La lingua

 

Parlando di sardo troppo spesso si cade nell’errore di riferirsi ad esso come ad un dialetto; in realtà il sardo è una cosiddetta lingua di minoranza. Recenti studi hanno infatti dimostrato come le caratteristiche del parlato sardo siano sufficientemente uniche e "a se stanti" tanto da innalzarlo a vera e propria lingua e non più a semplice espressione dialettale. All’interno di questa lingua possiamo poi distinguere sei aree dialettali: sassarese, gallurese, algherese, logudorese, campidanese, tabarchino. Logudorese e campidanese assieme coprono quasi il 90% del territorio sardo.

Il dialetto Orgolese si colloca nell’area logudorese, oggi molto più variegata di quella campidanese. Ciò è dovuto a tutta una serie di fatti storici, fra cui spicca la tradizione prevalentemente pastorale, che ha generato nei secoli un particolarismo molto marcato. Malgrado questa diversità di fondo è comunque possibile trovare un logudorese medio, sorto dai contatti a lungo raggio avvenuti con la transumanza, con i mercati del bestiame, con le feste popolari, con le gare poetiche.

Scendendo nel dettaglio l’orgolese si colloca nell’area barbaricina, che comprende unicamente i seguenti comuni: Ovodda, Lodine, Gavoi, Fonni, Mamoiada, Olzai, Ollollai, Oliena, Orgòsolo. Si tratta di un gruppo di parlate altamente distintive a causa di alcuni esiti consonantici e di un lessico molto particolare.

Cartina.JPG (14688 bytes)
Nell'immagine sono descritte le aree dialettali della sardegna: sassarese, gallurese, algherese, logudorese, campidanese e tabarchino

 

Tratti:

Caduta di F- (a Ovodda si ha una aspirazione): [á?ere], [há?ere] per fághere ‘fare’; igiu, izu per fizu ‘figlio’
Passaggio di -C- latino a un suono molto particolare, chiamato colpo di glottide: [ó?u] per fogu (lat. FOCUM) fuoco; [pá?u] per pagu (lat. PAUCU) ‘poco’. Il colpo di glottide ricorda lo hamza arabo, ma è conosciuto anche in tedesco e in altri sistemi europei (ad es. nel cockney di londra). Esso consiste nell’interruzione momentanea del flusso d’aria, ottenuta mediante l’accostamento delle corde vocali, producendo il cosiddetto "colpo".
Conservazione dell'interdentale [Ø] (simile al th – inglese, alla z – spagnola): [Øerá?u] per teracu “servo pastore”; [Øú?aru] per túcaru "zucchero"; [?íØØo] per chito, "presto"
Accoppiamento arcaico dei pronomi personali: liu per bi-lu "glielo"
Forme particolari di perfetto: upo, usto per fipo "ero"; ustis (Ovodda [husti]) per fis "eri"; umis, umos per fimus "eravamo"
Lessico particolare: godospo (Mamoiada, Olzai) "pane d’orzo"; ciarrare (Fonni) "parlare"; ammagare (Ovodda) "svenire (dal caldo)"; picurinu (Orgosolo) "asinello"; óspile e ospile "copertura di frasche per nascondere greggi rubate"; edu (Ovodda[hédu]) “prole, bambini”; sa sea "occupazione, lavoro non-stipendiato" (locuzione fissa: [pì?a sa sea] "vai via! A fare le tue cose!").

WB01512_.gif (115 bytes)N.B.= Poiché non è stato possibile trasportare la simbologia fonetica nel formato html sono stati utilizzati simboli alternativi: [?] =simbolo.jpg (986 bytes) [Ø] = simbolo2.jpg (1750 bytes)

Torna alla home Torna alla pagina iniziale!