età repubblicana e la tarda antichità, attestanti i riti dell'inumazione e della cremazione.

 

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