Ed ecco infine Gianluigi
Toccafondo, col suo Porco e il suo Pinocchio, col suo
Cittadino terrorizzato o terrorifico, col suo Universo Mosso e Mutante,
movimentato e mutevole. Giocando con figure ben note e in apparenze
gradevoli e vivaci, Toccafondo potrebbe sembrare un uomo tranquillo, un
artista piacevole. Ma abbiamo già detto della fuga come molla di tante sue
storia: fuga o viaggio, poiché in fondo l’iniziazione alla vita e la
scoperta del mondo di Pinocchio sono percorsi pieni di trabocchetti,
viaggi pieni di insidie; nell’infanzia e verso l’età adulta; nella
fantasia e dentro piccoli universi letterari o cinematografici; nel
confronto con l’altro e con l’alterità che può essere assai faticoso e a
volte metter paura. Rivisita anche lui
piccoli e grandi miti; cerca anche lui negli stereotipi l’originaria
vitalità e rappresentatività degli archetipi; spazia anche lui nella
foresta delle figure note, ma sa metterle a confronto con altre meno
“affermate” (il porco in fuga, così realistico, infine, e che potrebbe
magari essere un personaggio secondario di Collodi del tutto plausibile in
quel contesto). Ma a tutto questo si aggiunge l’esigenza della
metamorfosi, come in una grande aspirazione di tutto e diventare altro,
come per una (attualissima) insoddisfazione delle scarse e fiacche forme
in cui siamo stampati dalla biologia e dalla storia, dalla società e dalla
cultura. Si cerca un altro stampo, o semplicemente si cerca di scappare,
costretti da non si sa cosa, cercando non si sa cosa. Anche Pinocchio non
può più essere il Pinocchio di ieri, con le sue acquisizioni, passo dopo
passo, nella strada della vita e della crescita.
Tutto è ormai più fragile e provvisorio, più mutevole, e anche le immagini
ferme hanno in sé la spinta del movimento, la sinuosità della linea di
fuga, i colori cangianti di un arcobaleno di nebbie che sfumano,
nascondono e, per un po’, anche coprono.
Gianluigi Toccafondo,
nato a San Marino nel 1965, ha frequentato l’Istituto d’Arte di Urbino.
Vive e lavora a Milano.
Lungometraggi
Le monde à l’envers (sequenze di animazione all’interno del film di
Rolando Colla, 1998)
Cortometraggi e sigle
La coda (1989); La pista (insieme a Simona Mulazzani, 1991); La
pista del maiale (cortometraggio autoprodotto, 1992); Media Salles
cinema d’Europa (sigla destinata al circuito delle sale
cinematografiche europee, 1992); Le criminel (un cortometraggio di
5’ per la SEPT/ARTE, 1993); Avanzi (ritratti animati di uomini
politici, Raitre, 1993); Tunnel (sigla, Raitre, 1994); Carosello
(con Elio e le storie tese sigla, Raidue, 1997); Pier Paolo Pasolini,
un poeta scomodo (sigla, Raidue, 1997); Almanacco delle profezie
(con Asia Argento, sigla, Raidue, 1997); 10 parole al 2000 (sigla,
Raitre, 1997); Pinocchio (un cortometraggio di 5’ per la SEPT/ARTE,
1998); Sipario Ducale (teatro musica e danza, festival delle terre
di Pesaro e Urbino, 1999); Sigla Festival del Cinema (Biennale di
Venezia, 1999)
Alcuni spot per la pubblicità
Woman finding love (insieme a Simona Mulazzani, per la Levi’s Los
Angeles, 1993); Sambuca Molinari (per cui continua a lavorare negli
anni successivi sempre con la regia di Pietro Follini, 1995); Rai, di
tutto di più (per la Rai, 1995); I bambini e la televisione
(per l’Arci di Roma e la Casa del Gioco di Mario Lodi, 1995); United
Arrows (spot d’animazione per uno store di abiti, Giappone 1998)
Mostre
La pista del maiale, tele e disegni (galleria l’Affiche, Milano,
1992); Le criminel (galleria Perquis, Parigi, 1993); Sequenze
(librogalleria Ferro di Cavallo, Roma, 1994); Toccafondo (galleria
Maya, Tokio, 1995); Pinocchio, serigrafie (galleria Squadro,
Bologna, 1995); Pinocchio (galleria l’Affiche, Milano, 1996);
Pinocchio (teatro Valle, Roma, 1998); Disegni (Galassia
Gütemberg, Napoli, 1998); Mutazioni di sogni in fuga (Pescheria,
Pesaro, 1999); Pinocchio (Palazzo delle Papesse, Siena, 1999);
Pinocchio (Space Try, Tokio, 1999); Bordello (galleria Squadro,
Bologna, 1999)
I film in programma
La coda
Italia, 1989, 2’, 35mm, colore, s.d.
tecnica: pittura su fotocopia; realizzazione: Gianluigi Toccafondo;
animazione: Gianluigi Toccafondo; musica: Astor Piazzolla; produzione:
Mixfilm (Milano).
La coda rielabora pittoricamente, attraverso la tecnica delle fotocopie
ritoccate -usualmente adottata dall’autore- topoi del cinema muto (e, in
particolare, sequenza del film di Buster Keaton), creando un suggestivo
confronto tra l’arte del movimento e il movimento dell’arte.
La pista
Italia, 1991, 2’, 35mm, colore, s.d.
tecnica: pittura su fotocopia; realizzazione: Gianluigi Toccafondo, Simona
Mulazzani; animazione: Gianluigi Toccafondo, Simona Mulazzani; musica:
tanghi celebri; produzione: Mixfilm (Milano).
La pista è il luogo del movimento; un percorso lungo il quale si
raccontano storie legate tra loro come cicli. Qualche vibrazione, in
accordo con un tango, annuncia la messa in scena di un amore inquieto,
troppo instabile per rimanere protagonista. Le corse degli amanti,
attraverso equilibri precari, suscitano incontrollate trasformazioni.
La pista del
maiale
Italia, 1992, 3’20”, 35mm, colore, s.d.
tecnica: pittura su fotocopia e riprese dal vero; realizzazione: Gianluigi
Toccafondo; animazione: Gianluigi Toccafondo; fotografia: Massimo Salvucci;
musica: Tiziano Tononi; produzione: Salvucci - Toccafondo.
Attraverso manipolazioni fotografiche e rielaborazioni pittoriche, un
percorso sulle tracce della storia ciclica e rituale della vita del maiale
nella tradizione marchigiana.
Le criminel (Il criminale)
Francia, 1993, 5’, 35mm, colore, s.d.
tecnica: pittura su fotocopia; realizzazione: Gianluigi Toccafondo, Simona
Mulazzani; animazione: Gianluigi Toccafondo, Simona Mulazzani; musica:
Julian Nott; produzione: Jean-Pierre Gibrat per Trans Europe Films
(Parigi).
“Il più semplice gesto surrealista consiste nell’uscire per strada,
pistola alla mano, e sparare a caso tra la folla” (André Breton). Il
delitto, la fuga, il paesaggio metropolitano, a metà tra un incubo
kafkiano e il citazionismo noir.
Pinocchio
Italia, 1999, 6’, 35mm, colore, s.d.
tecnica: mista; realizzazione Gianluigi Toccafondo; animazione: Gianluigi
Toccafondo; musica: Mario Marian; prod.uzione: Toccafondo - SEPT/ARTE
Rivisitazione della favola
di Collodi attraverso le avventure più peculiari del famoso burattino.
Biennale di Venezia
Italia, 1999, 1’, 35mm, colore, s.d.
tecnica: pittura su fotocopia; realizzazione: Gianluigi Toccafondo;
animazione: Gianluigi Toccafondo; produzione: Elica.
Sigla della Biennale di Venezia 1999 con Asia Argento.
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