Orgosolo e il muralismo.

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Il primo murale fu realizzato nel 1969 da un gruppo anarchico milanese che si firmarono “Dioniso”, erano gli anni della contestazione giovanile. Comunque il fenomeno muralistico a Orgosolo è nato nel 1975, quando il professor Francesco Del Casino, senese di nascita ma sposato e residente ad Orgosolo, inizio la sua opera di abbellimento di alcune pareti spoglie. In questo venne aiutato dagli alunni della scuola media, ed in seguito altri artisti si cimentarono nell’opera, tra i quali un grande contributo è stato apportato dall’orgolese Pasquale Buesca. Francesco del Casino volle commemorare il trentesimo anniversario della Liberazione d’Italia. Il suo singolare stile pittorico caratterizza i murales sulla denuncia delle ingiuste reclusioni, le condizioni delle carceri, la sofferenza di detenuti e familiari, la vita del latitante e ed una serie di dipinti a sfondo politico; ancora, il volto di Gramsci e il cosiddetto “Indiano”, immagine simbolo di Orgosolo che accoglie chiunque arrivi in paese. Negli anni 80, con l’attenuarsi della tensione politica, Del Casino dipinse scene di vita quotidiana: uomini a cavallo, donne con in grembo i propri figli, pastori che tagliano la lana alle pecore e contadini con in mano la falce.

 

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Uno dei tanti Murales contro la guerra. La pace e la guerra sono alcuni dei tempi che maggiormente trovano spazio sui muri orgolesi

Inizialmente quindi i murales, oggi circa 150, rappresentarono fatti legati alla resistenza contro i nazisti ed i fascisti, per poi rivolgersi a problematiche di politica locale e internazionale, o fatti molto più attuali come l’istituzione del parco del Gennargentu. La tecnica di pittura più utilizzata è quella del “vero fresco”, in cui i vari pigmenti vengono applicati direttamente sulla superficie del muro appena intonacato, permettendo così il completo assorbimento dei colori. Gli alunni invece sono soliti utilizzare un episcopio, strumento che può proiettare una qualsiasi immagine sul muro: dell’immagine proiettata vengono poi tracciati i contorni ed infine si procede a colorare le varie parti. Chiunque può lasciare il suo contributo all’abbellimento delle vie del paese, molto gradito è stato il murales di alcuni turisti tedeschi che ringraziavano Orgosolo per l’ospitalità, raffigurando un gruppo di persone che siedono ad una tavola conversando e bevendo allegramente; il murales riporta la seguente scritta: Grazie della vostra grande ospitalità ad Orgosolo.

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Questo murale si riferisce all'assassinio del parroco Don Graziano Muntoni avvenuto alla vigilia di Natale dell'anno 1998, una vicenda che ha scosso profondamente l'intero paese. La didascalia recita:

"Abbiamo ucciso un santo, buon Dio/perché non hai posto la mano/ per salvare la vita di Graziano dal piombo assassino" (G. Pira) 

 

I muri che parlano.

I murales non sono altro che frammenti di memoria e vita sociale. Narrano le fatiche, le denunce e le grandi conquiste della piccola comunità orgolese, passando con estrema disinvoltura dai colorati racconti di storia quotidiana alla raffigurazione di eventi e di lotte politiche di respiro mondiale: i fatti di Pratobello, vissuti in prima persona dalla popolazione, la voce dei disoccupati, la lotta all’emancipazione femminile, la guerra di Spagna, la siccità, la pastorizia, la politica, sono solo alcune delle tematiche affrontate. Purtroppo nessuna tutela è garantita ai murales, perciò molti di questi sono andati perduti in seguito ad opere di ristrutturazione degli edifici che li ospitavano, altri stanno scomparendo a causa dell’opera del tempo, ma fortunatamente si è provveduto alla restaurazione di alcuni di questi, oltre ovviamente alla creazione di nuovi dipinti, in maniera da salvaguardare un bene che, pur nella sua semplicità, non appartiene più solamente alla comunità orgolese ma è patrimonio di chiunque riesca ad apprezzarne il valore artistico e culturale, che sia dunque nativo o straniero non ha importanza.

 


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In questo Murale, la lettera di Emilio Lussu che esorta gli orgolesi nella lotta di Pratobello: "in condizioni di salute differenti sarei in mezzo a loro".

Lo stile. Caratteristica comune di un importante numero di murales e la ripresa dello stile cubista, a volte con vere e proprie citazioni (come nel caso di Guernica di Picasso, raffigurato nella via principale del paese); a volte si ritrovano i codici espressivi dei muralisti messicani degli anni ’20. I colori sono brillanti, le figure solide e squadrate; l’influenza cubista è evidente: figure femminili dai fianchi larghi e uomini dalle mani e volti asimmetrici, nodosi e ipertrofici. Recentemente i murales si sono arricchiti di altri stili artistici, il trompe-l’oeil e il surrealismo, con un’intera piazza dedicata a Joan Miro. In linea generale i murales esprimono un linguaggio semplice, per agevolare la comunicazione comunque l’artista si avvale spesso di una didascalia, a volte anche in dialetto orgolese.

 

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La visita delle donne ai loro cari in carcere.

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Omaggio a Picasso.

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WB01512_.gif (115 bytes)Altre immagini dei Murales di Orgosolo

 

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