IL RACCOLTO, MIELE,POLLINE, PROPOLI ....

Le api, una grande passione, ne abbiate due o duecento famiglie. Ma, oltre al mistero della natura che esse ci svelano, le api sono da sempre state, per l'uomo, oggetto di caccia (raccolta di miele e cera da sciami selvatici) e poi di allevamento.

Esamineremo brevemente le tecniche, maggiormente utilizzate, per far nostri  i meravigliosi prodotti raccolti dalle api.

MIELE. Le api raccolgono il miele nei favi. Dato che le arnie sono divise in parte inferiore detto Nido e superiore detto Melario. Il miele stoccato nella parte inferiore viene usualmente lasciato per la nutrizione delle api, mentre il miele del melario viene raccolto. Esso ha una migliore qualità, poiché il favo non dovrebbe aver mai contenuto covata.  L'apicoltore inserirà il melario solo quando il nido sarà pieno (la parte superiore dei telai imbianca, cioé le api allungano al massimo con nuova cera i favi già esistenti), oppure, potrà restringere con un diaframma il nido (su 7-8 telaini), in modo da costringere le api a salire nel melario (attenzione perché si costringe anche la regina a dover deporre solo su questi telai). 
Molti interpongono tra melario e nido una rete detta escludi-regina, con lo scopo di evitare che la regina salga nel melario per depositare uova, dunque rendere più difficile la smelatura dei telai del melario. Usualmente,  regine giovani e disponibilità sufficiente di spazio nel nido, rendono superfluo questo accessorio. Frapponendo telai da melario costruiti ad altri con foglio cereo si favorisce la salita a melario anche se disponiamo di melari nuovi e mai utilizzati.Una volta che  i telai saranno riempiti di miele ed opercolati, cioé chiusi da un fine strato  di cera, il miele avrà raggiunto un livello di umidità accettabile per le api e anche per noi, dunque una volta raccolto non fermenterà. Quando almeno 80% della superficie dei telai sarà opercolato potremo prelevarli. Vi sono alcune attrezzi detti apiscampo, che permettono di svuotare i melari dalle api. 
Vengono frapposti tra melario e nido (togliendo l'escludiregina), dopo 24-48 ore rimarranno pochissime api . Si possono scacciare le api  scuotendole manualmente o con getti d'aria, dopo averle affumicate. Il melario così svuotato, si porterà in laboratorio per l'estrazione . I telaini vuoti potranno essere concessi nuovamente alle famiglie, per un nuovo raccolto o per essere puliti dal miele residuo.

  

POLLINE. La raccolta del polline é più delicata, rispetto al miele. Le api usano il polline per nutrire la covata, dunque, prima di sottrarre polline alla famiglia, bisogna accertarsi che abbia abbondante scorte di questo ai lati della covata. Altro segno  che ci indica il momento venuto, per raccogliere il polline, é la presenza di fuchi a tutti gli stadi di crescita. Il polline é molto delicato, infatti le api lo insilano e fanno compiere una fermentazione, per  conservarlo. Il polline raccolto con le trappole non ha ancora subito questa procedura, dovremmo, dunque, evitare che assorba eccessiva umidità et essiccarlo in breve tempo, a bassa temperatura (35-40 gradi per 24 h.). 
Il polline può essere conservato  tramite congelazione in vasetti, oppure essiccato una volta scongelato. Per la raccolta vengono utilizzate trappole da porsi all'entrata  o sotto l'arnia l'arnia. Vi sono vari modelli, a voi la scelta.  La trappola non deve essere lasciata in funzione continuamente, ma solo per uno-due giorni (anche solo alcune ore al giorno), in modo tale che vi sia un afflusso di polline fresco nel nido. Il periodo migliore é dato dalle fioriture ricche di polline in primavera od estate, meglio in periodo di scarsa piovosità. La trappola viene piazzata qualche giorno prima del suo utilizzo, lasciandola aperta. Si metterà in funzione, preferibilmente, a mattino inoltrato, permettendo così alle api di svuotare i residui e cadaveri che si sono accumulati durante la notte.
La trappola può essere lasciata in funzione per la giornata e riaperta nel pomeriggio. E' bene che vi siano dei fori dedicati all'uscita continua dei fuchi, senza segregarli per tutto il giorno. E' opportuno che tutte le arnie siano munite di trappola, o almeno un gruppo ben distinto di queste, poiché la presenza della trappola favorisce la deriva.    Ringraziamo Adolfo Percelsi per i preziosi consigli forniti (vedi anche sue pagine su AOL).

 

PROPOLI : si può ottenere dal raschiamento delle superfici interne dell'arnia ( corpifavo, telaini, ecc.), oppure con la posa di reti in plastica a piccole maglie ( 2x2 mm o  3x3 mm.) collocate al posto del coprifavo, in tarda primavera et estate, frapponendo tra il tetto e la rete, alcune pezzi di legno che distanzino il tetto da questa. La sua produzione dipende dal tipo di piante presenti nella zona e dalla razza di api, poiché alcune sono maggiormente propolizzatrici di altre (caucasica), usualmente non più di 50-300g. Il raccolto della propoli può essere effettuando in una unica soluzione prima dell'invernamento, Per facilitarne il distacco è necessario porre la rete nel comparto freezer del Vs. frigo, in 20-25 minuti la propoli si solidificherà e assestando un colpo netto si sgretolerà in piccoli pezzi.

CERA si ottiene sia dai vecchi favi che dagli opercoli   del miele. I primi sono ricchi di impurità (esuvie), la cera che se ne ottiene é meno pregiata, specie parlando di biologico, dato che tutti i trattamenti contro le malattie delle api possono contaminare i favi stessi, anche a lungo. La cera da opercolo é molto più chiara e usualmente non entra in contatto con i vari presidi destinati a lottare contro le affezioni delle api. E' buona norma sostituire almeno 1/5 dei favi del nido ogni anno. Ciò allontana le patologie e favorisce la presenza di favi più regolari e meno deformati o con celle da fuco. Per la fusione della cera vi sono numerose metodologie. Sceratrici solari, elettriche a vapore, il vecchio metodo del pentolone d'acqua. I favi in pezzi vengono posti in un calderone con acqua e si porta a temperatura di fusione della cera (60 gradi). La cera galleggiando si concentrerà in superficie e raffreddandosi si rapprenderà. Dovremo eliminare le scorie sul fondo del pane di cera et eventualmente ripetere l'operazione. Vi sono, comunque, mille metodi et alternative (mettendo i favi in un sacco con una pietra nel pentolone, oppure versando il tutto in un recipiente conico, etc...)

VELENO. L'uso del veleno può essere fatto in modo diretto o indiretto. Nel prima caso l'iniezione di veleno é fatta facendo pungere direttamente l'ape. Nel secondo caso si deve procedere all'estrazione del veleno, tramite apparecchiature elettriche che stimolano l'istinto di attacco dell'ape. Usualmente vengono posti degli schermi di vetro attraversati da un circuito elettrico, sul quale le api depositano il veleno, raccolto dall'apicoltore tramite raschiamento con lame del prodotto essiccato.
PAPPA REALE. Per la produzione della pappa reale, secreta dalle ghiandole ipofaringee delle giovani api nutrici, si rinvia alla produzione di regine. Infatti si adottano gli stessi metodi per ottenere celle reali, solamente che per ottenere la gelatina reale, si sottraggono le celle reali dopo qualche giorno dalla concessione (prima dell'opercolatura), mentre per l'allevamento delle regine si prosegue lasciando che le celle reali siano opercolate. Una volta sottratte le celle reali, si elimina la larvetta e si preleva la gelatina con piccoli aspiratori. La pappa reale é molto delicata e và conservata in frigo, comunque per brevi periodi. Si consuma mista a miele, in percentuali variabili intorno al 10%.