NUOVE PATOLOGIE        

VIROSI DA VARROA. molto temibili e diversificate, le virosi sono trasmesse dalla varroa tramite la suzione dell'emolinfa dell'ape sia nello stato pupale che adulto.      Vedi Le principali Virosi dell'ape  

Inserto sui principali trattamenti contro la varroa e le acariosi

Monitariamo la presenza di varroe tramite l'osservazione della loro caduta naturale (a cura Ing. Angrisani)  

Acido ossalico, consigli di somministrazione e dosi (a cura Ing. Angrisani)  

Lotta estiva alla varroa col Telaio Trappola (a cura Az.Agriapistica Le Fontane)  

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Vi sono numerosi virus trasmissibili, tra i più pericolosi troviamo il "virus delle ali sfrangiate " e i virus delle paralisi " lenta" e della paralisi "veloce". Mentre il primo virus dà le ben note ali rachitiche ( ma anche una debolezza dell'ape colpita),  i secondi portano al tremore e paralisi mortale dell'insetto. Ma forse questo è l'aspetto meno pericoloso delle virosi, infatti il problema maggiore é dato dalla mortalità della covata  . La covata é colpita a vari stadi delle sua crescita e col tempo può putrefarsi, accogliendo anche batteriosi  (amorisella, o altri batteri). Ciò porta ad un estensione della covata morta da una a più celle adiacenti. E' molto difficile individuare il principio dell'infezione, poiché le poche celle colpite sono difficilmente identificabili. Esse si presentano  con opercolo appiattito ma non infossato, all'interno la pupa nei suoi vari stadi, può essere morta e di color giallo/marrone  o in uno stato pastoso e semi-filante (ma non quanto la peste), l'odore é di putrefazione (a stadi avanzati percepibile all'esterno, anche se le api continuano a lavorare e ad importare polline e miele). L'infezione si propaga alla covata adiacente , poi ai favi  adiacenti, anche a causa della nutrizione della covata e dal tentativo di pulire le pupe morte. Non vi sono trattamenti curativi né preventivi, le USL consigliano la stessa sistematica della peste americana, ovvero distruzione delle famiglie e dei favi nei casi gravi, doppia messa a  sciame nei casi lievi.

Qualsiasi trattamento antibiotico o sulfamidico é completamente inutile poiché non colpisce i virus. L'unico cura é prevenire, combattendo la varroa.

  E' facilissimo confondere la virosi della covata con la peste americana, solo analisi di laboratorio, od un occhio molto esperto, possono rilevare la differenza.   

<- covata colpita da virosi sia opercolata che aperta, opercoli piatti    

-Vedi anche..(in inglese).... http://www.iacr.bbsrc.ac.uk/res/depts/entnem/research/briangrp/cdenholm/thbvs.html

UN NUOVO E TEMIBILE ACARO POTREBBE ARRIVARE DAI PAESI ASIATICI, la Tropilaelaps clarae

Nel Sud-Est asiatico la Varroa Destructor era in "buona compagnia" di un altro micidiale acaro, la T. Clarae. Questo acaro ha le stesse abitudini "alimentari" della Varroa, ma una potenzialità distruttivo ben maggiore, poiché il suo ciclo vitale é organizzato differentemente. Infatti tra deposizione e schiusa delle uova ( nelle celle opercolate contenenti pupe e ninfe di ape) passano solo 7 giorni e il ciclo può ripetersi fino a 3 volte con naschite di 4 nuove T. clarae ogni volta (totale 12 acari per cella di covata). Non solo, la fase foretica non si protrae per più di 2-3 giorni, poiché l'adulto di T. clarae non riesce a nutrirsi sugli adulti di ape. L'acaro é endemico, nei paesi di origine, sull'apis dorsata e cerana (ospite naturale della Varroa), nonché , é già stato segnalato in Afganistan, Iran, Africa sull'apis mellifica. Non é ancora segnalato in Europa. I danni causati all'apis mellifica sono gli stessi della varroa (deformazione delle ali e addome, morte pupale, covata non vitale e non compatta), con mortalità tra il 50%  e il 90%. La covata maschile, molto ambita, può essere parassitizzata fin al 100%.  In Spagna sono già state bloccate le importazioni di regine e sciami da alcuni paesi Extra UE toccati dalla T. Clarae e AETHINA TUMIDA  .

L'aspetto di questo acaro (dimensioni 1 mm di lunghezza per 0,5 mm di larghezza) é simile alla Varroa solo che la lunghezza del corpo é maggiore della larghezza, ma il coloro é molto simile . Attenzione, dunque all'importazione di regine e sciami !!!

Il corpo della varroa é più largo che lungo

Il corpo della Tropilaelaps é piu lungo che largo

 

SISTEMATICA PER COMBATTERE LA PESTE, la prevenzione é la sola vera arma per curare  le patologie in particolare quelle della covata. Ricercatori neozelandesi  hanno sviluppato un decalogo che può rivelarsi utile sia come strumento di prevenzione, sia a titolo cautelare in caso d'infezione. 
-accumulare una certa esperienza nel riconoscere le patologie ( foto, esperienza diretta, etc.. );    
-controllare la covata almeno in primavera e in autunno, in caso di dubbio chiedere ad esperti (Usl);
-non trasferire mai telai di covata senza una preventiva e profonda ispezione della covata; 
-trasferire materiale tra apiari solo se sicuramente esente da patologie o perfettamente sterile;
-evitare l'acquisto di telai con favi vuoti, utilizzare materiale usato solo previa sterilizzazione;
-evitare il saccheggio, fornire alimenti di supporto di provenienza certa, meglio se del nostro apiario;
-chiudere qualsiasi arnia deceduta al fine di evitare il saccheggio e disinfettare tempestivamente;
-colonie deboli o poco laboriose possono celare malattie alla covata, un controllo é di rigore;
  -diffidate degli sciami, se trasferite favi da bugni o sciami naturali é meglio inserire fogli cerei o almeno  controllare in modo molto accurato la covata prima di fissarla sui telai che supportano il favo;
-sostituite sovente , con fogli cerei, i vecchi favi che hanno contenuto diverse generazioni di covata.

Una diagnosi indicativa della peste a. si può fare usando una tazzina di latte tiepido e un cucchiaino di larve filanti infette, girante bene, se il latte coagula é peste . Purtroppo l'eliminazione sistematica della colonia o almeno della covata dubbiosa o morta é inevitabile, non esistono medicinali miracolosi, non esitate a far analizzare in laboratorio i favi, potrebbe essere pesta, ma anche virosi portata dalla varroa.  Vedi anche ( in inglese )  http://www.nba.org.nz/

TAVOLA SINOTTICA Principali Patologie della Covata

TAVOLA SINOTTICA Principali Patologie dell'ape adulta  

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Senotainia T.

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    Trappola      cromatica

 

SENOTAINIA  T.(mosca killer) Mosca che attacca le api depositando sul dorso una larva che penetra nell'ape nuterndosi del tessuto muscolare di questa, provocandone la morte. Le api colpite si trascinano per terra con le ali a K, non potendo volare. La larva schiude e si nutre del cadavere dell'ospite. Si interra e dopo 20 giorni da origine ad un nuovo insetto. Colpisce anche 60 volte al minuto depositando 700 larve nell'arco del suo ciclo biologico.Per abbattere le mosche ci si basa sull'attrazione di queste al colore bianco, si pongono delle striscie di plastica cosparse di colla moschicida o per topi, sul gocciolatoio o sulla parte anteriore del tetto. Si é notato che le mosche preferiscono le arnie esposte in pieno sole. Si potrebbe, dunque, tentare anche una difesa di questo tipo. Per testare il grado di infestazione si possono catturare alcune api ponendole in un recipiente trasparente in modo da permettere l'aereazione. Dopo un paio di giorni le api saranno morte, tenendo il recipiente in ambiente fresco e riparato dal sole, le larve di mosca schiuderanno nutrendosi del cadavere e si potranno contare nelle 24-72 ore dalla cattura. La rilevazione và effettuata per gruppo di arnie ogni due settimane. L'infestazione si manifesta nei mesi di maggio-luglio fino alla tarda estate. Già diffusa in Toscana, Emilia e nella zona adriatica, presenta casi anche in Calabria e nelle zone più calde ove il ciclo biologico é facilitato dal clima.

AETHINA TUMIDA  (scarafaggio delle api)  un nuovo temibile parassita che attacca covata, miele e polline, depositando le proprie uova nei favi, ove le larve si nutrono di miele e polline. Focolai in Sud Africa e Florida, primo allarme in Portogallo. Attenzione all'importazione di nuclei e pacchi d'api da queste regioni. (in inglese ) http://creatures.ifas.ufl.edu/misc/bees/small_hive_beetle.htm 

Vedasi anche quadro descrittivo dell'insetto e primi tentativi di contenimento   

 

API AFRICANIZZATE (ibridazioni)

API RESISTENTI ALLA VARROA da ricerche svolte  negli USA e in Messico risulta che l'ape africanizzata é maggiormente resistente alla varroa. Altre specie di Apis mellifica risultano avere un forte istinto di autopulizia   (caucasica). Sulla base di questi dati sono state sviluppate ricerche sulla selezioni delle famiglie portanti questo carattere ereditario. L'American bees Journal di dicembre 99, riporta la scoperta di famiglie di Apis mellifica resistenti alla varroa, ricerche svolte a Tucson (Arizona). E' già iniziato l'allevamento di regine e la distribuzione di questa nuova selezione. http://members.tripod.com/~Griffes/HIP1.html

SOUTH AMERICAN FOUL BROOD, questo nuovo batterio di peste Sud Americana non pare sia una variante della ben conosciuta Peste Americana, ma piuttosto un nuovo temibile focolaio batterico che stà decimando gli alveari latino americani.   Già la peste americana aveva presentato ceppi resistenti al sulfotiazolo e alle tetracicline ( a causa delle mutazioni genetiche trasmesse tra batteri tramite la membrana cellulare ), ma questo nuovo temibile batterio ha una innata resistenza agli antibiotici e sulfamidici in commercio. Attenzione dunque a tutte le fonti contaminanti provenienti da questi paesi.

BUMBLE BEE ROBBER FLY

La riduzione nella produzione di miele in America Latina ha risentito dell'invasione di un vorace predatore delle api, capace di distruggere  interi apiari . Simile ad un bombo, la Mallophora Ruficauda, cattura api, fuchi, regine e se ne nutre. Ha un atteggiamento simile alla nostra Vespa Crabro, ma una voracità  migliaia di volte superiore. http://www.inta.gov.ar/apinet/