Paradigmi
Storia
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La definizione e la determinazione delle
caratteristiche del processo comunicativo ha dato luogo, all'interno delle
scienze della comunicazione, alla sedimentazione di due macro paradigmi
conoscitivi fondamentali: quello informazionale e quello relazionale.
Questa distinzione suddivide nettamente approcci fra loro contrapposti
e che storicamente hanno segnato l'evoluzione stessa degli studi sulla
comunicazione. Il paradigma informazionale è direttamente collegato
con le prime ricerche sociologiche e psicologiche svolte negli Stati Uniti
da Lippmann e Lasswell sugli effetti dei media, ricerche che risalgono
al periodo fra le due guerre mondiali e sono caratterizzate da una idea
della comunicazione come trasmissione, si tende a sottolineare l'efficacia
diretta e l'immediatezza del messaggio, prevale una concezione pervasiva
dei mezzi di comunicazione di massa, giudicati come strumenti in grado
di generare una forte influenza sull'opinione pubblica, d'altronde le ricerche
fanno riferimento al periodo della prima comparsa dei mass media e prestano
molta attenzione alle tecniche di propaganda, soprattutto quelle dei regimi
totalitari. Il modello che ne deriva è incentrato su una ipostatizzazione
degli elementi costitutivi del processo comunicativo e su una concezione
della comunicazione come semplice trasmissione di un messaggio da un soggetto
emittente ad uno ricevente, senza che fra i due si instauri alcuna forma
di interazione, un modello, pertanto, gerarchico, lineare, monologico.
Il paradigma relazionale ha una origine
più recente e trova le sue radici in una serie di studi che, soprattutto
in campo semiotico, si sono posti come obiettivo di analizzare la
comunicazione non più come semplice scambio di significanti, ma
come scambio di significati. Ne è derivata una concezione
della comunicazione come relazione che tende a recuperare l'antica origine
etimologica del termine, che viene dal latino "communicare", ovvero condividere,
mettere in comune. Nel paradigma relazionale, pertanto, prevale un modello
collaborativo, in cui i soggetti del processo comunicativo non scambiano
semplicemente significanti, messaggi, ma operano in maniera dialogica una
costruzione interpersonale di senso, in cui non sono distinguibili un soggetto
emittente ed uno ricevente, visto che entrambi, a turno, rivestono tutti
e due i ruoli. Nella seguente tabella ho cercato di sintetizzare le differenze
più importanti fra i due macro paradigmi:
Ora appare evidente come l'ipertesto realizzi
una forma di comunicazione interattiva, dialogica, reticolare, che si avvicina
molto alla concezione del processo comunicativo proposta e sostenuta dal
paradigma relazionale. Potremmo addirittura applicare all'ipertestualità
tutte le caratteristiche riportate in tabella in riferimento al paradigma
relazionale, infatti, se ci si pensa bene, l'ipertesto instaura un rapporto
dialogico col fruitore, la struttura del messaggio è discorsiva
e interattiva, la modalità comunicativa soggiacente prevede una
circolazione di significati, il modello è reticolare, il ruolo del
soggetto-utente è attivo e creativo, la struttura del codice è
ermeneutica, visto che il fruitore si trova a gestire un prodotto multimediale,
strutturato su linguaggi di varia origine.
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