IL MASTOCITOMA NEL CANE E NEL GATTO

Dr. Giuseppe Larosa (Medico veterinario)

 

I mastocitomi sono importanti clinicamente; rappresentano l’11-27% della totalità dei tumori maligni della cute e sono al secondo posto come ordine di frequenza fra i tumori del tegumento nel cane.

In questa specie animale, costituiscono l’1-16% delle neoplasie a seconda delle fonti bibliografiche. Nel cane non è stata segnalata alcuna predisposizione di sesso, mentre nel gatto il rapporto maschi:femmine è di 2 a 1.

L’età media dei cani e dei gatti affetti da questa patologia è rispettivamente, di 8,5 ed 8,2 anni.

Le mast cell sono normalmente localizzate in tutto il tessuto connettivo e risultano particolarmente abbondanti in corrispondenza delle "porte di ingresso" dell’organismo. Questi elementi si riscontrano in concentrazioni elevate a livello di polmoni, mucosa intestinale, superfici epiteliali del derma e regioni circostanti le vene.

La loro distribuzione varia da una specie animale all’altra ed il loro numero tende ad aumentare con l’età.

Esistono dati che indicano come causa di mastocitoma l’ereditarietà ed eventi su base virale o carcinogenetica associati ad infiammazione.

I mastocitomi sono stati segnalati nella maggior parte di razze canine con maggiore predisposizione nei boxer, boston terrier e discendenti del bulldog. In queste razze si è notata una maggiore frequenza ma una minore malignità.

Un’analoga variabilità di razza si riscontra nel gatto. Il 21% dei mastocitomi segnalati, è stato segnalato nei gatti di razza siamese. Nel gatto siamese la neoplasia è caratterizzata da lesioni multiple e si manifesta nei soggetti con meno di 4 anni di età. Morfologicamente, le mast cell sono di tipo istiocitario ed il tumore và spesso incontro a risoluzione spontanea.

Diverse ricerche effettuate sul cane suggeriscono la possibilità di un’eziologia virale nello sviluppo del mastocitoma, ma se esiste un virus responsabile di questa neoplasia, è sicuramente un virus incompleto. Nel cane si è osservato lo sviluppo di questi tumori in zone affette da dermatiti croniche o da iperplasia delle mast cell.

Questa osservazione può spiegare il comportamento maligno di alcuni mastocitomi inizialmente classificati come benigni.

I mastocitomi si sviluppano nella maggior parte dei casi a partire dal derma o dai tessuti sottocutanei nel cane, e da derma, milza, fegato o vasi linfatici viscerali nel gatto.

Le localizzazioni più comuni del mastocitoma del cane sono rappresentate dalla cute del tronco e della regione perineale (50%) e dalla cute delle estremità (40%). Il restante 10% origina da localizzazioni cutanee della testa e dl collo.

In diverse specie i mastocitomi sono stati associati ad ulcere gastroduedenali, con localizzazione nella zona del fondo dello stomaco, del piloro e del segmento anteriore del duodeno. E’ stato ipotizzato che l’istamina danneggi la vascolarizzazione della sottomucosa gastrica provocando la dilatazione delle piccole venule e dei capillari, aumentando la permeabilità endoteliale e portando a trombosi intravasale e necrosi ischemica della mucosa. La patogenesi dell’ulcera gastroenterica associata al mastocitoma sembra quindi essere dovuta all’azione combinata di danno vascolare, aumento della riduzione acida gastrica ed ipermotilità.

Negli animali che presentano mastocitomi apprezzabili con la palpazione o mastocitosi, l’ulcera gastroenterica và prevista ed opportunamente prevenuta attraverso la somministrazione profilattica di agenti di blocco dei recettori H2.

Il ritardo nella guarigione delle ferite in corrispondenza delle zone sottoposte all’asportazione di un mastocitoma è stato attribuito agli effetti locali degli enzimi proteolitici e delle amine vasoattive rilasciate dal tumore.

Nel corso dell’escissione chirurgica dopo biopsia, prelievo mediante aspirazione con ago sottile o eccessiva manipolazione di un mastocitoma, si riscontra frequentemente una tendenza alle emorragie locali. Si ritiene che il rilascio di eparina da parte della neoplasia sia associato a difetti di coagulazione.

I mastocitomi solitamente si estendono al di là dei propri margini clinicamente apprezzabili con la palpazione e gli elementi neoplastici si riscontrano nei linfonodi regionali (nel 76% dei casi). Gli altri organi frequentemente infiltrati da mastocitomi metastatici nel cane sono rappresentati da milza, cute, fegato, rene, midollo osseo e cuore.

Per poter stabilire un piano terapeutico ottimale, e formulare una prognosi corretta, oltre a prelevare dalla lesione primaria dei campioni bioptici (mediante escissione) e citologici (mediamte aspirazione), il clinico deve eseguire diversi test, quali l’esame emocromocitometrico competo, il profilo biochimico e l’analisi dell’urina.

Inoltre l’esame del materiale prelevato mediante aspirazione con ago sottile dalle lesioni e dai linfonodi regionali e la valutazione del buffy coat (strato di leucociti che si viene a situare tra gli eritrociti ed il siero centrifugando il sangue intero in una provetta) o del midollo osseo possono risultare utili per determinare l’entità del coinvolgimento tumorale dell’organismo. Nel gatto è indicato l’esame rediografico dell’addome.

Nei pazienti con mastocitosi sistemica è possibile riscontrare oltre alla presenza di mast cell in circolo, un’eosinofilia ed una basofilia periferiche.

esami labo........................

Tutti gli animali affetti da mastocitoma devono essere esaminati accuratamente per rivelare l’eventuale presenza di linfoadenopatie nelle aree che drenano il tumore primitivo.

I linfonodi ingrossati devono essere esaminati per rilevare la presenza di mast cell , indicative di diffusione del tumore. La presenza di numerose mast cell ed eosinofili nei linfonodi regionali indica che il mastocitoma non è più localizzato e che la terapia deve essere più aggressiva della semplice escissione chirurgica.

I cani colpiti da mastocitomi situati nella metà caudale del corpo sono predisposti all’insorgenza di metastasi linfonodali profonde e sistemiche.

La milza rappresenta frequentemente una sede di localizzazione metastatica viscerale nel gatto.

Le feci dei cani affetti da mastocitoma devono essere sottoposte all’esame per la ricerca del sangue occulto per rilevare eventuali sanguinamenti dovuti alla presenza di ulcere gastroenteriche.

La determinazione dello stadio clinico dei mastocitomi permette di definire la localizzazione e la diffusione della neoplasia. E’ applicabile principalmente al cane, sulla base delle informazioni raccolte nel corso dell’indagine diagnostica. Ad esempio, i mastocitomi cutanei localizzati nelle regioni perineale ed inguinale hanno spesso dato origine a metastasi a livello dei linfonodi addominali, che possono anche non risultare rilevabili nè clinicamente nè radiograficamente.

Indicazioni per il trattamento del mastocitoma sulla base degli stati clinici:

Stadio Trattamento

I Escissione chirurgica*

II Escissione chirurgica + radioterapia**

III Somministrazione intralesionale di steroidi*** + cimetidina

IV Somministrazione sistemica di steroidi**** + cimetidina

* L’asportazione del tumore va effettuata praticando la linea di incisione alla distanza di almeno 3 cm dalla massa palpabile; quando

possibile, devono essere asportati anche i linfonodi regionali.

** 4000 rad suddivisi in dieci frazioni da somministrare a giorni alterni per 10 volte.

*** Iniezioni di 1 mg di triamcinolone/diametro di tumore ogni 2 settimane.

**** Prednisolone: 0,5 mg/kg per os, una volta al giorno; cimetidina 4 mg /kg, per os 4 volte al giorno.

La diagnosi di mastocitoma può spesso essere formulata in base all’esame di un campione prelevato mediante aspirazione con ago sottile, ma per stabilire accuratamente il grado istologico del tumore è necessario effettuare una biopsia per escissione. Il materiale bioptico così ottenuto può anche essere utilizzato per allestire dei preparati per impronta.

I mastocitomi sono classificati come tumori a cellule rotonde, unitamente al linfosarcoma, all’istiocitoma ed al tumore venereo trasmissibile.

I quadri istologici osservati nel mastocitoma presentano un’ampia variazione.

Classificazione istologica dei mastocitomi

grado descrizione microscopica

I anaplastico, elevata cellularità, margini citoplasmatici indistinti; forme e dimensioni irregolari del nucleo; spesso si osservano

immaturo, frequenti figure mitotiche; ridotto numero di granuli citoplasmatici.

indifferenziato

II intermedio, le cellule sono strettamente ammassate con margini citoplasmatici indistinti;

differenziato il rapporto nucleo/citoplasma è inferiore a quello di grado I; rare figure mitotiche; granuli di dimensioni maggiori che

nei tumori di grado I.

III ben differenziato, margini citoplasmatici chiaramente definiti con nucleo regolare, sferico od ovoidale, rare figure mitotiche; granuli

maturo citoplasmatici larghi, intensamente colorabili ed abbondanti.

Gli animali con mastocitosi o mastocitomi apprezzabili con la palpazione devono essere trettati con antagonisti dei recettori H2. La cimetidina riduce la produzione di acido a livello gastrico attraverso un meccanismo di inibizione competitiva dell’azione dell’istamina sui recettori H2 delle cellule parietali dello stomaco. Di recente si sta usando pure la ranitidina, che richiede somministrazioni meno frequenti.

L’obiettivo della terapia è quello di prevenire le ulcere gastroenteriche associate ad elevati livelli ematici di istamina e trattare quelle gia presenti.