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Giovanni Pascoli
Tra
i protagonisti della letteratura italiana di fine
Ottocento, parallelamente alla sua carriera di
insegnante e docente universitario Pascoli
condusse un’esistenza tutta consacrata alla
poesia. I temi della sua poetica – che egli
avrebbe delineato nella sua teoria "del
fanciullino" e che avrebbero trovato la più
alta espressione nelle raccolte di versi delle Myricae
e dei Canti di Castelvecchio – trassero
dalla contemplazione della natura, dalle piccole
cose di ogni giorno, dagli affetti familiari,
dalle memorie e dal dolore (dal dato quindi più
scopertamente autobiografico, legato a un'infanzia
segnata dai lutti e a una vita solitaria) la loro
fonte d’ispirazione più fresca e diretta. Nel
frattempo Pascoli sperimentava un nuovo linguaggio
poetico che avrebbe avuto una grande influenza
sulla poesia italiana del Novecento e che colloca
il poeta a cavallo dei due secoli, conferendo alla
sua opera una modernità che talvolta gli è stata
disconosciuta: la critica pascoliana è infatti
tradizionalmente oscillante tra un Pascoli che
chiude il secolo romantico e un Pascoli che apre
quello dell’innovazione e della sperimentazione
poetica.
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Marengo:
Battaglia
di Marengo
Battaglia vinta da Napoleone Bonaparte contro
l'esercito austriaco durante la guerra della prima
coalizione (1792-1801). Nella primavera del 1800,
Bonaparte, primo console della repubblica
francese, guidò un'offensiva contro gli
austriaci, che allora occupavano l'Italia
settentrionale. Agli inizi dell'estate, il
generale austriaco Michael von Melas attaccò
Bonaparte a Marengo, a nord di Genova. Questi, a
capo di un'armata molto più esigua di quella
austriaca, fu costretto a ritirarsi. Melas non
sfruttò il vantaggio e i francesi, dopo aver
ricevuto i rinforzi, contrattaccarono e vinsero
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Eleonora d’Arborea
Eleonora
d'Arborea
(? - 1404 ca.), giudichessa d'Arborea, uno dei
quattro giudicati (feudi maggiori) della Sardegna,
con capoluogo a Oristano. Figlia di Mariano IV,
ebbe il giudicato nel 1383 in seguito
all'uccisione del fratello Ugone. Si oppose per
tutta la vita agli Aragonesi, che avevano occupato
il resto dell'isola, alleandosi a Genova e
coadiuvata dal valoroso marito, il genovese
Brancaleone Doria. Nel 1395 rielaborò la Carta
de logu (statuto) emanata dal padre, in forma
tale che essa rimase codice penale e processuale
rispettato in tutta l'isola anche sotto i
successivi domini aragonese e spagnolo.
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Grazia Deledda
Deledda,
Grazia
(Nuoro 1875 - Roma 1936), scrittrice italiana.
Autodidatta, dopo un esordio con racconti d'amore
ambientati nella natia Sardegna, Racconti sardi
(1894), si rivolse al romanzo e con Elias
Portolu (1903), storia dell'amore di un ex
detenuto per la cognata, creò un primo
capolavoro, nel quale il tema del conflitto fra
peccato e innocenza si dipana sullo sfondo
dell'aspro paesaggio sardo. Il successivo romanzo,
Canne al vento (1913), denuncia
l'ineluttabile fragilità dell'uomo travolto da
una sorte cieca e spietata, mentre La madre
(1920) scandaglia la relazione fra un sacerdote e
sua madre. Già Cenere (1904), da cui fu
tratto nel 1916 un film interpretato da Eleonora
Duse, aveva affrontato il tema di un rapporto
filiale. Scrisse anche due testi teatrali, L'edera
(1912) e La grazia (1921). Nel 1926 fu
insignita del Nobel per la letteratura.
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Ciro Menotti:
Menotti,
Ciro
(Migliarina, Carpi 1798 - Modena 1831), patriota e
martire italiano. Affiliato alla Carboneria, tenne
contatti con i liberali francesi, coltivando il
progetto di coinvolgere il duca di Modena,
Francesco IV, in un'insurrezione di carattere
costituzionalista. Dopo che ebbe organizzato
alcuni comitati insurrezionali, il duca, facendo
un brusco voltafaccia, lo fece imprigionare alla
vigilia della rivoluzione (Moti del 1831);
sottoposto a un rapido processo fu condannato a
morte.
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dei Carbonari:
Carboneria
Società segreta rivoluzionaria dei primi anni del
XIX secolo, costituitasi a Napoli durante il regno
di Gioacchino Murat (1808-1815) e in seguito
attiva in Francia e nella penisola iberica. I suoi
adepti aspiravano alla libertà politica e a un
governo costituzionale; appartenenti in gran parte
alla borghesia e alle classi sociali più elevate,
erano organizzati in una gerarchia di logge in due
strutture parallele, una nella popolazione civile
e l'altra nelle forze armate.
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De Gasperi
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Alcide de Gasperi
(Pieve
Tesino, Trento 1881 - Sella di Valsugana, Trento
1954), uomo politico italiano, protagonista della
ricostruzione politica ed economica dell'Italia
dopo la seconda guerra mondiale e leader dei
governi di centro formatisi a partire dal 1947.
Nel 1905 entrò a far parte della redazione del
giornale "Il Nuovo Trentino" e,
divenutone il direttore, appoggiò il movimento
che auspicava la riannessione del Sud Tirolo
all'Italia. Dal 1911 al 1918 fu membro del
Parlamento austriaco. Nel 1921, dopo che il
Trentino-Alto Adige venne riconosciuto territorio
italiano in seguito ai trattati di pace della
prima guerra mondiale, divenne deputato al
Parlamento italiano e ricoprì la carica fino al
1926. Deciso avversario di Benito Mussolini, fu
imprigionato nel 1926 per la sua attività
politica. Nel 1929, dopo la scarcerazione, lavorò
presso la biblioteca del Vaticano.
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Giacomo Matteotti
Giacomo
Matteotti Giacomo
Matteotti, entrato giovanissimo nel Partito
socialista, ne fu dapprima deputato e poi
segretario. Denunciò in un celebre discorso alla
Camera (30 maggio 1924) i fascisti e il governo
Mussolini di violenze e di brogli elettorali; il
10 giugno venne rapito da un gruppo di sicari
fascisti e il suo corpo fu rinvenuto solo il 16
agosto. Il suo assassinio, del quale Mussolini si
sarebbe poi assunto piena responsabilità, rischiò
di mettere in crisi il nascente regime fascista,
che trovò tuttavia il modo di consolidarsi anche
per l’incapacità di reagire dell’opposizione
democratica.
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Mazzini
Mazzini,
Giuseppe
(Genova 1805 - Pisa 1872), uomo politico, patriota
e rivoluzionario italiano, uno dei principali
sostenitori dell'unità d'Italia. Fondatore
nel 1831 della Giovine Italia, si batté per
l'indipendenza dagli austriaci su basi
repubblicane e democratiche.
La sua formazione politica maturò nell'ambiente
familiare e nella lettura delle opere dei
giacobini francesi e del poeta Ugo Foscolo. Il
fallimento dei moti del 1820-21 orientò e incentrò
la sua riflessione sugli ideali di patria e libertà.
Affiliato nel 1827 alla Carboneria, contribuì a
rafforzarne l'organizzazione cospirativa in
Liguria, Toscana e Lombardia fino a che, nel 1830,
non venne arrestato a Genova in seguito a una
delazione. Dopo aver trascorso alcuni mesi in
carcere in attesa di processo, al momento della
scarcerazione gli fu imposta dalle autorità la
scelta tra il confino e l'esilio. In questo
periodo operò il distacco dalla Carboneria e
cominciò a delineare un nuovo progetto di unità
nazionale, da realizzare con il consenso di tutta
la popolazione italiana.
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Custoza
Battaglie
di Custoza
Battaglie combattute rispettivamente nel 1848 e
nel 1866, nel corso della prima e della terza
guerra d'indipendenza italiana.
Nella
prima battaglia di Custoza (24-25 luglio 1848) si
scontrarono l'esercito austriaco, al comando del
maresciallo Radetzky e l'esercito piemontese di
Carlo Alberto. Duramente sconfitti, i piemontesi
dovettero abbandonare quasi tutti i territori
della Lombardia e del Veneto conquistati nei mesi
precedenti e furono costretti a firmare
l'armistizio di Salasco.
Nella
seconda battaglia di Custoza (24 giugno 1866)
l'esercito italiano, comandato dai generali
Alfonso La Marmora ed Enrico Cialdini, pur
superiore di numero fu battuto dalle truppe
austriache al comando dell'arciduca Alberto
d'Asburgo e fu costretto a ripiegare oltre il
Mincio.
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Silvio Pellico
Pellico,
Silvio
(Saluzzo, Cuneo 1789 - Torino 1854), scrittore e
patriota italiano. Dal 1809 frequentò l'ambiente
romantico milanese. La tragedia Francesca da
Rimini, destinata a grande fortuna, fu
stampata nel 1817, quando Pellico era già tra i
collaboratori del "Conciliatore",
giornale portabandiera dei romantici. Pubblicò
qui, tra l'altro, il romanzo satirico Breve
soggiorno in Milano di Battistino Barometro
(1819), lasciato incompiuto per l'intervento della
censura.
Iscritto
alla società segreta della Carboneria, diventò
amico del patriota Piero Maroncelli. L'arresto,
l'esperienza della prigionia allo Spielberg (fu
graziato nel 1830), il conforto della ritrovata
fede religiosa sono raccontati in Le mie
prigioni (1832), romanzo che ebbe enorme
successo a livello europeo e che secondo
Metternich avrebbe arrecato all'Austria più danni
di una battaglia perduta. Nel periodo della
reclusione scrisse buona parte delle tredici
cantiche pubblicate tra il 1830 (Tancreda, Rosilde,
Eligi e Valfrido, Adello) e il 1844
(Tasso e tre amici). Parecchie sue opere di
vario genere sono rimaste inedite, come pure un
ricco epistolario.
.
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Giuseppe Garibaldi
Nato
nel 1807,
(Nizza 1807 - Caprera 1882) Giuseppe
Garibaldi divenne una delle figure più rilevanti
del Risorgimento italiano. Il successo delle sue
imprese militari contro le forze di occupazione
europee fu determinante nel processo che avrebbe
condotto alla conquista dell'indipendenza e
all'unificazione dell'Italia nel 1861.
Figlio
di un capitano della marina mercantile sarda,
trascorse la giovinezza navigando sulle rotte
dell'Oriente e del Mediterraneo. Nel 1833 entrò a
far parte della società segreta Giovine Italia,
fondata da Giuseppe Mazzini con l'obiettivo di
conseguire l'unità politica della penisola
italiana e l'indipendenza dal dominio straniero, e
di costituire un governo democratico e
repubblicano. Falliti i moti rivoluzionari
mazziniani nel 1834, Garibaldi venne condannato a
morte in contumacia dalle autorità sabaude.
Si
rifugiò allora in Francia, a Marsiglia, e qui nel
1835 ottenne il comando di un brigantino diretto
in Brasile. Lì giunto, non esitò a sostenere,
praticando la tattica corsara, l'insurrezione
repubblicana scoppiata nella provincia di Rio
Grande do Sul contro il governo imperiale
brasiliano. La sconfitta di quell'impresa lo
costrinse, nel 1842, a riparare a Montevideo, in
Uruguay, dove sposò Ana Maria Ribeiro da Silva,
detta Anita, che si era unita a lui dal 1839. Poco
dopo prese parte, facendo le sue prime prove di
comando alla testa di una legione italiana, alla
guerra civile in Uruguay, a fianco dei ribelli che
combattevano contro le truppe governative
sostenute dal dittatore argentino Juan Manuel de
Rosas, distinguendosi per il valore mostrato in
battaglia e per le sue doti di trascinatore di
uomini.
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Cavour
Cavour,
Camillo Benso conte di
(Torino 1810-1861), statista piemontese e primo
ministro del Regno d'Italia; fu uno dei principali
protagonisti del Risorgimento italiano.
Figlio
del marchese Michele e della ginevrina Adele di
Sellon, fu avviato alla carriera militare, ma
prese la decisione di abbandonare l'esercito, nel
quale peraltro era guardato con sospetto a causa
delle sue idee liberali, maturate nel corso dei
soggiorni all'estero e degli studi di economia e
di politica. Una serie di viaggi nei principali
paesi dell'Europa occidentale lo mise in diretto
contatto con alcune personalità del mondo della
cultura e con le trasformazioni economiche
provocate dalla rivoluzione industriale. Cavour
collaborò con alcune riviste italiane, svizzere e
francesi con una serie di articoli nei quali
analizzò temi quali il pauperismo, il liberismo
doganale, le ferrovie, la modernizzazione
dell'agricoltura, maturando il convincimento che
l'indipendenza nazionale fosse per l'Italia un
obiettivo storicamente fondato.
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Emilio Lussu
Lussu,
Emilio
(Armungia, Cagliari 1890 - Roma 1975), uomo
politico e scrittore italiano. Dopo aver
partecipato alla prima guerra mondiale come
interventista, nel 1920 fondò il Partito sardo
d'azione, in difesa della sua regione e nel
tentativo di affrontarne l'annosa arretratezza. Fu
eletto alla Camera dei deputati dal 1921 al 1926;
dopo la secessione dell'Aventino fu costretto a
lasciare il Parlamento. Bersaglio di attentati
fascisti, fu mandato al confino a Lipari, ma nel
1929 riuscì a evadere. Fondò con altri il
movimento Giustizia e Libertà
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Turati
Turati,
Filippo
(Canzo, Como 1857 - Parigi 1932), uomo politico
italiano. Avvocato e collaboratore di diverse
riviste d'orientamento democratico e radicale,
maturò la sua adesione al socialismo dopo
l'incontro con Anna Kuliscioff, esule russa alla
quale si legò sentimentalmente, e i contatti con
l'ambiente operaio di Milano. Con la Kuliscioff
organizzò nel 1889 la Lega socialista milanese,
ispirata a un marxismo non dogmatico e
rigorosamente antianarchica. La proposta avanzata
da Turati di un organismo nazionale a cui
facessero capo le molteplici strutture del
movimento popolare, sfociò nel congresso di
Genova del 1892, al quale parteciparono circa
trecento delegati di associazioni operaie e
contadine. La maggioranza dei delegati costituì
il Partito dei lavoratori italiani (dal 1895 si
chiamò Partito socialista italiano), nato su una
piattaforma riformista che non escludeva il
terreno della lotta parlamentare, da associare
alle rivendicazioni di natura sindacale.
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Fosse Ardeatine
Fosse
Ardeatine In
una cava adiacente la via Ardeatina, a Roma, il 24
marzo 1944 i nazisti fucilarono 335 ostaggi,
partigiani, ebrei, detenuti politici, semplici
civili, prelevati per rappresaglia dopo che il
giorno precedente un attentato di partigiani dei
GAP romani in via Rasella aveva provocato la morte
di 32 soldati delle SS. Voluto
da Hitler, organizzato dal comandante delle SS a
Roma Herbert Kappler, l’eccidio ebbe tra gli
esecutori l’ufficiale nazista Erich Priebke, che
nel 1997 è stato condannato da un tribunale
italiano per crimini contro l’umanità.
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Vittorio Veneto
Battaglia
di Vittorio Veneto
Offensiva finale scatenata sul fronte del Piave
dall'Italia contro l'Austria il 24 ottobre 1918 al
termine della prima guerra mondiale. Le truppe
italiane attraversarono il Piave la sera del 24,
permettendo all'VIII armata di trasferirsi sulla
sponda sinistra, operazione, questa, che si
protrasse per cinque giorni prima che venisse
consolidata una testa di ponte. Il 29 le
avanguardie dell'VIII armata entrarono a Vittorio
Veneto, e in seguito avanzarono occupando il
Cadore, mentre la X armata procedeva verso il
fiume Livenza; nel frattempo le truppe italiane
entravano a Trento e un reparto di bersaglieri
sbarcava a Trieste (3 novembre). Il successo della
controffensiva italiana costrinse l'Austria a
firmare l'armistizio di Villa Giusti, presso
Padova, che stabiliva il cessate il fuoco entro le
ore 15 del 4
novembre.
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dei Mille
Spedizione
dei Mille
Impresa militare compiuta tra il maggio e
l'ottobre del 1860 dai volontari al comando di
Giuseppe Garibaldi; l'azione dei Mille pose fine
al dominio dei Borbone sul Regno delle Due Sicilie
e portò all'annessione di questo al Regno di
Sardegna, passaggio conclusivo nel processo di
formazione del Regno d'Italia.
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De Amicis
De
Amicis, Edmondo
(Oneglia, Imperia 1846 - Bordighera, Imperia
1908), narratore e giornalista italiano.
Appassionato patriota, dopo aver frequentato il
liceo a Torino si iscrisse alla scuola militare di
Modena. Come sottotenente prese parte alla
battaglia di Custoza. L'esperienza bellica è alla
base dei bozzetti raccolti nel 1868 in La vita
militare. Visto il successo dell'opera, si
dedicò alla letteratura e al giornalismo e, come
inviato della "Nazione" di Firenze, firmò
un reportage dalla Spagna, comparso in volume nel
1873. A questo seguirono altri cinque libri di
viaggio (tra cui Olanda, 1874, Marocco,
1876, Costantinopoli, 1878), che
consolidarono la sua popolarità.
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Antonio Segni
Segni,
Antonio
(Sassari 1891 - Roma 1972), politico italiano,
presidente della Repubblica (1962-1964). Fu tra i
fondatori della Democrazia Cristiana, deputato, più
volte ministro e presidente del Consiglio dei
ministri (1955-1957; 1959-60). Eletto presidente
della Repubblica nel 1962, si dimise nel 1964 in
seguito a una grave malattia.
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Leopardi
Leopardi,
Giacomo
(Recanati 1798 - Napoli 1837), poeta italiano, tra
i maggiori dell'Ottocento.
Voce
esemplare eppure dissonante del periodo romantico
della letteratura, nella sua breve esistenza rivelò
uno spessore speculativo e una potenza lirica tali
che la recente critica esita a stabilire il
primato dell’uno o dell’altra. Talento
precocissimo, Leopardi a quindici anni ha già
composto ambiziose opere erudite, oltre a due
tragedie, prose oratorie, un’orazione e altri
versi; a diciassette traduce i classici latini e
greci; attorno ai vent’anni una crisi
esistenziale, la salute già precaria, il
sopraggiungere della malattia agli occhi che
l’avrebbe tormentato tutta la vita, la ripulsa
per il mondo chiuso della sua casa e del luogo
natio fanno germogliare i fondamenti della sua
poetica, rafforzando in Leopardi la
predisposizione alla malinconia e al pessimismo
che troveranno nello Zibaldone e nelle Operette
morali la più compiuta formulazione
filosofica e razionale e negli Idilli la
massima resa lirica.
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