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Da : Il Valdarno News, anno 5, n.47,

14 dicembre 1999, pag.3

L'ARTE E LA CITTA’ 
In mostra le opere della collezione del comune
di San Giovanni Valdarno

Sabato 18 dicembre verrà inaugurata alle ore 17,30 presso la Casa Masaccio di San Giovanni Valdarno la mostra dal titolo "L'arte e la città : opere storiche e acquisizioni recenti della Collezione d’arte comunale". Ne parliamo in anteprima con il curatore, Alessandro Tempi, che è anche il conservatore della Collezione.

Innanzitutto, Prof. Tempi, com’è nata questa mostra e perché ?

La mostra nasce dall’esigenza di dar conto di come si è accresciuto la Collezione Comunale negli ultimi quattro anni, da quando cioè essa è stata formalmente costituita nel 1995. Già in quello stesso anno, del resto, essa era stata presentata al pubblico (la mostra si intitolava "La sponda del presente", n.d.r.) ed in precedenza essa era stata esposta per la prima volta nel 1991 quando, da assessore, mi preoccupai di raccogliere e cercare di catalogare sistematicamente tutte le opere che erano sparse per gli uffici comunali e perfino nei magazzini. In otto anni ovviamente la Collezione si è ulteriormente arricchita ed è giusto che, a questo punto, si dia conto alla cittadinanza ed al pubblico dell’arte in genere di un patrimonio di cui tutti, come cittadini, in qualche modo siamo titolari.

Com’è nata la Collezione d’arte comunale ?
Per la verità alla sua origine vi è un’evidente anomalia, nel senso che per molto tempo le opere possedute dal Comune, che provenivano dai vari Premi Masaccio degli anni Sessanta, da donazioni private e da acquisizione fatte fra gli anni Settanta ed Ottanta, sono preesistite alle Collezione. Per molto tempo, insomma, il Comune ha solo "posseduto" queste opere, senza porsi problemi di catalogazione, di collocazione e perfino di restauro. Poi, quando sono stato assessore, ho cominciato e pensare che questi "beni artistici" potevano diventare una risorsa vera e propria per la città, con una reale capacità di attirare interesse e pubblico. Bisognava insomma creare la Collezione, collocarla in uno spazio adeguato, darle un catalogo, pubblicizzarla. Ci siamo riusciti, anche se parzialmente, solo nel 1995. Ed oggi la Collezione attende ancora di essere riunita in maniera permanente e stabile.

Che cosa significa esserne il conservatore ?

Un conservatore fa esattamente quello che il termine dice : conserva, vale a dire il suo compito è quello di assicurare la sopravvivenza nel tempo delle opere d’arte presenti in Collezione. Oggi ovviamente questo compito si è enormemente allargato, articolandosi in funzioni diverse : non solo di catalogazione o museografiche, ma inerenti la promozione e la pubblicizzazione della Collezione o le procedure di acquisizione delle opere, che possono variare di caso in caso (donazioni, lasciti, eredità, acquisti etc.). Nel mio caso, tuttavia, essere il conservatore della Collezione d’arte comunale significa, oltre alle funzioni tecniche di cui parlavo prima, lavorare per accrescerla al fine di renderla una vera e propria risorsa per la città.

Quali saranno, dal 2000 in poi, le prospettive della Collezione ?
A tutt’oggi la Collezione necessita ancora di uno spazio adeguato in cui riunirla nella sua completezza e di un catalogo attraverso cui pubblicizzarla. Dobbiamo insomma fare ancora molto per la sua effettiva valorizzazione, che dipende in larga parte anche dal suo accrescimento. Credo tuttavia che uno sviluppo diverso di tutta la nostra città possa dipendere anche da come saremo capaci di portare a termine questa valorizzazione.


In che modo, secondo lei, la Collezione può contribuire a rilanciare la città ?
Io credo che in campo culturale - e non solo in quello - ogni città dovrebbe cercare una sua nicchia specifica su cui investire adeguatamente, giacché il futuro di una piccola città di provincia come la nostra si giocherà tutto sulla sua capacità di offerta, un’offerta che deve sapersi distinguere dalle altre. Ora, considerata in termini pratici, la Collezione può essere la tessera centrale di questa offerta. Essa per la nostra città è realmente una risorsa, nel senso che può diventare un mezzo per conseguire altri fini. Voglio dire, insomma, che opportunamente organizzata e pubblicizzata, essa potrebbe apportare benefiche ricadute sulla nostra città. I turisti che oggi vengono ad ammirare la Pinacoteca ed il nostro centro storico potrebbero avere una ragione in più per fermarsi nella nostra città.

(intervista raccolta da Susan Ascot)