Una giornata a Tiriolo

Come arrivare a Tiriolo

Itinerario guidato su alcune zone archeologiche di Tiriolo

Le architetture rurali

Chi, al mattino, desideroso di trascorrere una giornata singolare, giunge a Tiriolo, si trova dinanzi alla necessità di scegliere tra storia e natura, o meglio, tra un percorso alla scoperta di quanto rimane (e vi garantisco è tanto) a ricordo di molti secoli di storia, ed un percorso alla scoperta della natura tra la più varia ed incontaminata della provincia.

Percorso

antiquarium.JPG (8396 byte)Scegliendo il primo sembra doveroso iniziare la visita dall'Antiquarium Comunale; situato nei locali dell'attuale Municipio, accoglie al suo interno reperti che coprono il periodo dall'800 a.C. all'800 d.C. (manufatti litici, monete, terrecotte, tre elmi italici in bronzo, copia del Senatus Consultum de Bacchanalibus ecc.). Terminata la visita dell'Antiquarium e lasciati i locali del Municipio è facile raggiungere il vecchio campo sportivo ove sono attualmente in corso di esecuzione degli scavi archeologici, che hanno già accertato la presenza di una abitazione risalente al periodo romano-brettio. Da qui, proseguendo lungo Via Cigala, si arriva in Piazza Italia, ma, prima di giungere nella piazza principale del paese si può ammirare la bellissima chiesa di Maria Ss. Scala Coeli e la piazzetta retrostante (Piazza Cigala), di recente restaurata e che è divenuta uno dei luoghi più suggestivi di Tiriolo. Questa chiesa che, secondo alcuni, era sede di una delle prime diocesi della Calabria, prima ancora di Catanzaro e di Nicastro, divenne, nel 1610, cappella privata dei principi Cigala ed è, a detta di molti, uno dei più antichi monumenti sacri della Calabria e di Tiriolo. Giunti in Piazza Italia (Santu Lia), l'attenzione del visitatore sarà di certo attirata dalla Chiesa conventuale Maria SS. Selle Grazie (XVII sec.), che gli viene di fronte, e dal Palazzo Alemanni (XVIII sec.) sulla sinistra. Nella Chiesa di Ss. Maria delle Grazie è possibile ammirare un crocifisso ligneo del XVI secolo di incantevole bellezza, prima custodito nella Chiesa S. Maria Scala Coeli e poi da qui trasferito a causa della precarietà delle sue strutture architettoniche.  

A questo punto non resta che salire verso il centro storico, situato lungo il pendio di una dolce collinetta, dove ogni pietra ha una sua storia e dove nell'intrecciarsi di vie e viuzze è possibile riscoprire odori e suoni di tempi passati.

La visita del centro storico inizia salendo lungo Via De Filippis che porta da Piazza Italia a "Sant' Angelo", dove sta la casa nativa di Vincenzo De Filippis; da qui, percorrendo Via Trieste, si giunge alla Chiesa dello Spirito Santo (nella foto sopra - di Luigi Guzzo) della quale i meno giovani ricordano gli interni e bellissimi palchetti in legno. Proseguendo l'ascesa verso la zona più alta della collinetta, all'imbocco di Via Castello è possibile ammirare, sulla sinistra, Palazzo Schettini (XVI sec.), i cui balconi in ferro battuto (nella foto accanto) fanno degnamente parte del patrimonio artistico tiriolese. Salendo ancora si giunge alla cima della collinetta dove si trovano i ruderi del Castello S. Angelo (XI-XII sec.) eretto durante la dominazione aragonese sui resti di quello normanno. Simbolo del potere feudale, ha subito nei secoli diverse modifiche rispetto al suo impianto originario determinate da eventi sia bellici che naturali (foto sotto).

Terminata la visita ai ruderi di Castel Sant'Angelo la visita al centro storico prosegue verso la Chiesa Madre Maria SS. Della Neve (La storia di Maria Ss. della Neve - Regina e padrona di Tiriolo), altro gioiello dell'architettura ecclesiastica tiriolese, che racchiude, nella sua semplicità, la testimonianza della fede della gente di Tiriolo.

Una volta visitato il centro storico, si scende verso la parte più bassa del paese e, percorrendo Via Indipendenza prima e Via Roma poi, si giunge a Piazza IV Novembre (Santa Nicola). Da qui, camminando sul vecchio 'mpetratu (pavimentazione in pietra presente, fino a qualche anno fa, in tutto il centro storico), è possibile vedere sulla destra il Monte Tiriolo e buona parte della vallata del fiume Amato, da dove Ulisse, accompagnato da Nausica, risalì verso la reggia dei Feaci (questa la tesi dello storico A. Wolf - esaminabile alla pagina Il vero viaggio di Ulisse - che riconosce Tiriolo come centro di grande interesse storico). Da Piazza IV Novembre si può salire sul Monte Tiriolo (foto  di Luigi Guzzo). E' qui che si trovano le testimonianze archeologiche più importanti di Tiriolo: si tratta di grotte naturali, utilizzate dai primi insediamenti dell'età neolitica e di imponenti strutture, ancora in corso di scavo, riferibili a una chiesa altomedievale e alle fortificazioni d'età bizantina, di cui si distinguono le mura e una grande cisterna.

Percorso

Il secondo tipo di percorso, quello naturalistico-ambientale, porta, invece, alla scoperta di luoghi, particolarmente adatti a chi ama l'escursionismo moderato, ove è possibile ammirare delle bellezze naturali varie ed incontaminate. L'escursione inizia con la visita del Monte Tiriolo; per questa escursione si consiglia di seguire un percorso che dall'ex mattatoio comunale - distante circa 300 metri da Piazza IV Novembre in direzione Gimigliano - porta sino alla cima del monte. La presenza di numerose grotte (Grotta du Re Niliu, Grotta della Cozetta, Meandro del Fico), la sua flora (costituita principalmente da eriche, corbezzoli, biancospini tra i quali svettano lecci, faggi, querce, pini e acacie) e la sua fauna (volpi, moscardini, faine e soprattutto uccelli rapaci che trovano nella conformazione roccioso il loro habitat naturale; vi nidificano varie specie di falco, quello pecchiaiolo, quello di pianura e quello pellegrino; vari sono anche stati avvistamenti di aquile reali) lo rendono un sito naturalistico tra i più interessanti della zona.

Seguendo questo secondo percorso ci si deve, poi, spostare sulle valli del fiume Amato prima, e del Corace poi. Anche questi posti sono un ottimo banco di studio didattico faunistico e floristico oltre che interessanti occasioni di studio delle antiche civiltà contadine; si trovano infatti lungo le sponde dell'Amato dei vecchi mulini ad acqua (nella foto accanto), mentre sulle sponde del Corace delle antiche fattorie.

Per raggiungere le sponde del Corace occorre proseguire per Gimigliano e raggiungere il ponte sul  Chiesetta 3.jpg (284555 byte)Corace; pochi metri dopo questo ponte, sulla destra, si trova una stradina asfaltata, che bisogna seguire per circa un chilometro; quando la stradina asfaltata lascia il posto a una stradina a fondo naturale occorre lasciare l'auto e proseguire a piedi su questa strada che porta alla chiesetta semidistrutta della Madonna delle Grazie (foto a destra). 

Cascata.jpg (333545 byte)Prima del ponte, sulla sinistra, ci si deve immettere in una stradina che scende verso il greto del fiume (nella foto sotto un momentoGruppo 1.jpg (400822 byte) dell'escursione fatta con Fabio - maglietta verdina -, Saverio - maglietta nera - ed Ivan - maglia gialla; a sinistra ci sono io - Antonio Paone). Da qui, il visitatore può iniziare la risalita del torrente e, camminando quasi sempre nell'acqua, è possibile ammirare, dopo una serie di restringimenti e anse, uno strettissimo canyon con una grande pozza (detta "vuddru du mpiernu") ed una cascata alta circa cinque metri (nella foto a sinistra). 

 

Se si vogliono raggiungere, invece, le sponde del fiume Amato, si deve proseguire lungo la S.s. n° 19 in direzione San Pietro Apostolo e, dopo circa due chilometri (subito dopo l'hotel-Ristorante "Il Coniglio d'Oro"), immettersi in una stradina sulla sinistra, che porta a valle. Dopo circa tre chilometri si giunge a un pollaio abbandonato e da qui, dopo aver lasciato l'auto, proseguendo a piedi, si giunge sulle sponde del fiume da dove è possibile, scendendo lungo il fiume, raggiungere i vecchi mulini di cui rimangono, purtroppo, solo i ruderi.

Escursioni da Tiriolo a ....

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