Copia in metallo del Senatus Consultum de Baccanalibus

 

 

Testo originale:

Q MARCIUS L F S POSTUMIUS L F COS SENATUM CONSOLUERUNTT N OCTB APUD AEDEM

DUELONAI SC ARF M CLAUDI M F L VALERI P F Q MINUCI C F DE BACANALIBUS QUEI FOEDERATE

ESENT ITA EXDEICENDUM CENSUERE NEIQUIS EORUM SACANAL HABUISE VELET SEI QUES

ESENT QUEI SIBEI DEICERENT NECESUS ESE BACANAL HABERE EEIS UTEI AD PR URBANUM

ROMAN VENIRENT DEQUE EEIS REBUS UBEI EORUM VTR A AUDITA ESENT UTEI SENATUS

NOSTER DECENERET DUM NE MINUS SENATORIBUS CADESENT A RES COSOLETUR BACAS VIR NEQUIS ADIESE VELET CEIVIS ROMANUS NEVE NOMINUS LATINI NEVE SOCIUM

QUISQUAM NISEI PR URBANUM ADIESENT ISQUE DESENATOUS SENTENTIAD DUM NE

MINUS SENATORIBUS CADESENT QUOM EA RES COSOLERETUR IOUSISENT CENSUERE

SACERDOS NEQUIS VIR ESET MAGISTER NEQUE MELIER QUISQUAM ESET NEVE PECUNIAM QUISQUAM EORUM COMOINEMHABUISE VELET NEVE MAGISTRATUR NEVE PRO MAGISTRATUO

NEQUE VIRUM NEQUE MULIEREM QUIQUAM FECISSE VELET

NEVE POST HAC INTER SED CONIOURA SE NEVE COMVOVISE NEVE CONSPONDISB

NEVE COMPROMESISE VELET NEVE QUISQUAM FIDEM INTER SED DEDISE VELET SACRA IN DOVOLTOD NE QUISQUAM FECISSE VELEI NEVE IN POPLICOD NEVE IN PREIVATOD NEVE EXTRAD URBEM SACRA QUISQUAM FECISE VELET NISEI

PR URBANUM ADIESET ISQUE DE SENATUOS SENTENTIAD DUM NE MINUS SENATORIBUS CADESENT QUOM EA RES COSOLERETUR IOUSISET CENSUERE HOMINES PLOUS V OINVORSEI VIREI ATQUE MULIERES SACRA NE QUISQUAM FECISE VELET NEVE INTER IBEI VIREI PLOUS DUOBUS MULIERIBUS PLOUS TRIBUS

ARFUISE VELENT NISEI DE PR URBANI SENATUOSQUE SENTENTIAD UTEI SUPRAD SCRIPUTUM EST HAICE UTEI IN CONVENTIONID EXDEICATIS NE MINUS TRINUM NOUNDINUM SENATUOSQUE SENTENTIAM UTEI SCIENTES ESETIS EORUM SENTENTIA ITA FUIT SEI QUES ESENT QUEI AVORSUM EAD FECISENT QUAM SUPRAD

SCRIPTUM EST ESIS REM CAPUTALEM FACIUNDAM CENSUERE ATQUE UTEI HOCE IN TABOLAM AHENAM INCEDERETIS ITA SENATUS AIQUOM CENSUIT UTEIQUE EAM FIGIER IOUBEATIS UBI FACILUMED GNOSCIER POTISIT ATQUE UTEI EA BACANALIA SEI QUA SUNT EXATRAD QUAM SEI QUID IBEI SACRI EST

ITA UTEI SUPRAD SCRIPTUM EST IN DIEBUS X QUIBUS VOBEIS TABELAI DATAI ERUNT FACIATIS UTEI DISMOTA SIEN IN AGRO TEURANO

 

Traduzione:

Quinto Marzio (figlio di Lucio) e Spurio Postumio (figlio di Lucio) consoli, il 7 ottobre, hanno consultato il Senato nel tempio di Bellona.

Hanno assistito, alla redazione (del senatoconsulto) Marco Claudio (figlio di Marco), Lucio Valerio (figlio di Publio), Quinto Minucio (figlio di Caio).

Hanno ritenuto opportuno di ordinare agli alleati quanto segue riguardo ai baccanali..

Nessuno di loro voglia avere un baccanale. Se vi sono di quelli che dicono che per loro è necessario avere un baccanale, vengano a Roma dal Pretore urbano e, una volta ascoltate le loro parole, decida, intorno a queste cose, il nostro Senato, purché mentre si discute di ciò siano presenti non meno di cento senatori.

Nessun uomo, cittadino romano o latino, né alcun alleato voglia accostarsi alle Baccanti se non andrà dal Pretore urbano il quale delibererà secondo la sentenza del Senato, purché siano presenti non meno di cento senatori, mentre si discute di ciò. (Hanno decretato)

Nessun uomo sia sacerdote. Nessun uomo né donna sia capo dei sacrifici. Né alcuno di loro voglia avere in comune denaro e nessuno voglia nominare uomo o donna magistrato.

Né oltre a ciò, vogliano vincolarsi con giuramento, voto, promessa o obblighi né vogliano promettersi aiuto reciproco.

Nessuno voglia celebrare riti sacri in segreto; nessuno voglia celebrare riti sacri in pubblico o in privato, né fuori la città se non andrà dal Pretore urbano il quale delibererà secondo la sentenza del Senato, purché mentre si discute di ciò siano presenti cento senatori. (Hanno decretato)

Nessuno voglia celebrare riti sacri ai quali assistano più di cinque persone, due maschi e tre femmine, se non dietro deliberazioni del Pretore urbano e del Senato, come é stato scritto sopra.

Il Senato, ha ritenuto opportuno che annunziate queste cose in assemblea nel termine di ventiquattro giorni, che siate a conoscenza della sua deliberazione: se vi saranno di quelli che agiranno in modo contrario a quanto è stato scritto sopra, è stata decretata per loro la pena di morte, che incidiate ciò su una tavola di bronzo da far affiggere dove possa essere facilmente conosciuta e che così come è stato scritto, nel termine di dieci giorni, da quando vi avrà consegnata la lettera, siano distrutti nell'agro Teurano i Baccanali, se ve ne è alcuno, eccetto il caso in cui vi sia qualcosa di sacro.

(Tradotta dal Prof. Puccio Giuseppe il 9 novembre 1969 a cura del comune di Tiriolo)

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