SERMONI PROIBITI

A cura di: ARTICIOC


NOTA: Testi originali ripresi dalla versione latina della Bibbia: la Vulgata.



GENESI 19
E' il famoso episodio di Sodoma: ma non tutti sanno come va a finire.
4.prius autem quam irent cubitum viri civitatis vallaverunt domum a puero usque ad senem omnis populus simul 
    5.vocaveruntque Loth et dixerunt ei ubi sunt viri qui introierunt ad te nocte educ illos huc ut cognoscamus eos 
    6.egressus ad eos Loth post tergum adcludens ostium ait 
    7.nolite quaeso fratres mei nolite malum hoc facere 
    8.habeo duas filias quae necdum cognoverunt virum educam eas ad vos et abutimini eis sicut placuerit vobis dummodo viris istis nihil faciatis mali quia ingressi sunt sub umbraculum tegminis mei 
    9.at illi dixerunt recede illuc et rursus ingressus es inquiunt ut advena numquid ut iudices te ergo ipsum magis quam hos adfligemus vimque faciebant Loth vehementissime iam prope erat ut refringerent fores 
4 E prima che essi (gli angeli inviati dal Signore) andassero a coricarsi gli uomini della città si assembrarono presso la casa (di Lot) dal giovane fino al vecchio tutto il popolo insieme 5 e chiamarono Lot e gli dissero "Dove sono quegl'uomini che entrarono da te stanotte? Portaceli che li vogliamo 'conoscere'!" 6 Uscito da loro Lot dopo aver chiuso la porta dietro di sè disse:
7 No, vi prego fratelli miei non fate questo crimine 8 ho due figlie che non hanno conosciuto uomo, le porterò da voi e farete loro ciò che vorrete purchè non facciate qualche torto a questi uomini che sono entrati sotto il riparo del mio tetto."
9 Ma essi dissero: "Levati!" e poi:  "Sei come uno straniero venuto a fare il giudice, ora ti faremo di peggio di quel che volevamo fare a loro!" ed a Lot facevano ferocemente violenza, già stavano quasi per sfondare la porta
I libidinosi abitanti di Gabaa sono definiti "figli di Belial"; letteralmente "belial" significa "uomo senza valore", e piu' tardi avra' il significato generico di "essere malvagio", quindi la traduzione dell'epiteto e' "figli del male", cioe' "malvagi", secondo una forma grammaticale tipica delle lingue semitiche; ma il demone della demonologia medievale Belial e' il diavolo soprintendente ai piaceri sessuali e patrono degli omosessuali (era adorato nell'antichita' a Sidone e - guarda un po' - Sodoma) ed e' descritto come un demonio particolare (una specie di "diavolo patrono") della Turchia (forse come eco della pederastia del sultano Maometto II).

Da notare che Lot cerca invano di cambiare un peccato grave (la sodomia era punita colla morte, vedi Levitico 18,22 e 20,23) con uno minore: anzi peggiora la situazione. Con buona pace della morale ebraica.

Ma i due angeli salvano Lot e lo fanno uscire assieme alle sue due figlie conducendolo in un luogo che si chiamerà Zoar. Dopo la distruzione-bombardamento di Sodoma Lot si rifugerà in montagna colle due figlie.
31.dixitque maior ad minorem pater noster senex est et nullus virorum remansit in terra qui possit ingredi ad nos iuxta morem universae terrae 
   32.veni inebriemus eum vino dormiamusque cum eo ut servare possimus ex patre nostro semen 
   33.dederunt itaque patri suo bibere vinum nocte illa et ingressa est maior dormivitque cum patre at ille non sensit nec quando accubuit filia nec quando surrexit 
   34.altera quoque die dixit maior ad minorem ecce dormivi heri cum patre meo demus ei bibere vinum etiam hac nocte et dormies cum eo ut salvemus semen de patre nostro 
   35.dederunt et illa nocte patri vinum ingressaque minor filia dormivit cum eo et nec tunc quidem sensit quando concubuerit vel quando illa surrexerit 
   36.conceperunt ergo duae filiae Loth de patre suo  37.peperitque maior filium et vocavit nomen eius Moab ipse est pater Moabitarum usque in praesentem diem 
  38.minor quoque peperit filium et vocavit nomen eius Ammon id est filius populi mei ipse est pater Ammanitarum usque hodie
31 E disse la (figlia) maggiore alla minore: "Nostro padre è vecchio e non rimane in questa terra nessun uomo che possa unirsi con noi secondo la legge di tutta la terra. 32 Vieni, inebriamolo col vino e dormiamo con lui affinchè possiamo ricevere il seme di nostro padre."
33 Diedero quindi al loro padre del vino da bere quella notte e venne la maggiore che dormì col padre ma egli non se n'accorse nè quando sua figlia si coricò nè quando se ne andò.
34 L'indomani la maggiore disse alla minore: "Ecco, ieri ho dormito con mio padre, diamogli del vino da bere anche questa notte e dormirai con lui cosicchè riceveremo il seme dal nostro padre." 35 Anche quella notte diedero al padre del vino e, presentatasi la figlia minore dormì con lui e neanche allora si accorse d'alcunchè quando si coricò o quando essa s'alzò.
36 Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. 37 E la maggiore partorì un figlio e gli diede il nome di "Moab" : egli è il padre dei moabiti che (ci sono) ancora adesso. 38 Anche la minore partorì un figlio e gli diede il nome di "Ammon" cioè "figlio del mio popolo", egli è padre degli ammoniti che (ci sono) ancora adesso.
Sono da notare alcune cose: innanzitutto che l'antichità remota (già per il narratore ed ancor più per noi) dell'avvenimento lo ripara dalla possibile applicazione odierna; in secondo luogo, che a peccare non sono dei membri del popolo eletto ma due ragazze di una popolazione diversa, senza la consapevolezza del padre (sottolineata ad ogni trombata: nec tunc quidem sensit) e non per passione incestuosa ma per far continuare la propria stirpe ed, in più, avere la maternità, scopo della vita per la donna nell'antichità (eccetto pochi casi): entrambe cose impossibili e per la desolazione della zona dopo la distruzione di Sodoma, e per la scarsa appetibilità quanto a dote da parte di eventuali maschi di altri popoli circostanti (nullus virorum remansit in terra qui possit ingredi ad nos). Va anche sottolineato che per la singolarità del peccato e la forma rituale con cui esso viene messo in atto, pare di trovarsi di fronte ad un mito (d'ambiente cananeo od ebraico), forse accompagnato da un rituale (mimico?), nato per illustrare le origini di due popolazioni, moabiti ed ammoniti, i cui nomi etnici alludono all'incesto; infatti "moab" vuol dire seme del padre, "ammon" è una forma aggettivale di <<am>> (=prossimo parente); infatti molti popoli nascono, secondo la propria leggenda, da un incesto oppure esso è presente nelle loro leggende antropogoniche (inca per la prima opzione, scandinavi per la seconda). L'incesto era praticato presso le famiglie reali di Elam, Egitto (fino all'ultima dinastia, la tolemaica, che include anche la famosa Cleopatra), Perù antico.

GENESI 38, 9-28
Giuda, figlio di Giacobbe e fondatore dell'omonima tribù, fa' sposare suo figlio maggiore Er con una certa Tamar. Tuttavia Er "si rese odioso al Signore ed il Signore lo fece morire". A questo punto il secondo figlio di Giuda, Onan, fu esortato a compire il dovere del levirato, cioè di sposare la vedova (senza figli) del fratello affinchè il primo nato venga considerato prole del defunto. E' un'istituzione semitica antichissima che perdura ancor oggi nel mondo islamico. Tuttavia l'idea non garbava troppo ad Onan, il cui secondogenito con Tamar sarebbe stato considerato figlio suo e non avrebbe potuto quindi ricevere l'eredità di Giuda sul suo ceppo, tant'è che "introiens ad uxorem fratris sui semen fundebat in terram ne liberi fratris nomine nascerentur" (congiungendosi colla moglie del fratello suo sperdeva il seme per terra per non far nascere un figlio al fratello): insomma non tanto "onanismo" quanto piuttosto "coitus interruptus". A causa di ciò il Signore s'adira e fa morire anche Onan. Il terzo figlio di Giuda, Sela, era troppo giovane e Giuda procrastina il matrimonio con la vedova. Passa il tempo e Giuda pare pensare che Tamar porti scarogna, le son morti due mariti entrambi figli suoi ed il patriarca non vorrebbe il ripetersi del lutto. Ma un matrimonio per una donna di quei tempi era un'affermazione sociale e Tamar è decisa ad andare fino in fondo.
14.quae depositis viduitatis vestibus adsumpsit theristrum et mutato habitu sedit in bivio itineris quod ducit Thamnam
 eo quod crevisset Sela et non eum accepisset maritum 
   15.quam cum vidisset Iudas suspicatus est esse meretricem operuerat enim vultum suum ne cognosceretur 
   16.ingrediensque ad eam ait dimitte me ut coeam tecum nesciebat enim quod nurus sua esset qua respondente quid mihi dabis ut fruaris concubitu meo 
   17.dixit mittam tibi hedum de gregibus rursum illa dicente patiar quod vis si dederis mihi arrabonem donec mittas quod
polliceris 
   18.ait Iudas quid vis tibi pro arrabone dari respondit anulum tuum et armillam et baculum quem manu tenes ad unum igitur coitum concepit mulier 
   19.et surgens abiit depositoque habitu quem adsumpserat induta est viduitatis vestibus 
14 E lei deposta la veste vedovile si mise il velo e cambiato il vestire sedette presso il bivio sulla strada che porta a Tamna, poichè Sela era cresciuto ma lei non l'aveva ancora ricevuto come marito. 15 Quando Giuda la vide credette che fosse una puttana, infatti s'era coperta il volto perchè non venisse riconosciuta.
16 Accostatosi ad essa disse: "Lascia che io giaccia teco.", infatti non sapeva che fosse sua nuora. Lei rispose: "Che mi darai per godere del giacere con me?" 17 Disse: "Ti manderò un capretto del gregge". Al che lei rispose: "Dammi qualcosa come pegno finchè non mi farai arrivare ciò che mi prometti." 18 Disse Giuda: "Che vuoi che ti dia come pegno?" Rispose: "Il tuo anello, il tuo cordone ed il bastone che tieni in mano." Allora egli lo fece e dopo il coito la donna concepì.
19 Poi alzandosi se ne andò e deposto l'abito che s'era messa si rivestì cogl'abiti vedovili.
Poi si viene a scoprire che Tamar è incinta: secondo le usanze la si dovrebbe mettere al rogo ma la donna tira fuori anello, cordone e bastone davanti al suocero, che commenta: "Essa è più giusta di me poichè io non l'ho data a mio figlio Sela." E non ebbe più rapporti con lei. Tamar ottiene il figlio che Giuda le aveva promesso col matrimonio di uno dei suoi figli, ed è scusata -anche perchè di etnia cananea; Giuda è scusato coll'inconsapevolezza dell'incesto (ma in tutta la durata del rapporto Tamar non s'era mai levata il velo -mentre il resto sì?). Due note etimologiche: Tamar significa palma; nell'originale ebraico al v. 15 vien usato il termine "zonà", tradotto da S. Girolamo con "meretrix", indicante la donna che si prostituisce per lavoro, mentre più in la', al v. 22, verrà usato il termine "qedescià", sempre tradotto da S. Girolamo con "meretrix", che però in cananeo indicava la prostituta sacra che esercitava nei luoghi di culto cananei (ma era un'usanza diffusa anche in Mesopotamia) per compiere atti sessuali a scopo religioso-magico. Poichè la legge ebraica condannava questa istituzione pagana come immorale e per un uomo ebraico medio ci passava poco fra l'una e l'altra, i due termini vengono usati come sinonimi.

GIUDICI
Qui si ripropone un avvenimento molto simile a quello di Genesi 12: un forestiero entra in una città e rischia il culo.
Un levita, in viaggio con la sua moglie di secondo grado, si ferma a pernottare a Gabaa (fra l'altro, decide di evitare Gerusalemme/Iebus perchè abitata da pagani) accolto da un vecchio efraimita, ma gli abitanti della città lo vogliono per fargli violenza.
22.illis epulantibus et post laborem itineris cibo ac potu reficientibus corpora venerunt viri civitatis illius filii Belial id est absque iugo et circumdantes domum senis fores pulsare coeperunt clamantes ad dominum domus atque dicentes educ virum qui ingressus est domum tuam ut abutamur eo 
  23.egressusque est ad eos senex et ait nolite fratres nolite facere malum hoc quia ingressus est homo hospitium meum et cessate ab hac stultitia 
  24.habeo filiam virginem et hic homo habet concubinam educam eas ad vos ut humilietis eas et vestram libidinem conpleatis tantum obsecro ne scelus hoc contra naturam operemini in virum 
  25.nolebant adquiescere sermonibus eius quod cernens homo eduxit ad eos concubinam suam et eis tradidit inludendam qua cum tota nocte abusi essent dimiserunt eam mane 
  26.at mulier recedentibus tenebris venit ad ostium domus ubi manebat dominus suus et ibi corruit
22 Mentre banchettavano e dopo il travaglio del viaggio rifocillavano i loro corpi con cibo e bevande, vennero gli uomini di quella città, cioè i figli di Belial (=disgraziati, pervertiti) e riunitisi in cerchio e circondata la casa iniziarono a battere all'uscio del vecchio e dicendo "Portaci l'uomo ch'è entrato in casa tua affinchè abusiamo di lui".
23 Il vecchio uscì da loro e disse: "No fratelli non fate del male a colui che è entrato (da me), è un mio ospite e vedete di smetterla con 'ste porcate. 24 Ho una figlia vergine ed egli ha qui una concubina, ve le porterò affinchè le possediate e la vostra libidine s'appaghi ma non fate questa infamia contro natura nei confronti di quell'uomo!".
25 Non volendo calmarsi dopo il suo discorso allora l'uomo si decise a prender la sua concubina e portarla a loro che ne abusarono tutta la notte lasciandola l'indomani (mattina).
26 E la donna sul finire della notte venne all'ingresso della casa dove stava il suo signore e la restò.
L'uomo, uscito quando era chiaro, la trova morta per terra. Allora la caricò sull'asino, la portò a casa, tagliò il suo corpo in 12 pezzi che mandò come bando di guerra alle varie tribù d'Israele per mobilitarsi e vendicare l'assurda infamia compiuta dai gabaiti. Questo farà scoppiare una guerra fra la tribù di Beniamino, cui apparteneva Gabaa, e gli altri isareliti, che vincono costringendo i beniaminiti superstiti - a seguito del voto di non dar loro più moglie- a rapire delle vergini da Iabes dopo aver sterminato gli altri abitanti della città che s'era sottratta al bando.
Che dire? la storia rieccheggia fin nelle frasi (nolite quaeso fratres mei nolite malum hoc facere Gen 19,7; nolite fratres nolite facere malum hoc Gd 19,23) l'episodio di Sodoma e più in la' anche il problema della prosecuzione della stirpe, tant'è che non saprei dire se è stato Giudici 19 ad ispirare Genesi 19 o viceversa.
 

GENESI 12: Abramo scambia le corna colla vita (e  un po' di bestiame).

11.cumque prope esset ut ingrederetur Aegyptum dixit Sarai uxori suae novi quod pulchra sis mulier 
12.et quod cum viderint te Aegyptii dicturi sunt uxor ipsius est et interficient me et te reservabunt 
13.dic ergo obsecro te quod soror mea sis ut bene sit mihi propter te et vivat anima mea ob gratiam tui 
14.cum itaque ingressus esset Abram Aegyptum viderunt Aegyptii mulierem quod esset pulchra nimis 
15.et nuntiaverunt principes Pharaoni et laudaverunt eam apud illum et sublata est mulier in domum Pharaonis 
16.Abram vero bene usi sunt propter illam fueruntque ei oves et boves et asini et servi et famulae et asinae et cameli
11 E quando fu sul punto di entrare in Egitto Abramo disse a sua moglie Sara: "Ora, so che sei una bella donna 12 e che quando gli egiziani ti vedranno si diranno: è moglie sua e uccideranno me mentre lasceranno in vita te. 13 Quindi di' -ti prego- che sei mia sorella cosicchè io possa ottenere dei vantaggi e la mia vita continui grazie a te.
14 Quando appunto Abramo entrò in Egitto gli egiziani videro che la donna era molto bella 15 ed i principi lo vennero a riferire al Faraone e la lodarono presso di lui e la donna fu portata nella casa del Faraone.
16 Si comportarono invero bene con Abramo a causa di lei e gli portarono pecore e buoi ed asini e servi ed ancelle ed asine e cammelli.
poi Faraone contrae una malattia ad opera del Signore (flagellavit autem Dominus Pharaonem plagis maximis) e, scoperta grazie a ciò la verità, decide di ridare Sara ad Abramo e di levarseli di torno facendoli tornare in Palestina.
Da notare che Abramo ritiene lecito lasciarsi mettere le corna pur di premunirsi contro la "feroce libidine" di quei popoli ; cionondimeno l'adulterio è considerato atto gravissimo dal narratore che fa punire il pur inconsapevole Faraone con piaghe (e ciò è indice che il racconto nacque od ebbe la sua prima rielaborazione in ambiente prebabilonese, forse attorno agli inizi della monarchia, quando la morale ebraica era ancora in formazione). Del resto, come poteva Dio punire Abramo se era stato in lunga analisi lui a farlo peregrinare e finire, a causa di una carestia, in Egitto?
Fra l'altro è stato fatto notare che questa leggenda riecheggia un po' la vicenda dell'Esodo (Israele trattenuto contro voglia in Egitto dopo esserci andato per sfuggire alla carestia; Faraone punito con piaghe; uscita dall'Egitto cogli armenti).


Nella Santa Bibbia non solo ci sono passi "sporchi"(con un erotismo da caprai) ma anche passi di tale stupidita' e cattiveria da meritare un posto nella nostra antologia.

Sichem, figlio di Camor re degli Evei, stupra Dina, figlia di Lia e di Giacobbe; tuttavia poi decide di offrire un matrimonio di riparazione al patriarca; egli acconsente a patto che gli Evei si circoncidano ed il suo popolo s'unisca a loro. Camor accetta ma...

25.et ecce die tertio quando gravissimus vulnerum dolor est arreptis duo Iacob filii Symeon et Levi fratres Dinae gladiis ingressi sunt urbem confidenter interfectisque omnibus masculis
26.Camor et Sychem pariter necaverunt tollentes Dinam de domo Sychem sororem suam
27.quibus egressis inruerunt super occisos ceteri filii Iacob et depopulati sunt urbem in ultionem stupri
28.oves eorum et armenta et asinos cunctaque vastantes quae in domibus et in agris erant

25.Ed ecco il terzo giorno quand'essi (gli Evei) erano sofferenti per la ciconcisione (fa male...),due figli di Giacobbe, Simeone e Levi, fratelli di Dina, entrarono con sicurezza nella citta' armati di spade ed uccisero tutti i maschi.
26.Uccisero anche Camor e Sichem e tolsero Dina, loro sorella, dal palazzo di Sichem
27.Quindi i due figli di Giacobbe si gettarono sui morti e saccheggiarono la citta' per vendicare lo stupro della sorella
28.(portarono via) le loro pecore, le vacche e gli asini e distrussero tutto il resto (lett.: quel che rimaneva nelle case e nella campagna)
Tornati a casa col bottino, Simeone e Levi vengono rimproverati da Giacobbe che per primo disprezza l'atto vigliacco e teme rappresaglie; quindi parte con armi e bagagli per Betel per levarsi dalla zona ormai non piu' disposta amichevolmente.


STRAGI & MASSACRI
Gli Ebrei, giunti dall'Egitto, trovano Canaan gia' abitata e pensano (come faranno poi i loro discendenti 3000 anni dopo) di levare l'impiccio nella maniera piu' semplice: eliminando il problema.
Secondo il libro di Giosue' in tutto vengono sconfitti ed uccisi 31 re e votate allo sterminio le popolazioni di Gerico (tutti: uomini, donne, bambini ed animali eccetto la famiglia di una puttana che aveva nascosto due spie israelite, gia' allora attive; 12000 fra uomini, donne e bambini). Dopo una dura battaglia uccidono coi loro eserciti Adoni-Zedech, re di Gerusalemme, Oam, re d'Ebron, Piream, re di Iarmut, Iafia, re di Lachis e Debir, re di Eglon; anche le loro citta' vengono votate allo sterminio. Una sorte analoga capita alle citta' di Azor, Iobab, Madon, Simron ed Acsaf. Infine Giosue' massacra gli Anachiti, popolo ostile delle montagne di Giuda ed Israele. In definitiva vengono massacrati tutti i popoli e molti animali della terra di Canaan tranne i Gabaoniti, che si sottomisero in semischiavitu'.
I coloni inglesi in America usavano descriversi come "nuovo Israele": infatti loro ed i loro discendenti massacrarono 6 milioni di indiani sul totale di 7.000.000 esistenti prima della scoperta di Colombo.

Pure la rivolta dei Maccabei mette in mostra l'animo sanguinario degli Giudei. Infatti nel secondo libro dei Maccabei (non canonico per Protestanti ed Ebrei), capitolo 10, Giuda Maccabeo assedia 9.000 Idumei alleati di Gorgia, stratega del re di Siria. Questi Idumei si rifugiano in "due torri fortificate a regola d'arte e fornite di tutto l'occorente per resistere."(vers. 18) Poiche' l'assedio va per le lunghe Giuda Maccabeo "si reca in zone piu' critiche" e lascia in sede Simone: alcuni suoi uomini si vendono al nemico ma come Giuda viene a saperlo li cattura, li processa e li fa giustiziare, quindi prende d'assalto i due torrioni. "Essendo riuscito in tutto con le armi in mano, mise a morte nelle due fortezze piu' di 20.000 uomini" (vers. 23). Ci si domanda come abbian fatto i 9.000 Idumei assediati ad aumentare di numero (di piu' del doppio). Boh!! Sara' stato un miracolo come tanti altri...



COME MAI SONO APOCRIFI?

"Qual vulva l'ha generato?
(Infanzia di N.S. Gesu Cristo secondo la versione Georgiana)

Parecchi Vangeli e scritti religiosi non sono stati iscritti nel Canone per motivi "politici", cioe' perche' scritti da eretici e contenenti conclusioni scomode alla gerarchia ecclesiastica. Ma non sempre; altri sono stati dichiarati invece apocrifi semplicemente perche' poco attinenti con la figura del Cristo o, meglio ancora, con l'ideale religioso cristiano (e dico cristiano in generale, non semplicemente cattolico).
In pratica, alcuni vangeli erano scritti da persone dotate di una crassa ignoranza, di misticismo cosi' basso e popolare da essere assai....poco mistico; di aspirazioni religiose tanto grossolane da rendere estromissibili le loro opere. In pratica certi vangeli apocrifi stanno ai libri canonici come un filmaccio di Chuck Norris sta ad un capolavoro di Kubrick; si trattava cioe' di un onesto "intrattenimento" religioso per chi di religione ne capisce poco e poco gli basta per sentirsi elevato.

Per esempio: come si fa a sapere che Maria era vergine?
Qualche buon cristiano ci ha pensato su arrivando a concludere che il pulzellaggio della Madre di Dio non poteva venire provato che cosi':

Dalla Nativita' di Maria o Protovangelo di Giacomo (scoperto da Guglielmo Postel nel XVI secolo) si ricava:
Giuseppe chiama una ostetrica per vigilare Maria partoriente; una volta fatto cio' "[19,3]Uscita dalla grotta l'ostetrica disse (all'amica):
- Salome, Salome, ....una vergine ha partorito! -
- Viva il Signore, se non ci metto il dito e non esamino la sua natura non credero' mai che una vergine abbia partorito. -
[20,1]Entro' l'ostetrica e disse a Maria:
- Mettiti bene, attorno a te c'e' un grande contrasto. -
Salome misse il suo dito nella natura di lei, e mando' un grido, dicendo:
- Guai alla mia malignita' ed alla mia iniquita', perche ho tentato il Dio vivo ed ora la mia mano si stacca da me bruciata! -

Dall'Infanzia del Salvatore (cod. Arundel 404):
l'ostetrica esce dalla grotta e riferisce quanto successo, dopo il parto, a Giuseppe:
[75]- In cuor mio pensai se per caso nella matrice della fanciulla non fossero rimasti altri feti, come a volte capita alle partorienti; con questa preoccupazione temevo che venisse meno. Mi accostai a lei e, palpandola dappertutto, la trovai assolutamente esente non solo dal sangue ma anche purissima da ogni contaminazione del corpo o da macchia di qualsiasi genere [....]Ho riscontrato che questa fanciulla che ha generato questo bambino e' vergine non solo da prima del parto ma anche dopo aver partorito un maschio. -
E poi Simone, figlio maggiore di Giuseppe, la chiama "fortunata" e "beata donna" per aver potuto constatare cio'. Fin qui' tutto regolare. Ma poi arriva un'altra ostetrica, amica della prima, che fa come San Tommaso...:
[77]Ed ecco che mentre si incamminarono si fece incontro loro un'altra ostetrica di nome Salome, e si salutarono. L'ostetrica (che aveva aiutato Maria a partorire) disse:
- Ho una cosa nuova da dirti, Salome. -
E quella rispose:
- Di che si tratta? -
L'ostetrica le disse:
- Una vergine ha partorito un maschio [....] -
- Se proprio non constatero' io stessa non credero' che una vergine partorisca.-
E quella all'ostetrica:
- Andiamo assieme da lei. -
Entrate da Maria, Salome le disse:
- Allargati figlia, affinche' t'esamini e sappia se e' vero quanto mi ha riferito Rachele (l'altra ostetrica, quella che aveva aiutato Maria a partorire) -
Avendo Maria acconsentito, quella scruto' diligentemente in sua presenza e trovo' che tutto era proprio come le aveva detto l'ostetrica. [78]Quando pero' estrasse la sua mano destra dall'ispezione, per il grandissimo splendore, subito le si inaridi'.

Nel Codice Hereford 3.0.9 la scena si ripete pari pari ma il nome del'ostetrica che aiuto' maria e' Zelam.

Dal Vangelo dello Pseudo Matteo:
....Entrata Zelomi nella grotta (dopo esser stata richiesta da Giuseppe), essa disse a Maria:
- Permettimi di toccarti. -
Dopo di che lei si lascio' esaminare, l'ostetrica esclamo' a gran voce dicendo:
- Ha concepito vergine, vergine ha generato e vergine e' rimasta! -
Da notare che queste parole, dette da un personaggio d'una opera apocrifa, sono le stesse che oggi la chiesa sostiene.(1)
Ma che squallore! Che scena degna di pellicole quali "Eiaculazione da Tiffany" oppure "Otto sotto un retto"!
Non stupiamoci quindi che siffatti capolavori siano stati esclusi dal Canone cristiano: sono molto peggio dei culattoni di Sodoma o dei trucchi di Tamar per diventare madre!

(1) Nota: Il Concilio Lateranense del 649 d.C. ha decretato la perpetua verginita' di Maria ante partum, in parto, post partum.
Le Traduzioni sono di Luigi Moraldi, Torino 1971.



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