Antonio del Pollaiolo

 

L'ARTISTA

Antonio del Pollaiolo (1431-1498) riprese il dinamismo dell'arte classica, cercando di fissare i personaggi rappresentati nel corso di azioni drammatiche e cercando di rendere l'idea del movimento. Prima di lui, già Paolo Uccello nelle Battaglie si era preoccupato di rappresentare corpi in movimento, raffigurando i personaggi, però, come una somma di figure geometriche. Con lo scopo di dare alle sue figure un carattere organico e proporzionato, Pollaiolo accostò allo studio dell'antico un'approfondita conoscenza del corpo umano, della disposizione delle ossa e dei muscoli. Egli diede molto importanza, nelle sue opere, e soprattutto in quelle di scultura, all'espressività ed al dinamismo; fu dotato di versatilità tecnica fondata su un' educazione di base nel campo dell'oreficeria (l'orefice doveva essere in grado di disegnare, sbalzare e fondere i metalli), apprendendo in tal modo le conoscenze tecniche per diventare scultore e pittore.

CONTESTO STORICO

Il periodo in cui Pollaiolo opera è quello di Lorenzo il Magnifico, con Firenze che conosce l'apice della sua storia artistica nello stesso momento in cui avviene la diaspora dei suoi artisti: Lorenzo, infatti, comprendendo che gli artisti potevano rappresentare il prestigio di Firenze e la sua efficienza politica, inviò numerosi artisti presso varie località della penisola italiana, da Milano (qui giunge Leonardo da Vinci) a Napoli (architetti come Giuliano da Maiano e Luca Fancelli), a Roma e Venezia (lo stesso scultore e pittore Antonio del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio). Nello stesso tempo si va diffondendo la filosofia neoplatonica, che influenzerà notevolmente le vicende artistiche: si vuole cercare di conciliare la cultura pagana con quella cristiana, rivalutando, quindi, la cultura antica, modello di virtù e ideali (che viene, però, respinta dal cristianesimo in quanto pagana).

 

MARTIRIO DI SAN SEBASTIANO

Oggetto: Dipinto.

Soggetto: Martirio di San Sebastiano.

Titolo: Martirio di San Sebastiano.

Autore: Antonio del Pollaiolo.

Collocazione attuale: Londra, National Gallery.

Collocazione originaria: Cappella Pucci.

Cronologia: 1475.

Tecnica e materiali: Tempera su tavola.

Dimensioni: 292 x 203 cm.

Pur in un periodo caratterizzato dalla filosofia neoplatonica e, quindi, anche dal recupero della mitologia soprattutto in chiave simbolica, tra le opere del Pollaiolo spicca il Martirio di San Sebastiano, che rappresenta, appunto, la morte del santo e si tratta, dunque, di un tema iconografico religioso non originale. L'opera venne realizzata per la Cappella Pucci in Santissima Annunziata.

Qui l'espressività tipica delle opere precedenti di Pollaiolo è limitata da una maggiore attenzione all'equilibrio, che si ottiene bilanciando l'immagine rispetto all'asse centrale, costituito dal palo al quale è legato il santo. A prima vista i movimenti e le posizioni degli arcieri possono sembrare del tutto spontanei, ma non è così: sono in realtà studiati attentamente e la loro raffigurazione è ottenuta mediante l'uso delle stesse pose speculari ed invertite; la generale disposizione dei personaggi segue un rigido schema piramidale. In quest'opera un importante punto di partenza per gli artisti del secolo successivo è dato dal tentativo di conciliare la naturalezza delle pose e dei movimenti con un impianto compositivo rigidamente geometrico.

La disposizione dei personaggi attorno al palo al quale è legato San Sebastiano contribuisce a rendere la spazialità, peraltro data anche dalla raffigurazione di una profondissima veduta del Valdarno. In quest'ultimo elemento paesaggistico, inoltre, sono riscontrabili influenze dell'arte fiamminga: l'orizzonte è alto e i campi sono raffigurati con minuziosa cura dei particolari, oltre ad una evidente luminosità.

Andrea Tartaglia

 

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