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IL BUFALO

 

Il bufalo indiano, è il diretto progenitore del bufalo domestico asiatico, ed europeo che oggi conosciamo, il Bufalo domestico, è un mammifero ruminante che appartiene alla famiglia dei Bovidi;  la cui pelliccia è di un colore grigio scuro ed le corna sono appiattite e ricurve all'indietro. Non è da escludere che sia dell’India, anche perché è simile con quello che vive ancora là allo stato selvatico. Amante di pantani ed acquitrini, sul terreno il bufalo è decisamente molto più impacciato che non nell’acqua. Il suo passo è molto pesante e la sua corsa, sebbene cammini molto, è molto stentata.

Il bufalo, in Europa ed in Italia è arrivato in ere preistoriche nel corso delle migrazioni, trovando facile adattamento nelle  zone temperate e dalla abbondanza di acque stagnanti.   Lo stesso era conosciuto anche all’epoca dei romani e fin dall’alto Medio Evo, i Papi stabilirono che una porzione delle paludi pontine dovevano essere utilizzate per il pascolo e l’allevamento dei bufali. Ma è soprattutto in Campania, nel basso Volturno e nella piana del Sele, che si diffonde con facilità, sfruttando quei pascoli altrimenti improduttivi a causa del continuo straripamento acque del Volturno e del Sele. In particolare questo periodo, tutta la zona del Casertano che dell’ Appia al mare, e dal Massico a Villa Literno si venne a popolare di centri di allevamento, che venivano comunemente dette “pagliare o procoi” ed assume il nome caratteristico di “Mazzone delle Rose”. Tali allevamenti si sono protratti fino ai giorni nostri, rappresentando uno degli allevamenti più caratteristici ed originali.Oggi questi lontani parenti dei bufali indiani e nord-americani, producono un latte molto più nutriente di quello della mucca, con un contenuto medio di proteine del 4,66% e un tenore grasso dell’8,08%. Questi valori tradotti in termini di energia, e a parità di lattazione, sono circa il doppio di quanto contenuto nel latte degli altri bovini allevati in Italia.Nel corso dei secoli le tecniche di allevamento e di trasformazione si sono molto evolute e oggi l’allevamento delle bufale è un settore in continua crescita ed espansione. Grazie alla tecnologia moderna, alle grandi opere di bonifica e alla trasformazione del territorio si è sviluppata un’industra zootecnica adeguata ai tempi. Gli animali, sono tenuti in una forma di allevamento stabulato e al posto delle paludi ci sono dei paddocks con laghetti artificiali e tettoie per proteggerli dalla calura estiva. In molte aziende si è adottato un regime di agricoltura di tipo biologico e nei loro campi vengono prodotti mais e foraggio senza ricorrere a concimi chimici. Le bufale pascolano in regime di semilibertà e i rigidi controlli sanitari mantengono gli allevamenti indenni da malattie come la brucellosi e la tubercolosi, in modo da poter lavorare il latte crudo, senza sottoporlo a pastorizzazione, così che sia preservato il gusto unico della mozzarella di bufala.Attualmente in Italia il patrimonio bufalino è stato stimato in circa 100.000 capi, di questi circa l’85% si trova in Campania.Nella solo provincia di Caserta sono stimati circa 70.000, capi , e 10.000 capi nel salernitano. All’Associazione nazionale Allevatori della specie Bufalina risultano iscritti più di 1250 allevamenti, di questi 980 sono a Caserta e 255 a Salerno. Gli altri sono nel basso Lazio.

 

 

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