Il monastero di Gesù e Maria

Nel 1956, per richiesta della Chiesa che proponeva alle claustrali un impegno attivo nell’apostolato, e per i bisogni della nuova Parrocchia di S. Rita, la comunità delle monache agostiniane di via Orfeo venne a stabilirsi nel nuovo Monastero realizzato per l’interessamento di P. Gabriele Quinti.

Le monache avviarono le scuole di lavoro, il catechismo e l’asilo, dove si distinse lo zelo gioioso di Sr. Maria Pia, che il Signore si è ripresa ancora giovane nel 1970 e che ha lasciato un profondo ricordo di santità e di apertura umana.

Il dopo-Concilio riportò le Monache alla scelta fondamentale della vita di contemplazione e di clausura.

Ora la grata non impedisce loro di essere presenti spiritualmente.

C’è chi giudica inutile una comunità di clausura in un’epoca bisognosa di impegni. Noi crediamo che la vita dello spirito e la preghiera siano valori da riscoprire per molti e da approfondire da tutti, perché l’uomo maturi e si realizzi nella pienezza delle sue aspirazioni più autentiche e profonde.

LA MONACA AGOSTINIANA CHI E?

La Chiesa esige che ogni famiglia religiosa incarni il suo Carisma, ossia abbia la sua carta di identità ben leggibile, vissuta e non contraffatta.

Chi è dunque la monaca agostiniana?

Essa si ispira al grande S. Agostino che, dopo la conversione, istituì monasteri per rivivere l’esperienza della prima comunità ecclesiale di Gerusalemme in cui la comunione dei beni era il segno esteriore dell’unità dei cuori.

La ragione fondamentale per cui vi trovate riunite insieme è che abbiate un’anima sola e un sol cuore protesi verso Dio. Di nessuna cosa una può dire: questo è mio, ma tutto tra voi sia in comune dice S. Agostino nella Regola

La Comunità e la Comunione sono il campo di crescita, di aiuto scambievole, di dono fatto e accolto, di apostolato e di missione.

Programma entusiasmante, anche se non facile. Per questo si tende a realizzarlo in un cammino di fede con l’esempio e con l’aiuto di tanti nostri santi e beati tra cui spiccano S. Chiara da Montefalco e S. Rita da Cascia.