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Le basi della cartografia si fondano più di 3000 anni fa, di quell'epoca si conoscono alcune tavolette babilonesi che sono probabilmente tra le più antiche carte geografiche, o più propriamente mappe. Da allora astronomi , geografi, filosofi e matematici si impegnarono per costruire delle basi scientifiche sulle conoscenze riportate da viaggiatori e naviganti. Già dal I secolo a.C. con Strabone si incominciarono ad avere ampie opere descrittive. Tolomeo nel II secolo d.C., presentò il primo quadro preciso di tutte le nozioni geografiche fino ad allora conosciute, come la determinazione delle coordinate o la costruzione del reticolo, elementi fondamentali per la compilazione di una carta geografica. Ma durante il Medioevo la geografia Tolemaica fu comunque ignorata e la cartografia conobbe un periodo di decadenza e regressione. Nel XII secolo la cartografia ricevette notevoli impulsi dall'arabo Abu Abd Mhammad, meglio conosciuto come Edrisi o al-Idrisi, col quale la geografia incominciò a rivelarsi su conoscenze dirette e precise che sino ad allora si riducevano a concetti immaginari influenzati da convinzioni religiose. L'invenzione della bussola diede alla cartografia una nuova spinta, con i viaggi dei Genovesi e Veneziani all'interno dell'Africa e fino al Sudan con gli Spagnoli e Portoghesi. La maggior testimonianza di quell'epoca la ritroviamo nelle carte di Juan de la Cosa del 1500, di Pedro e Jorge Reinel del 1505 e con i mappamondi di Sebastiano Caboto del 1544. La vera grande innovazione inizia comunque nel 1569 ad opera del Mercatore che per la prima volta, adottando procedimenti scientifico-matematici, applica la proiezione cilindrica isogona a latitudini crescenti che trasforma la rotta lossodromica in linea retta; questa nuova proiezione sarà appunto chiamata proiezione di Mercatore. Il primo vero atlante , inteso come raccolta di carte geografiche compilate sistematicamente, vede la luce nel 1570 ad opera dell'Ortelio con la collaborazione della maggior parte dei geografi dell'epoca tra cui molti italiani che compilarono le carte in base alle conoscenze e ai risultati delle ultime esplorazioni. Nel corso del XVII secolo Amsterdam diventa il centro editoriale per la pubblicazione degli atlanti anche grazie al sostegno economico da parte della V.O.C, Compagnia delle Indie Orientali, e della W.I.C., Compagnia delle Indie Occidentali . Tra il XVII e il XVIII secolo tutta una serie di nuovi reticoli di proiezione videro la luce ad opera di grandi cartografi, incominciarono a comparire oltre alle carte nautiche anche le carte generali del globo. Ben presto seguì lo sviluppo di nuovi strumenti ottici che permisero l'utilizzazione di procedimenti di triangolazione e la misura della lunghezza di un grado a differenti latitudini. Da qui iniziò la costruzione di un tipo di carta moderna dove la gran parte dei punti principali venivano rilevati geometricamente, ne è un esempio la famosa carta di Francia in scala 1:86.400 eseguita dai Cassini tra il 1744 e il 1815.

Di seguito proponiamo il profilo dei cartografi più significativi prediligendo quelli che, nelle loro carte e nei loro atlanti, anno dedicato una parte del loro interesse alla Sardegna.


CARTOGRAFI E PERSONAGGI CHE HANNO INTERESSATO LA PRODUZIONE DELLE CARTE GEOGRAFICHE DELLA SARDEGNA

ARQUER Sigismondo

Teologo, storico e avvocato cagliaritano (Cagliari 1523 - Toledo 1571)

Figlio di famiglia aristocratica, suo padre era consigliere del Viceré Antonio Cardona, si laureò in diritto a Pisa e nel 1547 in teologia all'università di Siena. Collaborò col Munster nella sua "Cosmographia Universalis" per la quale redò una monografia dal titolo "Sardiniae, brevis historia descriptio" accompagnata da una sua carta della Sardegna e una dettagliata veduta di Cagliari, che venne pubblicata nel 1550 nella prima edizione in latino di questa grande opera. Nel 1554 a Madrid notato dai Sovrani fu assunto al servizio del principe Filippo e nominato avvocato fiscale della Sardegna. Per la sua severità ben presto ebbe a crearsi non pochi nemici tra le più importanti famiglie sarde, tra le quali gli Aymeric. Intorno al 1556 venne arrestato accusato di immoralità ma grazie al processo celebrato a Madrid, dove appunto godeva di grande fiducia, fu ritenuto innocente e ben presto scarcerato. Ma per l'Arquer erano oramai iniziati i guai e proprio in quegli anni a Cagliari circolava la già citata monografia "Sardiniae, brevis historia desriptio" grazia alla quale gli Aymerich riuscirono a metterlo in cattiva luce sia come Luterano per la collaborazione col Munster, sia come eretico per i giudizi espressi verso il Clero e la Santa Inquisizione. Nel 1563 fu quindi nuovamente arrestato e dopo una lunga prigionia nel carcere del S. Ufficio di Toledo, durata otto anni tra torture e completo isolamento, fu arso vivo sul rogo il 4 giugno 1571.

 

BLAEU Willem Janszoon, anche Guilelmus Caesius, Gilelmus Jansonius, in latino Blavius.

Geografo e cartografo olandese (Alkman 1571-Amsterdam 1638)

Figlio di un umile commerciante di aringhe dal 1591 studiò in Danimarca nell'isola di Hveen, come allievo di Tycho Brahe, l'astronomia e l'arte di costruire atlanti, mappamondi e strumenti matematici. Nel 1596 si stabilì ad Amsterdam dove pubblicò nel 1605 una grande carta geografica del mondo in 18 fogli dal titolo "Nova Universi Terrarum Orbis Mappa". La produzione continuò con una serie di carte geografiche e marinare tra cui "Nywe Pakaerte" del 1606, nel 1619 pubblicò il suo primo atlante "Theatrum Mundi", nel 1623 "Zeespiegel". Nel 1631 completò gli atlanti dell'Ortelio e del Mercatore con sue 103 nuove carte chiamate appunto "Appendix Theatri A. Orteli et Atlantis G. Mercatoris Continens Tabulas Geographicas Diversorum Orbis Regionum Nunc Primum Editas Cum Descrizionibus". Nel 1635, pochi anni prima della sua morte, uscì in due volumi la prima edizione del famoso "Theatrum Orbis Terrarum sive Atlas Novus" che fu pubblicato fino al 1650 in numerose edizioni e diverse lingue, come l'edizione in francese "Nouveau Theatre du Monde au Nouvel Atlas" che fu pubblicato postumo dal figlio Giovanni ad Amsterdam nel 1645. Il Blaeu fu anche cartografo della Compagnia delle Indie Orientali.

 

BLAEU Joannes, anche Joan o Giovanni Blaeu

Geografo e cartografo olandese (Amsterdam 1596 - Amsterdam 1673)

Figlio del noto cartografo Willem, continuò il lavoro iniziato da suo padre aiutato dal fratello Cornelio. La più famosa opera è senza dubbio il suo "Atlas Maior, sive Cosmographia Blaviana, qua solum, coelum, accuratissime describuntur", in undici volumi iniziato forse nel 1646 ma la cui prima edizione completa uscì ad Amsterdam nel 1662, è questo uno dei maggiori atlanti che sia mai stato pubblicato arrivando a contenere 593 carte geografiche e 3000 pagine di testo. Nel 1645 pubblicò una riedizione dell'atlante del padre Willem "Nouveau Theatre du Monde au Nouvel Atlas". A lui si deve anche il "Theatrum Civitatum nec non admirandorum Neapolis et Siciliae Regnorum", e la "Nova et accuratissima totius terrarum orbis tabula" una grande carta geografica del mondo in venti fogli.

 

BODENEHR Gabriel

Geografo e cartografo tedesco (1664 - 1750)

Figlio del noto cartografo di Augsburg Hans Georg continuò, assieme al fratello Moritz, il lavoro del padre continuando la pubblicazione dell'"Atlas Curieux" iniziata nel 1704 e pubblicato fino al 1757. Tra l'altro nel 1715 pubblicò una "Carta d'Italia", e nel 1720 il "Curioses Staats und Kriegs Theatrum in Italien".

 

BRAUN Georg, anche Georgius

Cartografo attivo a Colonia (1541 - 1622)

Attivo a Colonia tra il XVI e il XVII secolo, è noto per la sua famosa opera "Civitates Orbis Terrarum", di cui fu l'autore e curatore dei testi, pubblicata tra il 1572 e il 1618 in collaborazione con F. Hogenberg che si occuppò dell'incisione delle lastre. Questa grande opera è la pietra miliare nella storia della iconografia delle più famose città del mondo essendo la prima raccolta di vedute e piante prospettiche; grazie al suo successo fu pubblicata oltre che in latino, lingua della prima edizione, anche in francese e in tedesco.

 

CORONELLI Vincenzo

Geografo, cartografo e cosmografo italiano (Ravenna 1650 - Venezia 1718)

Figlio di famiglia di origine veneziana, entrò giovanissimo tra i frati minori conventuali. Studiò matematica e geografia nel collegio di S.Bonaventura a Roma e nel 1666 pubblicò un "Calendario Perpetuo Popolare". Nel 1681 andò a Parigi su invito del Cardinal d'Etrées, dove nel 1683 costruì due grandi globi di 4 metri di diametro per Luigi XIV, conosciuti come Globi di Marly. Nel 1683 ritornò a Venezia e nel 1685 fu nominato, da parte dei Riformatori dello studio di Padova, cosmografo della Serenissima; tra l'altro fondò l'Accademia degli Argonauti, la più antica società geografica del mondo. Nel 1690 pubblicò un ampio "Atlante Veneto", nel 1694 un "Corso Geografico", tra il 1696 e il 1698 un "Isolario" in due volumi, nel 1706 il "Teatro della Guerra" e nel 1707 una "Cronologia Universale". Tra il 1701 e il 1709 si dedicò alla "Biblioteca Universale Sacro Profana" vera e propia enciclopedia pensata in quarantacinque volumi disposti in ordine alfabetico, di cui ne furono pubblicati solo sette.

 

HOGENBERG Frans

Editore, incisore e cartografo (1540 c. - 1590 c.)

Attivo nel XVI secolo, incise le lastre per il famoso "Theatrum Orbis Terrarum" dell'Ortelio pubblicato ad Anversa nel 1570 ed in seguito collaborò con Georg Braun, che si occupò dei testi, nella pubblicazione del "Civitates Orbis Terrarum". Di quest'ultima opera, pubblicata a Colonia tra il 1572 e il 1618, l'Hogenberg incise le numerose lastre in rame da disegni eseguiti da famosi topografi come Georg Hoefnagel e Cornelius Chaymox. Il "Civitates Orbis Terrarum , pietra miliare nella storia dell'iconografia delle città del mondo, ebbe un grande successo e fù pubblicato oltre, alla prima edizione in latino, anche in francese ed in tedesco. Alla morte dell'Hogenberg il figlio Abraham continuò, fino al 1618, ad occupparsi di questa grande opera.

 

HONDIUS, Joost De Hondt, detto Jodocus

Cartografo olandese (Wakken a So di Gand 1563 - Amsterdam 1611)

Studiò scienze ed arte a Gand ed in seguito a Londra dove si specializzò nella produzione di strumenti matematici, globi e carte geografiche. Verso il 1593 si stabilì ad Amsterdam dove pubblicò nel 1605 una nuova edizione dell'"Atlante" di Mercatore. A seguito del grande successo ottenuto pubblicò una nuova versione in scala ridotta dal nome "Atlas Minor". La sua attività fu proseguita dai figli Jodocus e Henry assieme al genero Johannes Jansson.

 

IDRISI Abu Abdullah ibn Muhammed el-, anche Edrisi

Geografo e cartografo arabo (Ceuta 1099 c. - ? 1165 c.)

Discendente del Profeta studiò a Cordova, si dedicò poi a numerosi viaggi compiuti in Spagna, Africa del Nord e Asia Minore prima di stabilirsi nel 1138 alla corte di Re Ruggero II di Sicilia. Qui accolto con grandi onori fu incaricato di redigere una descrizione del mondo che si basasse su esperienze e osservazioni dirette compiute con un gruppo di esploratori messo al suo servizio. Dopo circa 15 anni di lavoro nel 1154 fu ultimata questa grandiosa opera, ossia "Nurhat al-mushtaq fì ikhtraq al-afaq" o "Lo svago per chi ama percorrere le regioni" meglio conosciuto come "Il Libro di Ruggero" considerato il più importante lavoro di geografia medievale. Quest'opera era accompagnata da una grande carta geografica del mondo o "Charta Rugeriana" composta di 70 fogli dipinti su carta setificata per un totale di quasi 5 metri quadrati, e da una incisione della stessa carta su un disco d'argento del peso di 150 chilogrammi. Con precisione non si conoscono né il luogo né la data di morte di Edrisi, stimato comunque intorno al 1165.

 

JANSSON Johannes, anche Jan Janszoon, Joannes Janssonii

Editore, incisore e cartografo olandese (Arnehem 1588 - Amsterdam 1664)

Iniziò la sua attività assieme a suo cognato Henry Hondius, figlio del famoso cartografo Jodocus Hondius, pubblicando nel 1617 una nuova edizione della "Geografia" di Tolomeo e nel 1633 un "Atlante" del Mercatore in due volumi. Nel 1638 pubblicò una prima edizione del "Atlas Novus" a cui seguì, nel 1647, una seconda edizione in sei volumi che comprendeva un Atlante Marittimo e un Atlante del Mondo Antico. Nel 1657 sempre in sei volumi una edizione del "Novus Atlas sive Theatrum orbis Terrarum...in VI tomos distinctus" conosciuto anche come "Niew Atlas, ofte Werelt-beschijnge vertoonende de voornaemste rijcken ende landen des gheheelen aerdtsonium". Tra il 1657 e il 1661 diede alle stampe il "Theatrum Exhibens Illustriores civitates" in 8 volumi. Nel 1666 fu pubblicato dopo la sua morte l'atlante "Atlas Contractus, sive Atlantis Majoris compendium in quo totum universum velut in theatro quam exactissimi tabulis ante oculis ponitur, additisque Regnorum omnium Descriptionibus accuratissime illustratur, Amstelodami Apud J. Janssonii p.m. Haeredes, Anno MDCLXVI"

 

MAGINI Gio Antonio

Astronomo, geografo, filosofo e matematico italiano (Padova 1555 - Bologna 1617)

Dopo essersi laureato a Bologna in filosofia, si dedicò intensamente agli studi astronomici e geografici tenendo numerosi contatti epistolari con i maggiori astronomi e geografi di quell'epoca. Tenne per anni la cattedra di matematica all'università di Bologna, dove risiedette per anni. Il lavoro più importante del Magini è forse l'edizione della "Geografia di Tolomeo" dove vi aggiunse trentasette sue nuove carte geografiche che diedero nuova luce a questa già grande opera facendola diventare un vero e proprio Atlante Moderno. Nel 1608 pubblicò una grande carta d'Italia in sei fogli dal titolo "Italia Nuova". Nel 1620 il figlio Fabio pubblicò postumo, dopo la sua morte, l'atlante d'Italia "L'Italia di Gio Ant. Magini Data in luce da Fabio suo figliolo al Serenissimo Ferdinando Gonzaga Duca di Mantova e Monserrato etc. Cum privilegio; Bononiae, Impensis Ipsius Auctoris, Anno MDCXX".

 

MERCATORE Gerardo, anche Gerard Kreemer, in latino Mercatoe.

Cosmografo, geografo, cartografo e matematico fiammingo (Rupelmond 1512 - Duisburg 1594)

Seguì corsi di filosofia e matematica all'università di Lovania, in seguito sotto la guida dell'astronomo Frisius, si dedicò alla costruzione di astrolabi e sfere armillari. La sua produzione cartografica iniziò nel 1537 con una carta della Terrasanta seguita da una carta del Mondo del 1534 e da una carta della Fiandra in 4 fogli del 1540. Su commissione di Carlo V nel 1541 costruì un mappamondo terrestre e nel 1551 uno celeste. In seguito nel 1552 si stabilì a Duisburg dove nel 1554 disegnò una grande carta d'Europa in 15 fogli. Ma è nel 1569 che la sua fama lo porta a diventare il più grande innovatore della rappresentazione cartografica, anno in cui adotta per la prima volta procedimenti scientifico-matematici utilizzando, nel suo grande mappamondo in 18 fogli, la proiezione cilindrica isogona a latitudini costanti, detta appunto proiezione di Mercatore. Iniziò la realizzazione di una grande opera che non poté essere completata e avrebbe dovuto sintetizzare la storia cronologica del cosmo e delle scienze cosmologiche e geografiche; di questa furono realizzate solo alcune parti tra cui: la "Chronologia" nel 1569, la storia universale dalla creazione al 1568, la ricostruzione critica delle 28 tavole geografiche di Tolomeo nel 1578, il testo della "Geographia di Tolomeo" nel 1584. Nel 1585 a Duisburg inziò la pubblicazione della celebre raccolta di carte geografiche intitolata "Atlas, sive cosmographicae maditationes de fabrica mundi et fabricati figura" per concludersi con le ultime carte nel 1595 pubblicate, dopo la morte di Mercatore, dai figli Rumold e Arnold; una raccolta completa uscì poi nel 1602. Le lastre di rame dell'Atlas di Mercatore furono in seguito utilizzate da Jodocus Hondius per una nuova edizione del 1605 a cui seguirono, nello stesso XVII secolo decine di altre edizioni a volta in forma ridotta. L'importanza dell'opera di Mercatore risiede, come già accennato, nella grande innovazione introdotta dalla sua nuova proiezione che, sostituendo i metodi empirici fino allora utilizzati, diede modo di aggiornare e riorganizzare sistematicamente tutto il materiale cartografico esistente in quei tempi.

 

MÜNSTER Sebastiano

Umanista, cosmografo, geografo e teologo tedesco (Ingelheim 1489 - Basilea 1552)

Monaco francescano dal 1505 studiò, sotto la guida del maestro C. Pellikan, greco, ebraico e matematica nel convento di Ruffach ed in seguito all'università di Basilea. Abbracciò, dopo aver conosciuto Lutero a Worms, la Riforma Luterana. Tenne, dal 1524, la cattedra di ebraico e lingue orientali all'università di Heidelberg e dal 1528 all'università di Basilea. Nel 1530 pubblicò la sua "Germania descriptio" e nel 1532 il "Novus orbis". Nel 1535 pubblicò una Bibbia in ebraico con traduzione in latino, e la traduzione dall'ebraico al latino della grammatica di Elia Levita. Nel 1536 uscì la "Mappa Europae", nel 1538 la "Rhetia" e nel 1540 pubblicò una nuova edizione della "Geografia" di Tolomeo. Si ricordano inoltre la sua "Horologiographia" e le edizioni dei geografi latini Mela e Solino, dove tra l'altro sono incluse alcune delle 142 carte geografiche che il Munster ci ha lasciato. Fin da giovane il suo grande interesse fu l'astronomia e la cosmografia, già dal 1514 a Tubinga seguì le lezioni di astronomia di Johann Stöffer, lo dimostra la sua nota "Cosmographia Universalis" che gli costò circa diciotto anni di studi e ricerche. Questa uscì per la prima volta a Basilea nel 1544, in sei volumi in lingua tedesca, accompagnata da 471 incisioni in legno (xilografie) e 26 carte. In essa si trova la critica a false posizioni di pensiero nonché l'enunciazione di principi originali sull'erosione, i terremoti, i venti tropicali, le correnti marine, ecc. Alla prima edizione in tedesco ben presto ne seguirono delle altre, ne furono pubblicate in meno di un secolo circa cinquanta nelle diverse lingue; la prima edizione in latino è del 1550 dove è inclusa per la prima volta la carta della Sardegna, la veduta di Cagliari e la monografia "Sardiniae, brevis historia descriptio" del cagliaritano Sigismondo Arquer; la prima edizione in italiano è invece del 1558.

 

ORTELIO Abramo, anche Abraham Oertel o Ortels, in latino Ortelius

Cosmografo e cartografo fiammingo (Anversa 1527 - 1598)

Collezionista di libri, monete antiche e stampe fu un grande collezionista dell'opera del Dürer, studiò storia classica e compì numerosi viaggi nei Paesi Bassi, in Germania, Inghilterra, Italia, fu amico di Mercatore e nel 1564 pubblicò una carta del mondo in otto fogli dal titolo "Typus Orbis Therrarum". Ma è nel 1570 che pubblicò, ad Anversa, per la prima volta la sua più celebre opera il "Theatrum Orbis Terrarum", un atlante che includeva 70 nuove carte di diversi autori, rappresentate in 53 tavole incise in rame da Frans Hogenberg e tutte disegnate con un criterio uniforme. Quest'opera costituisce il primo atlante di carte geografiche compilate sistematicamente con la collaborazione della maggior parte dei geografi dell'epoca, tra cui molti italiani, in base alle conoscenze e ai risultati delle ultime esplorazioni. Nell'atlante in una sezione separata dal titolo "Catalogus Auctorus" l'Ortelio segnalò ottantasette nomi di cartografi tra cui trentatre figuravano come autori delle carte. Dell'atlante, tra il 1570 e il 1612, ne furono stampate circa trenta edizioni in sette diverse lingue arricchite sempre più da numerose carte. L'allegato all'atlante il "Catalogus Geographorum" o "Catalogus Auctorus" comprese fino a 183 nomi di cartografi e geografi e le carte raggiunsero il numero di centosessantasette, comprese le carte storiche inserite nel "Teatrum Orbis Parergon". Un'altra sua opera è "Synonima Geographica", un catalogo di corrispondenze tra nomi geografici classici e moderni stampato nel 1578 divenuto più tardi, a seguito del suo ampliamento a dizionario geografico, il "Thesaurus Geographicus".

 

TOLOMEO Claudio

Astronomo, geografo, matematico e fisico greco (? ma visse intorno al II sec. d.C.)

Benché di esso si conosca ben poco visse, godendo di grande notorietà, nel II secolo d.C. ad Alessandria in Egitto. Fondatore della trigonometria piana e sferica, fece numerosi studi in tutti i campi delle Scienze. Tra le maggiori opere ricordiamo la "Geografia" o meglio "Introduzione Geografica", in otto libri, accompagnati da ventisette carte geografiche, che restò un classico fino al XVI secolo. Altra famosa opera è l'"Almagesto" conosciuto anche come "Grande Sintassi" o "Sintassi Matematica". Quest'ultima, nonostante fosse una raccolta di tutte le cognizioni astronomiche conosciute fin dall'antichità dove il Tolomeo aggiunse ben poco di suo, fu l'opera che più contribuì alla sua grande notorietà. Il "sistema Tolemaico", di cui si tratta nell'Almagesto, era basato sulle teorie vecchie già di due secoli di Ipparco e Aristotele che ponevano, conformemente alle apparenze, la terra al centro dell'universo ed il sole, i pianeti e gli astri, intorno ad essa. Il sistema geocentrico Tolemaico fu più o meno accettato per quasi quattordici secoli fino a Copernico col suo sistema eliocentrico, benché questo il sistema eliocentrico fosse già stato ipotizzato e difeso fin dall'antichità greca forse da Eraclito di Ponto discepolo di Platone, ma sicuramente da Aristarco di Samo nel II-III secolo a.C.. Tolomeo si dedicò inoltre a numerosi trattati di musica, astrologia, meccanica, fisica, giurisprudenza, ecc..

 

WEIGEL Christoph, anche Weigelii Christophori

Cartografo, incisore ed editore attivo a Norinberga (1654 - 1725)

Pubblicò numerosi atlanti tra cui l'"Atlas Scolasticus" nel 1712 e l"Urbis Terrarum veteribus cogniti" nel 1720, atlante dove tra l'altro è incluso un'isolario dal titolo "Insularum Corsicae Sardiniae Melitae accurata descriptio ex mente veterum geographorum". Sempre nel 1720, in collaborazione con J.D. Koehler, pubblicò l'"Orbis antiquus o Descriptio orbis antiqui". Nel 1740 pubblicò una nuova edizione dell'"Atlas Scolasticus".


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