LA FAMIGLIA BARRESI
- DI NAPOLI
(da
Famiglie feudali siciliane. Patrimoni redditi investimenti tra ‘500 e ‘600
di Timothy Davies - Salvatore Sciascia Editore)
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11.2 Altri prodotti
Negli
ultimi anni del '500 Carlo Barresi concesse in enfiteusi una piccolissima parte
della baronia di Alessandria con la clausola che entro un tempo determinato i
beneficiari dovessero piantare i vigneti . Non
ci è consentito di sapere quale fosse l'andamento della produzione del vino ma
solo quello dei censi pagati dagli enfiteuti.
Prima della fondazione la viticoltura, se pure in aumento doveva essere
molto limitata: negli anni 1560 i censi enfiteutici aumentarono da 17 a 30 onze,
e fu inoltre, in questi anni che venne piantato un grande vigneto coltivato
direttamente per i Barresi. Un rialzo considerevole della viticoltura si ebbe,
però, dallo scorcio del '500, in seguito al sempre maggior flusso di immigrati
nel nuovo villaggi: fra il 1567 e il 1613 i “censi grandi” riscossi dai
Barresi aumentarono da 30 fino a 474 onze all'anno. In questi anni sembra che la
viticoltura si sia avviata, indipendentemente dall'azione dei Barresi, ai
margini della baronia in territorio di Bivona, dove poi Carlo Barresi acquistò
molti vigneti.
E’
difficile stabilire con precisione quanto fosse l'estensione di terreno che
Carlo concesse in enfiteusi. Fra il
1600 e il 1617, egli concesse almeno Sa. 142 di terreno, di cui Sa. 120.11 a 116
enfiteuti, e quindi ogni tenuta avrebbe avuto l'estensione media di circa una
salma. Nel 1613 la censuazione totale sembra fosse di circa Sa. 160 e piú tardi
- secondo una stima senza data - si calcolò in Sa. 216.79 Se
ricordiamo che la superficie totale della baronia era Sa. 3.500, la censuazione
totale non doveva essere superiore al 6%.
Nel
breve termine, a cavallo tra '500 e '600, è evidente il rialzo notevole dei
censi enfiteutici, ma questo non fu sostenuto con la progressione del '600.
Fra il 1613 e il 1642 i «censi grandi» rimasero quasi invariati,
essendo nel primo anno 474 onze annue e nell'altro 464.110 Perciò nel 1642, o
poco prima, Elisabetta Barresi decise di aumentare il tasso del censo di almeno
tarí 15 la salma, che corrispondono ad un aumento del 16,6%.
Con i «censi di novo agionto», i censi da 464 onze salirono a 546 onze. Ma nel 1661 non si riscosse piú di 497 onze di censi, con un
calo rispetto al ventennio precedente di quasi il 10%. L'evidenza del
declino sembra trovare la sua conferma nelle testimonianze del 1674, secondo le
quali:
«molti
delli emphiteoti non solo non hanno beneficato le sudette terre concessoci ma
s'hanno deteriorato e lasciato in abandono con havere restato indietro pagare
molti censi decorsi e le Terre sudette concessoci hanno restato cossi stanchi
che non s'hanno ne meno al presente si ponno concedere a seminerio ... et alcuni
a pena han renduto e rendino quanto si può satisfare le spese del raccolto e
conse d'esse vigne».
Successivamente però si ebbe una ripresa della censuazione: tra il 1726 e il
1731 gli enfiteuti che pagavano il censo risultarono 694, rispetto al 180 del
1661. £ probabile però che sebbene la superficie totale del terreno censito
fosse piú estesa rispetto al passato, le singole tenute fossero piú piccole a
causa delle suddivisioni. Sulla
terra cosí censita pare che si dovessero pagare 1.507 onze in tutto, anche se
poi il 6% non veniva pagato a causa degli abbandoni di tenute. A Resuttano
esisteva un vigneto quando la baronia fu ingabellata nel 1625. La
censuazione dei terreni e quindi un po' la viticoltura dovettero avviarsi
attorno a questi anni: si dichiarò che i nuovi enfiteuti erano esenti per tre
anni dal pagare i censi, ma non sappiamo niente sui quantitativi della
produzione che, probabilmente, era molto scarsa.
Campobello era forse piú adatta alla viticoltura.
Già nel '500 c'era stata qualche concessione enfiteutica allo scopo di
piantare vigne, e nel 1619, quando presentò la supplica della licentia populandi per Campobello, Giuseppe Di Napoli rilevò che vi
erano molti vigneti. Nel breve termine i censi riscossi aumentarono rapidamente
e già prima della metà del '600 giunsero alla punta massima.
Nel 1618-19, dai censi si riscossero onze 129.14 annue, con un aumento
fino al 1625 di altre oz. 32.15 annue. Nel 1625 gli enfiteuti che dovevano
pagare i censi sarebbero stati 77 e l'estensione delle concessioni doveva essere
di almeno 100 salme, una percentuale superiore, quindi, a quella di Alessandria.
Nel 1639, però, si dichiarò di aver riscosso in censi solo oz. 82, e da
soli 58 enfiteuti,11 indicazione di un declinio molto grave, il quale forse è
sintomatico di una tendenza che nel tardo '600 divenne ancora piú forte.
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