IL SEMINARIO  "ASPETTI PSICOLOGICI NELLA GESTIONE DELLA MALATTIA CRONICA"
tenuto dalla  Dr.ssa Paola Catastini, CESIPC, Centro Studi In Psicoterapia Cognitiva, Firenze.

Relazione della Dott.ssa Raffaella Gnoato

Il Seminario era rivolto a tutti gli Operatori che lavorano in ambito delle Malattie Croniche e si è rivelato molto interessante  non solo dal punto di vista psicologico.
L'
Operatore può essere l'infermiere, il medico, il dietista, lo psicologo, il fisioterapista, l'assistente sociale, cioè colui che lavora in stretto contatto con i malati cronici. Egli in primo luogo deve essere consapevole del lavoro che deve fare con i malati cronici (Diabete, Fibrosi Cistica, etc…), solo in un secondo luogo deve essere competente.

La
Famiglia del malato cronico: l'operatore deve fare in modo che la sua comunicazione con il paziente e la famiglia sia costruttiva, deve cioè capire ciò di cui necessita il nucleo familiare. Un famiglia con un figlio malato cronico non è preparata ad affrontare la malattia del figlio. La malattia ferma il ciclo vitale della famiglia, si forma un muro sul futuro della famiglia stessa. La malattia si pone in modo devastante, nel genitore c'è un vissuto di colpa, però c'è un bisogno di sentirsi attivi perché c'è un bisogno di curare. Il genitore dopo un primo periodo di movimento (cosa dobbiamo fare,…) ha una fase depressiva.
Come può intervenire l'Operatore a livello comunicativo nella struttura?
Deve innanzitutto capire se la struttura-famiglia si sta nascondendo dietro la malattia, se ci sono delle barriere.
Deve togliere le difese (come per esempio la negazione) con cautela, inoltre deve riuscire a dare al paziente e ai familiari un giusto contenimento. L'Operatore deve riuscire ad instaurare alleanza e fiducia con la famiglia.
L'Operatore entra in confidenza con la famiglia però deve mantenere una certa professionalità, deve delimitare certi confini che fungono da contenimento. Lo psicologo è la figura dalla quale il paziente si aspetta più appoggio perciò è più difficile mantenere dei confini. Il paziente con malattia cronica è abituato ad avere tutto dall'assistenza, a volte tutto per lui significa anche l'assoluta disponibilità.
Nella dinamica di aiuto entrano in gioco delle dinamiche pericolose, si alternano avvicinamento e allontanamento da parte del paziente nei confronti dell'Operatore.
 
Nella malattia cronica viene accentuato il
Vissuto di diverso ("Mi sento diverso dagli altri"): l'adolescente si sente diverso anche perché gli altri lo fanno sentire diverso. L'adolescente cerca rifugio nelle figure genitoriali, però c'è un vissuto di ambivalenza perché in questa fase della sua vita vorrebbe svincolarsi, staccarsi dai genitori, invece è costretto ad una dipendenza nei loro confronti.

Il
Corpo nella malattia cronica: la malattia cronica influisce negativamente nell'immagine che l'individuo malato ha di sé stesso. C'è una rottura dell'immagine corporea, il corpo è un corpo "sporco".

La
Comunicazione con:
il bambino cronico
: è volta alla prevenzione della paura. L'operatore deve usare un linguaggio adeguato all'età, deve essere comprensibile, inoltre non dobbiamo nascondergli che la malattia può portare alla morte.
l'adolescente: l'Operatore deve riuscire a tenere l'aggancio emotivo dell'adolescente con la malattia; la comunicazione deve essere diretta e leale. L'operatore deve evitare un'alleanza con i genitori che spesso richiedono una collusione.
la famiglia: nei confronti della Malattia Cronica ognuno si pone in modo differente: a) fa più che può; b) si rende professionista, …
Le situazioni più rischiose sono:

  • la negazione della malattia;
  • l'allontanamento: di solito nelle coppie con una unione precaria, uno dei due coniugi si allontana dalla famiglia (di solito è il marito). L'Operatore deve instaurare una Comunicazione di appoggio con chi rimane, ma non di attacco con chi va via.

La Comunicazione dell'Operatore con la famiglia deve avere queste caratteristiche:
  • disponibile: capacità di ascolto, cercare di capire ciò che l'altro vuole dire;
  • chiara: essere leali;
  • di adattamento: ci si deve adattare al tipo di genitore che si ha di fronte.

Nella Malattia Cronica l'Operatore deve allentare l'obiettivo di guarigione e impegnarsi sulla Cura.
Nell'Operatore ci sono vissuti di perdita dell'onnipotenza ma deve rendersi conto di aver fatto il possibile.
Gli atteggiamenti sbagliati dell'Operatore sono diversi:
  • barricarsi nel ruolo terapeutico (il vedere nella terapia una possibilità eccessiva può portare, nel momento in cui la terapia ha dei limiti, all'impossibilità di curare, ad un momento difficile per l'operatore e per la famiglia).
L'Operatore deve riuscire, laddove c'è la consapevolezza di "cos'è" quel genitore, a cercare se c'è una strada per far cadere delle barriere su ciò che è il dolore, saper esprimere che cosa realmente è la malattia cronica. Il genitore deve riuscire ad esprimere ciò che comporta in lui la malattia cronica. E' qui che si costruisce la Qualità della vita.


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