LO STALLO

Per il sostentamento, un velivolo ha bisogno di sviluppare una forza diretta verso l'alto detta PORTANZA (lift) indicata con la lettera L e con coefficiente adimensionale CL. Intuitivamente questa forza aumenta linearmente all'aumentare dell'angolo d'incidenza (α), cioè all'aumentare dell'inclinazione dell'ala rispetto alla direzione della corrente. Però questo è vero solo fino a certi valori di α (13°/15°): oltre si ha lo STALLO.

Infatti la corrente fluida investendo il profilo perde via via la sua energia legata al moto, finchè non può più superare il gradiente di pressione avverso. Si distacca allora dal profilo e forma sul dorso una zona di fluido stagnante e vorticoso con pressione non molto differente da p: la scia. Nella parte del profilo dove c'è la scia si perde allora la portanza e l'effetto continua a farsi più importante man mano che si aumenta l'angolo d'incidenza (detto anche angolo d'attacco).

La condizione di stallo è pericolosa e deve essere evitata durante il volo: infatti raggiunto il cLmax un pilota che continuasse ad aumentare l'incidenza con il proposito di aumentare la portanza, otterrebbe improvvisamente l'effetto opposto, cioè una perdita di sostentazione.

Questo è un tipo di stallo proprio delle basse velocità, cioè subsonico. Alle alte velocità si può avere lo STALLO D'URTO, la cui fenomenologia è però diversa e lo tratteremo tra i prossimi argomenti.

 

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