Il
nostro viaggio in Turchia ha inizio il 27 luglio 1998, dopo una lunga e
minuziosa preparazione invernale.
Alla
fine dovremmo essere in sette camper a partire da Palermo: due equipaggi il 27
luglio, gli altri cinque dovrebbero raggiungerci al confine Grecia/Turchia
intorno al 30 di luglio.
Ci uniamo al secondo camper che
traghetterà con noi a Brindisi e qui, dopo un pomeriggio d'attesa, finalmente
imbarchiamo in open deck alla volta di Igoumenitza nostro porto di sbarco.
E' una
traversata stressante a causa del troppo caldo che da qualche giorno ci
perseguita, ed è con sollievo che alle quattro del mattino, completate le
operazioni di sbarco, ci mettiamo alla guida dirigendoci verso Joannina, prima
meta del nostro percorso di avvicinamento in Turchia.
Infatti
abbiamo scelto di proposito di partire con qualche giorno di anticipo rispetto
al gruppo dei nostri amici proprio per poter avere l'occasione di effettuare
qualche tappa in Grecia con calma.
Visitate
le Meteore e Salonicco, ci dirigiamo al confine con la Turchia, in prossimità di
Alexandropulos. Qui, separatici dall'equipaggio che ci affiancava, in attesa di
essere raggiunti il giorno appresso dal gruppo, approfitteremo del mare greco
per fare qualche bagno, anche in considerazione del fatto che una volta giunti
in Turchia il mare lo rivedremo quasi alla fine del nostro viaggio.
E' il
pomeriggio del 1 agosto, quando arrivati i nostri amici
finalmente percorriamo gli ultimi chilometri che ci consentono di
attraversare il confine. Come in tutte le dogane orientali anche qui regna la
confusione ma, nonostante tutto, in circa 60 minuti riusciamo a espletare tutte
le varie formalità e ci
dirigiamo alla volta di Edirne, capitale della Tracia situata a pochi chilometri
dal confine con la Bulgaria.
Arriviamo in serata, ed è
splendido lo spettacolo che si pone davanti ai nostri occhi. Infatti la
moschea imperiale SELEMIYE CAMII è
lì davanti a noi in tutta la sua maestosità,
sfolgorante di luce. E' quel che si dice un buon inizio.
Dedichiamo
la mattina del 2 agosto alla visita della moschea imperiale
e della moschea Uc Serefeli Camii; poi poco prima di pranzo, partiamo alla
volta della mitica Istanbul.
Non ci
rendiamo però conto del gravissimo errore che stiamo commettendo. E' infatti
domenica e giunti alla periferia della città veniamo presi dalla morsa del
traffico. E' da incubo riuscire a districarsi tra le macchine ma soprattutto
evitare di essere coinvolti in qualche incidente perché si può dire un gran
bene dei turchi ma certamente non si può sostenere che siano corretti nel modo
di guidare.
Riusciamo
a giungere al posteggio indicatoci da alcuni amici senza alcun danno, e qui
possiamo constatare che effettivamente è proprio come ci era stato descritto.
A soli 3 minuti di passeggiata dalla celebre moschea Sultan Ahmet Camii, meglio
conosciuta come moschea blu.
Sistemati
i camper, partiamo subito per una breve escursione notturna. Istanbul è
veramente splendida. Nella piazza Sultan Ahmet
assistiamo ad uno spettacolo di suoni e luci con lo sfondo della moschea
blu, e dietro di noi l'altrettanto importante S. Sofia con i suoi mosaici.
Poiché
il lunedì gran parte dei musei sono chiusi, decidiamo di trascorrere questo 3
agosto in giro per Istanbul a bordo di un Dolmus (tipico taxi collettivo).
Vedremo cosi parte del corno d'oro, con le tipiche abitazioni in legno,
il ponte di karakoy (ponte di Galata), la torre di Galata.
Martedì
4 agosto viene dedicato alla visita del museo di S. Sofia,il Gran Bazar,
la Suleymaniye Camii ed il Misir Carsisi (mercato egizio o delle spezie).
Il 5
agosto riprendiamo le nostre
escursioni dalla Yerabatan Sarayi (cisterna bizantina) che ci appare come il
luogo più fresco sin qui raggiunto. Proseguiremo poi per la moschea di Beyazit,
la torre Beyazit Kulesi .
Giovedì
giornata dedicata al mattino al museo di Topkapi, con visita dell'harem ed al
pomeriggio al palazzo dei sultani Dolmabahce.
Il 7
agosto alle prime luci dell'alba, così da evitare il traffico caotico, lasciamo
Istanbul per dirigerci verso Bursa, prima capitale dell'impero ottomano.
Arrivati
nel pomeriggio iniziamo la visita della città dal cimitero della Muradye, l'Ulu
Cami e l'Orhan Cami ed il Bedesten (bazar coperto o bazar delle sete).
Il
mattino seguente, di buon'ora, ci rechiamo in centro per ammirare la Yesil Cami e
il mausoleo verde Yesil Turbe.
Visiteremo
anche una tipica casa ottomana in legno, che scopriremo essere fabbrica di
tappeti e qui dopo le innumerevoli spiegazioni uno dei nostri amici acquisterà
uno splendido "sumak".
L'8
agosto, subito dopo pranzo, ripartiamo in direzione Hattusa, capitale del regno
ittita, ed oggi tra le più importanti aree archeologiche della Turchia.
Il
trasferimento è pesante, sia per la distanza (sono circa 600 km) sia per le
condizioni delle strade; inoltre ulteriore aggravante sono i lunghi rettilinei
che incontriamo, che rendono noiosa la guida con le conseguenze facilmente
immaginabili.
Sosteremo
durante la notte a Eskisehir, un piccolo villaggio, cosi che l'indomani
di primo mattino riprenderemo la marcia per arrivare a destinazione ad Hattusa
intorno alle ore 13.00.
Incontrata
una guida locale, la faremo salire su uno dei nostri mezzi per farci
accompagnare al villaggio ittita.
Dopo
avere immancabilmente visitato anche qui la locale fabbrica di tappeti ci
dirigiamo ad un vicino motel, dove sosteremo per la notte,
usufruendo finalmente anche di
un attacco per la luce elettrica
per la ricarica delle batterie ma soprattutto di tanta acqua calda per le docce.
Come è
ormai nostra abitudine, alle 07,00 del mattino del 10 agosto riprendiamo il
cammino verso la Cappadocia.
Arriveremo
nel pomeriggio e resteremo abbagliati dalle
armonie del paesaggio. La strada che da Avanos porta ad Urgup è segnata
dagli spettacolari effetti dell'erosione del terreno tufaceo.
E
singolari sono le forme di torri, piramidi, guglie e soprattutto coni,
sormontati da blocchi di roccia dura, alti anche decine di metri.
Dormiremo
ad Urgup, dove ne approfitteremo per poter prendere un bagno turco in un tipico
hamman ottomano, e nei giorni che
seguono visiteremo le aree di Zelve, la Peribacalar Vadisi, la Valle di Goreme.
Un altro
piccolo trasferimento, circa 24 km, ci porterà alle città sotterranee di
Kaymakli e poi a quella di Derinkuyu. Qui tra stretti passaggi sotterranei,
scale ed angusti cunicoli accederemo a vere e proprie città, strutturate su più
piani (circa dieci), scavate nella roccia sino
ad una profondità di 75 metri.
Il 13
Agosto , attraversando prima la Valle di Ihlara (Peristrema) e con una breve
sosta al caravanserraglio di Sultanhani uno dei più antichi e meglio
conservati della Turchia; arriveremo a Konia, città del sufismo dove fu fondato
l'ordine della Mazlawiya, meglio noto come ordine dei Dervisci danzanti, dal
poeta Gialla Addin Rumi.
Da qui,
dopo una notte in campeggio per festeggiare il compleanno della mia piccola
Irene che compiva cinque anni,
riprenderemo la discesa dei monti direzione Antalya.
Prima di
arrivare una piccola deviazione ci porterà a visitare lo splendido teatro
romano di Aspendos che, con i suoi 14.000 posti a sedere, è oggi uno dei teatri
meglio conservati nel mondo.
Causa il
caldo torrido, è mezzogiorno circa, dovremo rinunciare alla visita di Perge.
Arrivati
ad Antalya nel tardo pomeriggio decideremo di pernottare a Side, famoso centro
archeologico, ma che scopriremo in seguito anche apprezzatissima località
balneare della zona. Qui rimpiangeremo le montagne e tutta la loro tranquillità. I graziosi bazar sinora
visitati sono ormai un lontano ricordo. Qui è tutto uno sfavillare di luci che
riporta alla mente le nostre località balneari, con le loro fiere prese
d'assedio da orde di famelici turisti. Indicazioni e listini prezzi scritti in
inglese, francese, tedesco, spagnolo e persino russo.
Abbandoneremo
il campo con una ritirata strategica, e
ritroveremo tutta la tranquillità da noi desiderata in una indimenticabile
passeggiata sul monte
Yanartas, ''la pietra che brucia''. Dopo una camminata di una mezz'ora
circa infatti arriveremo nella valle di Chimera, dove fiorì il culto di Vulcano,
dio del Fuoco. Qui infatti, da alcune fenditure della roccia, si sprigiona un gas
che s'incendia a contatto con l'aria. Chiudendo
le fenditure si avrà modo di spegnere la lingua di fuoco, che si
riaccenderà subito dopo aver rimosso l'ostacolo.
Ma a
parte questo fenomeno, la passeggiata si arricchisce anche con lo splendido
panorama che la montagna offre.
Ridiscesi
a livello del mare (eravamo a circa 1.350 mt), ci dirigiamo verso Demre.
Qui una
volta arrivati, avendo trovato una degna sistemazione in un posteggio, che ci
offre luce elettrica ed acqua calda a volontà, decideremo di sostarvi per due
giorni e di utilizzarlo come campo base oltre che per la visita della necropoli
licia di Myra anche per la
vicina isola di Kekova con le sue città sommerse.
E' il 16
agosto quando ripartiamo da Demre alla volta di Patara.
Nella
tappa di trasferimento approfitteremo di una breve sosta per vedere Kas, piccolo
villaggio di pescatori, con una baia fronteggiata dall'isola di Kastellorizon,
resa famosa dal film di Salvatores ''Mediterraneo''.
Patara
è una spiaggia lunga circa 20 km, dove tra un bagno di sole ed uno di mare, si
possono ammirare i resti di monumenti e tombe licie circondati da dune di
sabbia.
Dalyan,
e la sua spiaggia delle tartarughe, sarà la meta successiva del nostro viaggio,
non prima però di aver visitato i resti dell'antica capitale licia di Xanthos, dove, oltre il teatro di epoca
romana, è interessante notare l'accavallarsi di resti romani, bizantini e lici.
Dalyan
ci accoglie in una splendida mattina di sole adagiata sulle rive del fiume da
cui prende il nome; è dominata dalla parete rocciosa, sulla sponda opposta del
fiume, disseminata di tombe rupestri. Di sicuro interesse l'escursione in barca
alla spiaggia delle tartarughe ed alle rovine della vicine città di Kaunos
immerse in strani paesaggi acquatici.
Da Delyan, dopo un consulto generale, decideremo di partire alla volta di Pamukkale
e saltare alcune città di mare,
quali Bodrum, Mugla e Milas per paura di venire ancora una volta risucchiati dal
vortice dell'esodo turistico.
Arriviamo
a Pamukkale in serata e, subito dopo aver sistemato i nostri mezzi nel posteggio
del parco, decidiamo di fare una prima escursione notturna alle famose cascate
di pietra.
Approfondiremo
poi la visita il giorno successivo lasciando i camper di primo mattino, cosi da
evitare il fastidioso riverbero del sole sulle superfici bianche dell'area.
Prima di lasciare il posto, una visita al teatro romano e alle rovine
circostanti è d'obbligo.
Nel primo
pomeriggio partenza per Kusadasi, importante stazione balneare, dove ci
ricongiungeremo con un equipaggio nostro amico, separatosi a Xantos.
Decidiamo di pernottare a
Kusadasi per dar modo ai bambini di riposare un po’, prima di ripartire per la
vicina Efeso e le sue rovine.
Cosa
dire di Efeso se non che è magnifica. La sua grande via di marmo, l'imponente
biblioteca di Celso, la fontana di Adriano, il ginnasio le terme e tutte le
altre costruzioni testimoniano ancora
oggi la sua condizione di città ricca.
Poco
distanti da Efeso la Grotta dei sette dormienti e la casa della Vergine Maria,
dove secondo la leggenda (riconosciuta dalla Chiesa) visse la Madonna dopo la
resurrezione di Gesù Cristo.
Dopo Efeso raggiungeremo
Focea, evitando di proposito Smirne a causa delle numerose
raffinerie che rendono l'aria irrespirabile.
A Focea,
adagiata su un tratto di costa che è tra i più interessanti della Turchia,
riposeremo al mare per un giorno prima di separarci dai quattro equipaggi nostri
amici. Loro infatti, per problemi di tempo, rientreranno in Italia imbarcando a Cesme, mentre noi
ci attarderemo ancora qualche giorno, prima di prendere la via del
ritorno attraverso la Grecia.
Nostra
prossima tappa sarà la città di Pergamo ed il vicino Asclepion, il santuario dedicato al dio della medicina
Esculapio.
Lasciata
Pergamo, anche noi come Schliemann
coroneremo il nostro sogno, covato per tanti anni sui banchi di scuola, di
entrare a Troia. La sosta a prima
vista potrebbe apparire deludente, a causa della difficile interpretazione delle
rovine, che comunque emanano una indubbia suggestione legata al mito degli eroi
e al cavallo di legno, che per la
gioia dei più piccoli è stato ricostruito a grandezza naturale, con la sua
pancia sempre pronta ad accogliere al suo interno i visitatori cosi come gli
eroi di un tempo.
Lasciata
Troia e il suo cavallo, traghetteremo a Canakkale, per portarci rapidamente alla frontiera greca, per poter
giungere entro il 5 settembre a Patrasso, per l'imbarco di ritorno.
Ma del
nostro passaggio in Grecia ne parleremo in un capitolo a parte
a esso dedicato.