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Akira Toriyama



Dragon Ball è una fortunatissima serie di fumetti, di cartoni animati e di pellicole cinematografiche che ha spopolato in tutto il mondo, ma che in Italia ha trovato una trasposizione all'altezza soprattutto nel fumetto dal momento che la serie televisiva è stata rovinata da uno sfigatissimo doppiaggio, da una pessima censura, e da una traduzione a tratti stomachevole. Dragon Ball (DB) è nato nel 1984 dalla mano fatata di Akira Toriyama, papà del già notissimo "Dottor Slump e Arale" uno dei manga più demenziali della storia. Inizialmente DB si pone nello stesso clima frivolo del predecessore, ma, con la graduale crescita fisica e morale dei protagonisti, l'ambiente diventa sempre più apocalittico e serioso, con un parziale ritorno all'umorismo verso la fine della serie. La raccolta si compone di 42 volumi nella versione originale giapponese e di 62 nella prima versione italiana e racconta la storia di un fortissimo bambino: Goku (quello in mutande lì in alto) che, col proseguire della narrazione diventerà sempre più potente e massiccio grazie agli allenamenti che seguirà, alle avventure che gli capiteranno e ai nemici con i quali si dovrà scontrare e talvolta alleare per sconfiggerne di più temibili, spesso con la missione di salvare il pianeta. I punti forti di DB, oltre alle perfette tavole di Toriyama, sono una trama avvicente e mai noiosa e una grandissima varietà di personaggi in continua crescita; infatti i protagonisti oltre a maturare nel carattere e nei sentimenti, subiscono spesso anche mutazioni di look (vedi Bulma, Yamcha, Gohan, ecc.) che contribuiscono a rendere più vario il fumetto che nel suo insieme è, esso stesso, in perenne evoluzione grafico/stilistica. A questo proposito l'autore in una intervista del 1995 afferma che non ama disegnare sempre con lo stesso stile e, criticissimo nei propri confronti e in continuo tantativo di autoperfezionamento, arriva a dire che ogni volta che si trova a guardare un proprio vecchio lavoro non può fare a meno di trovarlo mediocre, e alla domanda se ci fosse qualche propria tavola che lo soddisfacesse risponde che ce n'è una sola: un poster pieghevole uscito su Weekly Jump #37 nel 1990 (clicca per vederlo 102Kb).


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