Le opere cartacee sono senza
dubbio tra le più alterabili; la carta, gli inchiostri, i colori,
fragili per natura, sono sensibilissimi a fattori negativi come i raggi
solari, la polvere, il fumo, l'inquinamento atmosferico, l'umidità.
Alti valori di umidità relativa (o U.R.) che si dovrebbero mantenere
tra il 45 e il 65%, sono la maggior causa dell'insorgere di muffe, così
come gli sbalzi di questi stessi valori provocano fratture nelle fibre
della carta ad opera della dilatazione o restringimento della stessa. Tutti
questi fattori sono dunque nocivi provocando rotture, ingiallimenti, macchie
e annerimenti per cui è di rilevante importanza una accurata conservazione
di queste così preziose ma fragili opere. E' importante capire e
considerare come i materiali usati per la conservazione, così come
le condizioni in cui l'opera è esposta, possono influire sulla sua
durata.
I materiali e le tecniche
usate nell'incorniciatura possono influire direttamente sulle condizioni
future dell'opera e il diretto contatto delle stampe con materiali di supporto
altamente acido può causare bruciature. L'acidità o alcalinità
di un materiale viene misurata su scala PH da 0 a 14; con PH 0 come totalmente
acido, con PH 14 totalmente alcalino e con PH 7 come neutro e cioè
ne acido ne alcalino. Ecco perché è assai importante utilizzare
nell'incorniciatura solo materiali che abbiano un valore PH di 7 o più.
Un valore maggiore di PH salvaguarderà dai danni che potrebbero
verificarsi, nel tempo, a causa dei materiali usati.Ruolo importante svolge
dunque l'incorniciatura che dovrebbe sempre essere una incorniciatura conservativa,
questa espressione che è la traduzione letterale di conservation
framing, indica i metodi, le regole, le tecniche e i materiali
da utilizzare per incorniciare opere su carta di elevato valore storico
o artistico per le quali la cornice deve avere come scopo principale la
protezione e la conservazione nell'arco di tempo più lungo possibile.Le
opere vanno poste in speciali riquadri comunemente detti passe-partout che devono essere rigorosamente acid-free, ovvero
come già accennato con PH neutro quindi esenti da acidi, e fissate
al cartoncino di base con due linguette di carta di riso, o nastro gommato con colle neutre, applicate sul rovescio del
margine superiore. L'apertura praticata nel passe-partout non dovrà danneggiare il recto della stampa, questa sarà quindi protetta
da un vetro ed incorniciata. In questo caso il passe-partout non svolge solo una funzione decorativa in quanto
ha il compito principale di evitare il contatto diretto della stampa col
vetro che potrebbe creare fenomeni di condensa e quindi l'insorgere di
muffe e parassiti. Talvolta i passe-partout sono utilizzati da soli, senza
cornice, per conservare intere collezioni permettendo di maneggiare le
stampe con maggiori precauzioni di quelle sciolte. In questo caso per proteggere
la stampa in prossimità dell'apertura praticata nel passe-partout
si utilizzano delle veline; le stampe
così preparate si conservano a gruppi entro scatole di adeguate
misure, anche queste costruite solo con materiali neutri.
La stampa oltre ai guasti
di cui abbiamo accennato può essere soggetta a numerosi altri danni,
ad esempio le malattie della carta causate da germi infettivi danno luogo
a muffe e tarli, mentre le macchie di ruggine e le fioriture sono solitamente
dovute alla presenza di materiali inclusi nella composizione della carta
che nel tempo si sono ossidati, generalmente in soluzione nell'acqua con
cui si e prodotta, ma sono causate talvolta anche da altri elementi come
le veline di protezione, le lastre di metallo
con cui le stampe erano impresse o, come
abbiamo già accennato, a causa di materiali acidi e non idonei spesso
utilizzati nell'incorniciatura e nella conservazione delle stesse. A volte
le stampe antiche hanno subito, nei numerosi anni di soppravivenza, rammendi,
restauri sommari o incollaggi su supporti come cartoni che quasi sempre
hanno causto danni all'opera sopratutto per l'adesivo utilizzato. Fino
ai primi del'900 gli adesivi più utilizzati erano le gelatine animali, la colla di farina,
la gomma
arabica e la caseina che sono tutti molto instabili e facilmente deteriorabili causando
non pochi problemi all'opera a cui sono stati applicati.
Se una stampa non è
troppo deteriorata né manca di parti della raffigurazione, la riparazione
può essere consigliabile. A un piccolo strappo, a una macchia, a
una piega leggera o altri danni si può rimediare senza che l'incisione perda il suo primitivo valore. Oggi la tecnica
di restauro permette di salvare opere che fino a poco tempo fa si ritenevano
irrimediabilmente perdute. Il restauro va eseguito da specialisti e in
nessun caso il collezionista dovrà tentare di riparare o semplicemente
pulire una stampa, col rischio di danni che potrebbero rivelarsi irreparabili.