Neurochirurgia, Ospedale Civile, Caserta, * Centro Diagnostico Napoli, Italia
L'eco-color-doppler vascolare costituisce l'esame standard nello studio della patologia aterosclerotica dei vasi sopraortici. L'ecografia ad alta risoluzione, il doppler pulsato e il color-doppler contribuiscono sinergicamente alla realizzazione dell'informazione ultrasonora e si completano a vicenda. L'ecotomografia documenta bene anche le minime lesioni di parete, ma non è affidabile nella valutazione quantitativa delle lesioni altamente stenosanti. Il doppler è poco sensibile nelle lesioni a basso profilo emodinamico, ed è assai accurato nelle stenosi emodinamicamente significative. Il color-doppler rappresenta in modo panoramico il flusso ematico, evidenziando come difetto di colorazione lesioni ipoecogene aggettanti nel lume del vaso, non visibili all'ecotomografia. Le informazioni derivanti dall'utilizzo contemporaneo delle tre metodiche permettono di definire accuratamente una lesione aterosclerotica, e di norma sono riportate nei referti degli esami eco-color-doppler. Esistono tuttavia delle informazioni, di carattere squisitamente anatomico, generalmente non riportate nei referti degli esami, che possono condizionare la scelta della tattica chirurgica. In questa sede saranno discussi alcuni argomenti di anatomia ecografica di specifico interesse chirurgico.
Normalmente la biforcazione carotidea è localizzata a livello del margine superiore della cartilagine tiroidea, all'altezza del processo trasverso di C4. Esiste tuttavia una grande variabilità nella posizione della biforcazione. Essa può essere localizzata più prossimalmente, fino a 6 cm. dal margine inferiore del corpo della mandibola, in corrispondenza del tubercolo carotideo. Un primo indizio che fa sospettare una localizzazione bassa della biforcazione, è dato dalla visualizzazione di un segmento particolarmente lungo della carotide esterna o interna. Se la carotide interna si visualizza per una lunghezza superiore a cm 3, è verosimile che la biforcazione sia posizionata prossimalmente (Fig. 1). In questo caso si dovranno studiare i rapporti della biforcazione con il muscolo omoioideo, e il limite inferiore della placca, e fornire queste informazioni al chirurgo. L'aggressione di una biforcazione bassa richiede infatti la sezione del muscolo omoioideo (Fig. 2), non sempre necessaria in caso di biforcazione normale o alta. Se non si fornisce questa informazione al chirurgo, può capitare che questi, reperti un vaso ritenendo che si tratti della carotide comune, e ne estenda cranialmente l'isolamento alla ricerca della biforcazione; il vaso invece è la carotide interna, per cui il chirurgo dovrà successivamente preparare l'arteria in direzione caudale, allungando inutilmente i tempi dell'intervento. La posizione della biforcazione va individuata in rapporto al limite inferiore della placca; infatti, in presenza di una biforcazione bassa, con una placca molto estesa in direzione prossimale sulla carotide comune, può non essere sufficiente una cervicotomia bassa, e rendersi necessaria una cervico-sternotomia. Di uguale importanza è per il chirurgo la segnalazione di una biforcazione alta. Questo dato va sempre fornito descrivendo il limite distale della placca, infatti se la biforcazione è alta, ma la placca è breve, il chirurgo potrà decidere di effettuare una normale cervicotomia, ed eventualmente asportare la placca con una endoarteriectomia per eversione. Se invece la biforcazione è alta e la placca è lunga (Fig. 3), il chirurgo deve progettare una esposizione della carotide interna distale, con un'incisione cutanea che va prolungata dall'apice della mastoide al davanti del trago (Fig. 4) e che prevede la sezione del ventre posteriore del muscolo digastrico, del muscolo stilo-ioideo e del legamento stilo-mandibolare (Fig. 5).
Le anomalie morfologiche da allungamento della carotide interna extracranica
sono distinte in tre tipi:
Flessuosità ("tortuosity"): allungamento con cambiamento di
direzione poco pronunciato, con curvature regolari e senza angolazioni.
Gli effetti emodinamici di questi allungamenti sono di solito nulli.
Anello ("coiling"): allungamento con arrotolamento a forma di cerchio
o di spirale più o meno stretto sull'asse longitudinale (Fig.
6). Questa anomalia spesso bilaterale e simmetrica, si riscontra nei
soggetti giovani e viene considerata congenita. Ha di solito sede alta
in rapporto alla biforcazione, in prossimità dello spazio retrostiloideo.
Anche questa anomalia in genere non ha effetti emodinamici. Può
tuttavia avere delle ripercussioni emodinamiche durante i movimenti di
rotazione del collo quando è associata a una agenesia delle comunicanti.
In questo caso va corretta chirurgicamente. Il trattamento chirurgico prevede
una esposizione alta della carotide interna come descritta precedentemente.
Plicatura ("kinking"): allungamento con brusco cambiamento di direzione
che configura una marcata angolazione con restringimento del lume. La riduzione
del flusso e della pressione a valle di una plicatura è proporzionale
al grado di angolazione. La correzione chirurgica è obbligatoria
quando coesiste una patologia aterosclerotica, quando si realizza cioè
l'associazione "placca + kinking" (Fig. 7). Esiste
infatti un'influenza reciproca tra plicature e placche, nel senso che i
vortici e le turbolenze generate dalla plicatura, favoriscono, quando il
kinking è prossimale, la progressione e la comparsa di complicanze
(vedi ulcerazione) della placca; le ripercussioni emodinamiche della plicatura
vengono invece aggravate dalla presenza della stenosi. La tecnica da noi
preferita per il trattamento di queste patologie associate è quella
di Lorimer modificata, che si effettua realizzando una resezione della
carotide interna e un reimpianto prossimale della stessa.
Il follow-up del paziente operato deve innanzitutto valutare la pervietà
del vaso. La comparsa di segni neurologici nell'immediato post-operatorio
è un'indicazione ad effettuare un eco-color-doppler d'urgenza per
escludere o confermare la trombosi del vaso e tentare la riesplorazione
chirurgica. La diagnosi di trombosi con il color-doppler è agevole,
e si manifesta con una "assenza di colorazione" del vaso occluso (Fig.
8).
Praticamente costante nella carotide operata è la cosidetta
iperplasia fibro-intimale. Si tratta di una neo-intima, che studi recenti
hanno dimostrato essere costituita da una deposizione di fibrina, e può
essere interpretato come un processo riparativo della parete arteriosa.
Ecograficamente si visualizza come una stria ipoecogena adesa alla parete
endoarteriectomizzata. È frequente rilevare nella sede dell'iperplasia
fibro-intimale velocità di picco sistolico al doppler pulsato di
120 cm.\sec. e fenomeni di turbolenza ben evidenti al color-doppler. Questi
reperti spesso rimangono invariati nel corso dei controlli seriati. Talvolta
il processo riparativo evolve, dal punto di vista istologico si ha proliferazione
di fibroblasti e di cellule muscolari lisce configurando il quadro della
restenosi (Fig. 9).
Una complicanza a distanza della carotide operata, è rappresentata
dalla formazione di aneurismi. Questi possono essere aneurismi veri, sia
fusiformi che sacciformi, più frequenti quando si utilizzano patches
in safena, o aneurismi falsi, in genere conseguenti a deiscenza della sutura
per infezioni della ferita chirurgica. L'aneurisma si evidenzia come una
formazione tondeggiante anecogena, nel cui lume sono presenti echi di varia
intensità derivanti dalla presenza di trombi (Fig. 10
e 11).
All'interno dell'aneurisma il flusso è turbolento e a bassa
velocità.
L'utilità dell'eco-color-doppler nel definire dal punto di vista eziopatogenetico la malattia cerebrale ischemica è oramai universalmente accettata. Abbiamo visto inoltre come essa può fornire utili informazioni al chirurgo. Esiste però anche un significato potremmo dire "in negativo" della metodica, nel senso che, in pazienti con TIA, crescendo TIA o con stroke, essa può non rilevare nulla . In questi casi, noi riteniamo che sia compito dell'esaminatore sensibilizzare un altro specialista, l'ecocardiografista, per effettuare un esame che ancora non fa parte della routine diagnostica del paziente con vasculopatia cerebrale ischemica, l'ecocardiografia trans-esofagea. Questa metodica ci sembra al momento la più sensibile per diagnosticare patologie alla base di ictus ancora definiti "criptogenetici". In particolare è stata individuata una popolazione di pazienti, comprendente soggetti giovani (età < 45 anni), senza cardiopatia nota, con eco-color-doppler negativo per patologia dei vasi carotidei, nei quali si è riscontrata una significativa prevalenza (30-50%), di trombosi auricolare sinistra, forame ovale pervio, vegetazioni endocarditiche , debris aortici e con ictus. Questa popolazione, anche in considerazione di un favorevole rapporto costo\beneficio, è quella candidata ad effettuare una ecografia trans-esofagea (TEE).
1. G. Rizzatto, L. Solbiati, "Anatomia Ecografica", Ed. Masson.
2. Anson, McVay, "Anatomia Chirurgica", Ed. SEU
3. C. Rabbia, R. DE Lucchi, R. Cirillo, "Eco-Color-Doppler Vascolare",
Ed. Minerva Medica.
4. Von Reutern G.M., Budingen H.J., "Sonografia Doppler Extra-Intracranica",
Centro Scientifico Editore.
5. P. Caiazzo, "l'Insufficienza Cerebro-Vascolare", Giuseppe Piccolo
Editore.
6. C. Franceschi, G. Franco, F. Luizy, M. Tanitte, "Compendio di Ecotomografia
Vascolare", Ed. Vigot.
7. P. Caiazzo, R. Carbone, E. Sannino, " La Stenosi Carotidea" (in
corso di stampa).
8. G. Di Pasquale, S. Vinelli, S. Biancolli, G.L. Pancaldi, A. Pozzati,
F. Ottani, S. Urbinati, G. Pinelli, "Ruolo dell'Ecocardiografia Trans-Esofagea
nei Pazienti con Stroke", Atti del Congresso Stroke 97, Montecatini