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le lettere Angola
 

Manuela Salvadori è una giovane monaca trappista di Pontedera, da dieci anni missionaria in Angola dove per tutti è "irmà", la sorella (in portoghese). Nata a Laiatico nel 1954, si è trasferita presto a Pontedera dove è cresciuta e ha studiato fino alla laurea in lettere.

Qui ha maturato la sua fede, lasciandosi coinvolgere nella vita della parrocchia e nell'esperienza dei giovani di Azione Cattolica, anzi facendosi lei stessa animatrice dell'ACR e dei giovanissimi. Nella vita della comunità e associativa Manuela ha avuto modo di confrontare la sua vita con la parola dei Vangelo, nello scambio fraterno del gruppo giovani, nella preghiera, negli incontri con i poveri soli dei reparto lungodegenti dell'ospedale. Condivide queste esperienze con altri giovani fra i quali Valeria.

Nel 1978, subito dopo la laurea, comunicò la sua decisione di entrare in un Monastero di clausura. La frase dì S. Benedetto: " ... nulla anteporre all'Amore di Cristo" diveniva il suo progetto di vita; attratta dall'Amore dei Signore, desiderava vivere nascosta nel segreto dei suo volto. Abbiamo scoperto ben presto che questo non voleva dire "fuggire" dal mondo, dalla sua realtà, ma anzi essa era ancora più unita a tutti gli uomini e, come Mosè, intercedeva per tutti presso il Signore, con le mani alzate in preghiera.

Per la comunità parrocchiale del Duomo di Pontedera, Manuela divenne una sorella, un punto di riferimento, un'amica.

Nel 1991 Manuela ha lasciato il suo Monastero di Valserena, la pace dei bosco e il profumo dei mare, come Abramo e Sara si è messa in cammino seguendo la Parola del Signore. " ... In Angola hanno bisogno di me, parto..,"
A noi preoccupati di tante cose, sembra ripeterci, con la sua vita, che una sola è quella necessaria: seguire il Signore.

Ogni giorno 1500 poveri, soprattutto bambini, sì recano al Monastero per ricevere un piatto di riso o manioca.
La guerra che continua, le epidemie endemiche, le mine sparse su tutto il territorio ... fanno crescere la povertà e la fame.
La popolazione è stremata, distrutta preparata a tutto.
Il segno di speranza che il monastero trappista è, tra tanta desolazione, ha bisogno di essere sostenuto dalla nostra preghiera e dal nostro amore.

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