Come costruire la pace nel mondo.

Il ruolo dell’Europa

 

Saluto di Jiki Konecny

Associazione KAP

Cari amici, permettetemi di salutarvi a nome della nostra Associazione Cristo e Lavoro di Praga di cui il prossimo anno facciamo la festa del Giubileo dei primi dieci anni di vita.

Ringrazio le ACLI della Lombardia per averci aiutato a fondare la nostra associazione e del vostro aiuto che ci offrite in ogni occasione.

Siamo felici perché prendete sempre parte ai nostri seminari di Velherad e vi ringraziamo del vostro invito che ci fate sempre per partecipare ai vostri incontri di Basilea. Sono stato anche due volte alle settimane di studio che si tengono a Motta di Campodolcino e lo scorso anno abbiamo partecipato al vostro congresso a Brescia.

Vi auguro buon soggiorno nella nostra Praga e vi auguro buon ritorno nella vostra Patria.

 

Angelo Levati

ACLI

Nei primi decenni del secolo XX° è nato tra le chiese cristiane quel fenomeno che va sotto il nome di "ecumenismo". E’ nato tra i missionari delle varie denominazioni cristiane che si trovavano a predicare agli altri popoli il Dio di Gesù Cristo. I nuovi fedeli, un po’ confusi, non solo per la nuova religione ma anche per il diverso modo di annunciarla, si domandavano "Come mai ci presentate la stessa divinità in maniera diversa?" I missionari, spinti da questi interrogativi, diedero inizio a quel dialogo tra le chiese cristiane che tuttora sussiste.

E’ di quegli anni anche l’iniziativa del pastore americano Paolo Watson che propose una settimana di riflessione e di preghiera all’anno per superare le divisioni tra i cristiani. Nella Chiesa Cattolica, in un primo momento, si recepì la nuova iniziativa come un "ritorno dei dissidenti alla chiesa cattolica" ma il Concilio Vaticano II° prende coscienza del problema e dichiara che "la divisione tra le chiese è la conseguenza dei peccati degli uomini", per cui tutte le chiese devono essere impegnate a pregare il Dio comune perché ci conceda il dono dell’unità proprio come auspicato dal Signore Gesù la sera dell’Ultima Cena "affinché tutti siano una cosa sola".

Negli anni a seguire vengono costituiti due organismi il cui compito è quello di tenere aperto il problema e proporre soluzioni per un cammino comune: i figli della Riforma e gli Ortodossi si aggregano nel Consiglio delle Chiese (KEK) con sede a Ginevra, mentre i Cattolici si identificano nel Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) con sede a S. Gallo.

Questi due organismi furono, e sono tuttora, i promotori di un processo ecumenico senza precedenti e organizzano quei grandi momenti europei che vanno sotto il nome di Assemblee Ecumeniche. La prima si tenne a Basilea, città dei tre confini, al centro dell’Europa, che ha una storia da raccontare sotto l’aspetto delle problematiche storico-religiose, come il Concilio di Basilea del 1431, convocato per risolvere, senza riuscirvi, le varie questioni sorte all’indomani del Concilio di Costanza. Quelle conclusioni aprirono di fatto le porte all’avvento della Riforma. Inutili furono i tentativi di Erasmo da Rotterdam per trovare soluzioni condivise per evitare quella rottura religiosa che ha provocato anche la rottura dell’Europa.

A Basilea, dal 15 al 21 maggio 1989, si parlò di pace, giustizia e salvaguardia del creato. Per la prima volta, dopo la grande scissione del 1054, tra la Chiesa dell’Oriente e quella dell’Occidente e quelle provocate da Lutero, Calvino e Zwuigli nel sedicesimo secolo e seguenti, settecento delegati provenienti da tutta Europa si ritrovarono l’uno accanto all’altro per prospettare un nuovo cammino tra le chiese cristiane europee.

Va riconosciuto il merito di questo primo incontro alla capacità dialogica e all’autorevolezza del Card. Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano e Presidente del CCEE che, assieme all’allora Metropolita di Leningrado e Novgorod, Alessio, che è l’attuale Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, presiedettero i lavori di quei giorni.

Da allora il dialogo e la collaborazione tra le chiese cristiane europee si intensificò e nel giro di pochi anni vide la luce il secondo appuntamento, dal 23 al 29 luglio 1997, a Graz (Austria), una nazione che, fino a qualche tempo prima, era politicamente neutrale ma che fungeva da cuscinetto tra Oriente e Occidente. A quell’Assemblea presero parte oltre diecimila fedeli: per la prima volta dall’Oriente, ormai tutto liberato dalle varie pressioni politiche, arrivarono migliaia di fedeli per affrontare il tema della riconciliazione.

Se Basilea fu una grande festa perché fu il primo incontro ufficiale dopo secoli, Graz rappresentò un momento fecondo ma difficile. Improvvisamente vennero alla ribalta problemi vecchi di secoli soprattutto nei rapporti tra l’Ortodossia e la Chiesa Cattolica Romana sulla questione del proselitismo e sulla presenza degli Uniati, che sono popolazioni che hanno conservato il rito ortodosso ma si sentono legati al Papa di Roma. Questione intricatissima che difficilmente, in breve periodo, potrà essere sciolta. Anche qui, la presenza di Martini come mediatore, portò a risultati concreti positivi.

Ora siamo in attesa del terzo incontro che si terrà nel settembre del 2007 in Romania, a Sibiu, città della Transilvania, regione che vive nel suo interno una somma di contrasti: lì vi abita una consistente colonia di Uniati, la regione è popolata da una forte minoranza ungherese e si trova in Romania e spesso la popolazione risuscita rigurgiti autonomisti nei confronti di Bucaresti. Una zona che è un crogiolo di contraddizioni, simbolo dell’attuale rapporto tra le varie denominazioni cristiane. Dall’appuntamento della Transilvania siamo speranzosi che si possa realizzare qualche passo in più e che le singole chiese ne siano arricchite dall’apporto delle altre.

Un’altra esperienza, non estranea al processo ecumenico, e di valore inestimabile, è l’esperienza di Taizé dove convivono monaci che appartengono a diverse confessioni cristiane. Taizé è un centro dove molti europei, ma anche persone provenienti dai quattro angoli della terra, si ritrovano per pregare, ognuno alla propria maniera, il Dio di Gesù Cristo. Taizé rappresenta una esperienza unica che si rivolge soprattutto ai giovani perché trovino quella strada non facile ma che li possa affascinare per impegnarsi per un mondo nuovo. Taizé forse rappresenta una soluzione per un futuro dove le singole chiese vedono buio. Il martirio, quasi senza senso di Frère Roger, loro fondatore, può essere uno strumento efficace da non poco per l’unità di tutti i cristiani e, nella prospettiva, per l’unità di tutti gli uomini.

Costruire la pace nel mondo attraverso l’Unità delle chiese è una strada non facile ma feconda. L’esempio delle Chiese Europee che, in questi ultimi vent’anni, hanno coltivato il dialogo tra loro, ha portato frutti un tempo insperati. Come ha fatto l’Europa, potrebbero fare anche gli altri Continenti.

 

Stanislava Jechova

Associazione Cristo e Lavoro . KAP

Cari amici, il ruolo dell’Europa per mantenere la pace mondiale innanzitutto va fatto nel rispetto della persona, perché l’Europa è fatta dai suoi abitanti che fanno scelte in una certa maniera. Con che cosa una persona, vivendo nell’Europa Unita può aiutare a mantenere la pace nel mondo? Ho scelti di parlare del ruolo della coscienza che si deve interrogare sulla pace mondiale, in primo luogo come cittadino e poi come cristiano.

Mi scuso per l’assenza dell’Ing. Rychetnik che attualmente è impegnato a Londra e che avrebbe dovuto fare lui la relazione al mio posto. Per questo incontro mi sono consultata con le idee del Card. Ratzinger sul tema "L’Europa un esempio di coesistenza tra le varie nazioni". Ne sono profondamente persuasa in quanto se l’Europa fosse priva del cristianesimo, tale coesistenza forse non sarebbe possibile. Quindi penso che ogni cristiano dovrebbe conoscere al meglio la storia religiosa dell’Europa e rendersi conto quali valori ha portato al nostro Continente.

"Ci sono valori che possono dare la pace non solo all’Europa ma anche al mondo intero". Così si è espresso nel 1980 il card. Ratzinger - egli evidenzia un fatto degli Atti degli Apostoli (Atti 16,9) Lo spirito del Signore ha impedito a Paolo di fare il missionario nella sua Patria in Asia Minore e Paolo vede in sogno Macedonio che lo supplica e dice "Vieni da noi e aiutaci" Questa sua supplica ha cambiato il corso della storia. L’Europa, attraverso la fede cristiana, è diventata l’Europa che noi conosciamo, che ne porta l’eredità di Israele a cui ha contemporaneamente incluso il suo spirito greco e romano.

Più tardi sono arrivati a questo appuntamento popoli slavi e germanici che hanno impresso una loro caratteristica. Ogni nazione europea deve ammettere che proprio la fede cristiana ha modellato la propria patria che, nel momento in cui la rifiutiamo, perdiamo parte della nostra identità.

Il card. Ratzinger cita tre testimonianze.

1. La dignità dell’essere umano. S. Paolo va dai Macedoni e porta loro il Dio di Gesù Cristo divenuto uomo. La sua figura sta nel centro della storia europea ed è la base di un nuovo umanesimo. Diventando Uomo-Dio, dà all’uomo la sua dignità. Se l’uomo fosse un prodotto di qualsiasi evoluzione, non sarebbe a un livello così elevato. Se però ogni essere umano è stato creato da Dio e Dio è diventato uomo, allora l’uomo ha pari dignità di Dio. Chi attacca l’uomo, attacca Dio e chi rinuncia alla fede, ne perde la base della dignità. La dignità umana e il rispetto dei diritti umani sono frutto della fede.

2. Dall’umanesimo cristiano è sorta la cultura cristiana. Il Card. Ratzinger fa degli esempi: mette in fila i valori. Il Figlio di Dio ha vissuto con un corpo simile al nostro e, alla fine, si è levato verso il cielo.

- Significa che i valori spirituali hanno la precedenza di fronte al resto. Apprezzare il consumo toglie la dignità umana. La cultura cristiana ha badato sempre a rendere onore a Dio. Le chiese costruite sono un omaggio alla grandezza di Dio nella stessa misura in cui Dio ha fatto uomo suo figlio. Quindi le chiese sono le oasi dell’umanità, della dignità spirituale e della prosperità delle genti. Per questo dobbiamo sforzarci di conservare l’identità europea.

- Alla cultura cristiana appartiene la dignità della coscienza e il riconoscimento del diritto. La coscienza è il segno che Dio parla con ciascuno di noi, per questo è necessario ascoltare la chiamata di Dio. Nessuno può fare quello che vuole ma deve sapere quale è la volontà di Dio per poter credere e vivere secondo la fede. Dio vuole da noi un consenso libero che esprime anche tolleranza e stima.

Dignità del matrimonio e della famiglia, ripristinato da Gesù Cristo con l’unione di una donna con un uomo appartiene al fondamento della cultura europea. Senza matrimonio cristiano non c’è nessuna cultura cristiana. La vera cultura europea non è solo una cultura dell’intelligenza, ma cultura del cuore, cioè cultura della misericordia e della giustizia sociale che si manifesta nell’amore ai deboli, agli ammalati, ai poveri, agli anziani, ai disabili. La cultura cristiana non solo ha provveduto a costruire chiese, ma anche ospedali, ospizi e altre case di cura.

Le diverse culture sono la ricchezza europea e, nei tempi migliori, non c’erano divisioni di affinità culturale e religiosa con una struttura organica con università, arte, ordinamenti e principi fondamentali sui cui si legiferava. Dopo le due dittature del secolo ventesimo (fascismo e comunismo) dobbiamo capire quale è la nuova strada dell’Europa nel dialogo con gli altri. E’ importante ritornare a vivere la fede nel Dio di Gesù Cristo in unione anche con le altri confessioni religiose e con coloro che sono alla ricerca di Dio.

Il Card. Ratzinger, nella sua città di Monaco di Baviera, dove al centro della città vi è una colonna mariana, madre comune, ci suggerisce una coesistenza pacifica anche con i paesi che prima erano nemici.

Il ruolo dell’Europa.

L’Europa dà un esempio al mondo con il suo processo di integrazione spontanea e pacifica:

Il ruolo dell’Europa è tanto affascinante che i vari popoli si sentono attratti da questo esempio e fanno richiesta di entrare, ad eccezione dei due paesi più sviluppati e ricchi come la Norvegia e la Svizzera.

Le condizioni per entrare sono l’acquisizione degli accordi di Copenaghen: di avere una economia di mercato operativa e di avere una libertà che consenta elezioni libere e libertà personali

E’ necessario essere solidali con i Paesi meno ricchi dell’Europa in modo che possano elevare il loro livello di ricchezza.

L’Unione Europea non ha polizia o esercito che controllino che tutto vada per il meglio e non può citare in giudizio un paese inadempiente con sanzioni pecuniarie o con l’esclusione dall’Unione.

In Europa troviamo tratti di una società che vuole vivere in pace e, in questo, è di esempio di tutti i paesi del mondo. Così pure l’Ufficio Internazionale del Lavoro di Ginevra sta creando occasioni affinché per tutti ci sia la possibilità di lavoro.

Alcune richieste: sono a conoscenza gli italiani del lavoro della Commissione Mondiale creata da Tarja Halonen, finlandese; Bejamin William Mkapa, Presidente della Tanzania e altri personaggi come Josef Stiglitz, premio Nobel per l’economia e il noto politico Hernando de Soto?

Sono a conoscenza gli italiani, e cosa ne pensano, della tassa di Tobin e se questa proposta ha avuto seguito?