HOME


 

MOSTRA DEI SANNITI

el museo che abbiamo visitato a Roma erano esposti in vetrine oggetti e ornamenti che appartenevano alla vita dei Sanniti, ma anche alla loro morte in quanto nell’antichità venivano deposti anche nelle tombe, ed è proprio da questi elementi che si riesce a capire a quale ceto sociale appartenessero i defunti. Sono stati ritrovati infatti nel Lazio dei tumuli, cioè cumuli di terra che ricoprivano più tombe, appartenenti al IX secolo a.C., la maggior parte dei quali privi delle salme dei defunti in quanto i Sanniti preferivano essere inumati e non cremati a differenza di Romani ed Etruschi. Nei ritrovamenti in Campania sono stati rinvenuti vasi fatti con una ceramica detta acroma (priva di colore) databile nel VII secolo a.C., mentre in epoca più tarda vasi con decorazioni a puntino tra le quali le più diffuse rappresentano il sole. Al museo era esposta poi una statua a grandezza naturale di Numa Pompilio, il secondo re di Roma. In altre vetrine erano deposti gli oggetti trovati nelle tombe dei Sanniti tra le quali quella di una bambina al cui interno sono stati rinvenuti un diadema, una fascia per capelli in argento, numerose spille, sandali in ferro, riccioli ornamentali dei vestiti e uno scettro in vetro, probabilmente un giocattolo della bambina o il simbolo della casata della sua famiglia, tutti elementi che ci permettono di comprendere l’elevata classe sociale alla quale apparteneva. Più avanti erano deposti in altre vetrine oggetti che accompagnavano la salma di una donna di bassa statura (come tutti i Sanniti) che doveva appartenere ad un ceto medio dati i vasi in terracotta di piccole dimensioni ritrovati nella sua tomba. Un’altra tomba esposta è quella ritrovata a Pozzilli nella quale era deposto lo scheletro di un uomo invece più alto e di una classe sociale più elevata dati i numerosi vasi in bucchero (materiale di colore nero molto diffuso nel Sannio proveniente dall’Etruria e la cui composizione chimica è ancora sconosciuta agli studiosi del nostro tempo) disposti in ordine crescente di importanza, le spade e i cinturoni. Andando più avanti abbiamo trovato esposto il corredo di un soldato costituito da pesanti corazze, cinturoni in ferro rivestiti internamente in pelle con diverse chiusure che variavano a seconda delle persone che li indossavano, elmi con paragnatidi (per riparare le mascelle) e altri elmi con occhi finti riprodotti con la massima aderenza alla realtà forse per disorientare il nemico, tutti elementi che stanno a dimostrare l’importanza che i Sanniti attribuivano alla guerra. Un’altra tomba presente alla mostra è quella alla quale gli studiosi hanno attribuito il nome di Tomba del domatore di cavalli, data la posizione dell’uomo seppellito che riporta braccia e gambe divaricate, morto probabilmente nell’atto di domare un cavallo, nella quale sono stati ritrovati dei vasi raffiguranti l’uomo durante azioni svolte in vita. Nel museo c’è poi la ricostruzione a grandezza naturale della facciata del tempio di Pietrabbondante ed una mappa che lo riproduce in miniatura con tre porte che ci fanno capire che era riservato a tre differenti divinità; esso era inoltre affiancato da un teatro, struttura molto diffusa tra i Sanniti ma introdotta dai Greci, al cui interno c’erano tre poltrone anatomiche riservate ad uomini di grande importanza, probabilmente a politici. Il tempio era il luogo in cui i Sanniti pregavano le divinità affinchè favorissero il raccolto oppure quello in cui ringraziavano gli dei per la guerra vinta. Esso era di solito situato nei pressi del teatro, e precisamente ad una distanza di 55 m., in modo che prima degli spettacoli i Sanniti potessero recarvisi per pregare. Alla mostra abbiamo anche potuto ammirare delle statuette rappresentanti dei bambini che le madri fasciavano per ringraziare le divinità del parto andato bene. Altre statuette raffigurano Ercole, un eroe greco molto apprezzato dai Sanniti. Per finire abbiamo anche avuto la possibilità di analizzare una fotocopia della Tabula Agnonensis, una tavola in bronzo del II secolo a.C. sulla quale sono menzionate le diciassette divinità venerate dai Sanniti tutte riportate scrivendo da destra verso sinistra.

Grazie alla mostra visitata che ci mette a conoscenza della vita condotta dai Sanniti, noi abbiamo compreso anche e soprattutto la nostra storia, il nostro passato, le nostre origini. Non a caso molte delle usanze e delle tradizioni dei Sanniti sono giunte fino a noi: le ritroviamo infatti anche ai nostri tempi.

Di Ciurcio Marica