L’espansione del mondo
industriale si è basata soprattutto sullo sfruttamento delle risorse
naturali e dell’energia. Oggi essa dipende dalla capacità di trattare
e di utilizzare una materia prima di nuovo genere che sorge continuamente
dal lavoro umano: l’informazione. Senza il dominio dell’informazione,
che rende concrete le conoscenze, cioè la possibilità di
agire sulle cose e sugli eventi, la nostra società di scambi e di
comunicazioni non potrebbe continuare a crescere e forse neppure a sopravvivere. L’aereo era stato preceduto
dal treno; la televisione dalla radio. Il computer invece consegna alla
storia di questo secolo una capacità umana completamente nuova.
Si colloca nel cuore stesso delle attività dell’uomo, come acceleratore
del progresso ed innesca cambiamenti che toccano la vita del lavoro ed
un po’ per volta, anche gli aspetti più quotidiani dell’esistenza.
Eppure l’informatica può dirsi ancora allo stato nascente: la sua
funzione, le sue prospettive non sono ancora definibili. Il "signor computer" ha
rivoluzionato la storia dell’informazione. Archivi, banche dati, calcoli
scientifici, grafica, scrittura testi, impaginazione, calcolo non sono
più gli stessi da quando questa macchina ha fatto la sua comparsa.
La tradizionale staticità dell’informazione cartacea è stata
infatti sostituita in rete da un livello di fluidità talora
così accentuato da generare una sensazione di evanescenza dell’informazione.
Un’infinità di pagine web, di informazioni, di documenti sono incessantemente
generate, riprodotte, moltiplicate, trasformate. Molteplici i vantaggi
della logica ipertestuale, peculiare potenza dell’organizzazione dell’informazione
in rete. Azzera di fatto i confini tra risorse informative appartenenti
ad aree geografiche diverse; annulla la distanza materiale tra risorse
fisicamente conservate a grande distanza geografica; propone una logica
di accesso all’informazione che supera quella lineare ed indiscutibilmente
standardizzata come quella dell’informazione cartacea; favorisce l’offerta
di una reticolare pluralità di percorsi in cui l’utente si avventura
scegliendo autonomamente tra i sentieri e gli incroci disponibili con un
livello di arbitrarietà corrispondente alla qualità di alternative
disegnate. Questa logica consente
con estrema facilità di passare da una risorsa informativa ad un’altra,
di spostarsi virtualmente di migliaia di chilometri in pochi istanti, di
consultare un catalogo o una biblioteca e poi passare ad una lista di discussione
o ad un newsgroup inerente l’informazione di nostro interesse. E’ ovvio che questa fluidità
di collocazione, di contenuto e di presenza, può generare qualche
comprensibile disorientamento in particolar modo alle persone che come
noi non sono nate nell’era elettronica e quindi conservano un giustificato
e profondo legame con la carta, la sua fisicità, la sua staticità
nel tempo. Allo stesso tempo l’inafferabile fluidità dell’informazione
in Internet, la costante opportunità di trasformazione, aggiornamento
e adattamento, può provocare la cosiddetta fossilizzazione. Cercando risorse informative
può infatti succedere di imbattersi in un’informazione obsoleta,
superata che non consente all’utente, complice un livello di competenza
non all’altezza per quel tipo specifico di informazione, una valutazione
obiettiva ed immediata. Un altro rischio concreto
per l’utente è di trovare tanta "informazione-spazzatura", cioè
un’informazione inadeguata in termini di correttezza scientifica, aggiornamento,
attualità, pertinenza. Non sempre si riesce a stabilire facilmente
se un sito web è di buona qualità. Spesso i gadget, le immagini,
gli effetti di colore e di movimento che avvolgono l’informazione, rendono
poco evidente la sua reale qualità.
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