(da
Famiglie feudali siciliane. Patrimoni redditi investimenti tra ‘500 e ‘600
di Timothy Davies - Salvatore Sciascia Editore)
10.
Il successo dei Di Napoli nel '600
La
buona fortuna del Di Napoli nel tardo'600 fa risaltare ancor piú il fallimento
del Grimaldi di Santa Caterina. Come
i Grimaldi, anche loro dovettero fare buon viso ad un'enorme massa di
soggiogazioni che cadde loro addosso dopo una causa rivendicatoria.
Le raccomandazioni dei fidecommessi, inoltre, non bastarono a prevenire
la divisione de
facto del patrimonio dopo che il
giovane Giuseppe Il diventò maggiorenne: egli riscosse i redditi di Campobello
e Resuttano, mentre la madre, al posto della restituzione di dote, continuò a
godere dei redditi di Alessandria.
E in piú, il patrimonio fondiario conferito ad Antonio fu poi perso dalla
famiglia quando questi morí senza prole.
Su
lungo periodo, però, rimase intatta l'integrità essenziale del patrimonio
acquistato da Giuseppe I, nonostante che fossero vendute molte delle
soggiogazioni attive. Sembra che le
cause di questo successo siano da individuare un po' nell'aumento di produzione
frumentaria, specialmente ad Alessandria, ma di piú nel leggero peso delle
soggiogazioni che gravavano sul patrimonio dopo il 1625 e nel riscatto di quelle
antiche.
Non possiamo calcolare quale fosse dopo il 1625 l'aumento della produzione
nei vari possedimenti. Ad
Alessandria la prova di un incremento della produzione può ricercarsi nella
rapidissima ascesa demografica che vi ebbe luogo durante la maggior parte del
'600: un aumento di cinque volte tra il 1606 e il 1681, anche se è possibile
che verso la fine del secolo il numero di bocche da sfamare abbia superato le
capacità produttive. L'aumento
della produzione - probabile anche se non è documentata - non viene
rispecchiato nel trend delle entrate
riscosse per l'affitto di Alessandria, che rimasero stabili per quasi tutto il
'600. Fra il 1651 e il 1674,
Elisabetta e Giuseppe spesero complessivamente un capitale nominale di 43.300
onze, di cui la spesa di Giuseppe però non fu che una piccolissima parte (650
onze) . Gli acquisti di terreni
rappresentarono il 30% (13.150 onze) del totale, gli acquisti di rendite il 28%
(12.148 onze), mentre i riscatti di soggiogazioni il 42% (18.000 onze).
L istruttivo fare il confronto fra gli investimenti di Elisabetta e
quelli, fatti qualche decennio prima, di Giuseppe I (57.443 onze).
Mentre gli acquisti di terreni rappresentavano circa due-terzi del
capitale «sborsato» da Giuseppe, essi rappresentavano meno di un terzo delle
spese di Elisabetta.
Il successo ottenuto nel tardo '600 dai Di Napoli, che riuscirono a
mantenere a galla « l'economia-famiglia » va attribuito principalmente alla
loro capacità di ridurre al minimo il peso delle soggiogazioni sul patrimonio.
Indubbiamente qualche utile in piú Pietro Di Napoli doveva ottenerlo
dalle cariche di ufficio, ma la consistenza non ne è calcolabile.61 Nel
1679 si dovevano pagare, su tutti i possedimenti, soggiogazioni soltanto per 850
onze annue.