Vita:
q
Lucano
nasce a Cordova il 3 novembre del 39 d.C.
q
Nel 40 si
trasferisce con la famiglia a Roma, dove avviene la sua formazione.
q
Ha come
maestro lo stoico Anneo Cornuto, alla cui suola conosce Persio, col quale
stringe amicizia.
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Entra
nella corte di Nerone.
q
Per
concessione del principe, ricopre la
questura prima dell’età minima prevista, ed entra a far parte del collegio
degli auguri.
q
Ai
Neronia del 60 Lucano recita delle Laudes del principe, composte per
l’occasione.
q
Pubblica
i primi tre libri del Bellum Civile.
q
Subentra
una brusca rottura con Nerone.
q
Caduto in
disgrazia presso il principe, e allontanato dalla corte, Lucano aderisce alla
congiura di Pisone.
q
Scoperto
il complotto riceve l’ordine di darsi la morte.
q
Si toglie
la vita il 30 aprile del 65, a meno di 26 anni.
Fonti:
q
Tre
biografie antiche di Lucano , composte da:
q
Svetonio;
q
Tacito;
q
Persio.
La prima produzione di Lucano:
q
dai
titoli delle opere perdute sembra inoltre di poter cogliere una totale adesione
ai gusti e alle direttive neroniane.
q
La
Pharsalia non era fin dall’inizio in contrasto marcato con le tendenze
culturali di Nerone
q
Il modo
con cui lucano ha scelto di trattare il proprio argomento ( la guerra civile
tra Cesare e Pompeo) i risolve in un ‘esaltazione dell’antica libertà repubblicana,
e in un’esplicita condanna del regime imperiale.
Riassunto della Pharsalia:
I libro: dopo l’esposizione dell’argomento del poema,
e un lungo elogio di Nerone, Lucano passa ad esporre le cause della guerra.
Segue la narrazione del passaggio del Rubicone da parte di Cesare, e del
terrore che si diffonde a Roma alla notizia del suo avvicinamento. Una serie di
presagi annunzia la catastrofe incombente.
II libro: lamenti dei Romani che ricordano il
precedente conflitto civile tra Mario e Silla
giungono alla consapevolezza che quello tra Cesare e Pompeo sarà ben più
terribile. Dibattito notturno tra Bruto e Catone: è giusto astenersi da un
conflitto che comunque si risolverà con il dominio assoluto del vincitore, o è
invece consigliabile schierarsi dalla parte di Pompeo nella speranza di
condizionarlo? Catone persuade Bruto a scegliere la seconda alternativa. Sotto
la pressione delle legioni di Cesare, Pompeo fugge dall’Italia.
III libro: Appare in sogno a Pompeo l’ombra di
Giulia, figlia di Cesare e sua prima moglie, per minacciargli terribili
sciagure. Cesare entra in Roma e si impadronisce del tesoro pubblico. Pompeo
raduna gli alleati, soprattutto orientali, dei quali Lucano fornisce un lungo
elenco, alla maniera del catalogo delle navi dell’Iliade. Il teatro della
guerra
IV libro: Azioni di Cesare in Spagna. Eroismo
di un pompeiano, Vulteio, che a capo di
una esigua coorte sostiene l’attacco di
molti nemici. Morte in Africa di Curione, un giovane partigiano di Cesare,
sconfitto dalle truppe numidiche.
V libro:
il senato, esule da Roma, si riunisce in Epiro. Un pompeiano, Appio, si
reca a consultare l’oracolo di Delfi, ma il responso resta ambiguo. Dopo aver
domanto un tentativo di ribellione, Cesare fa passare le proprie legioni in
Epiro; irritato per gli indugi di antonimo, che tarda a seguirlo con la
restante parte dell’esercito, cerca di raggiungerlo passando di nuovo per il
mare in incognito, cu una barchetta; ma una furiosa tempesta lo respinge a
terra. Pompeo mette al sicuro la moglie Cornelia nell’isola di Lesbo: dolore
dei due sposi per la forzata separazione.
VI libro: Pompeo viene rinchiuso ed
assediato a Durazzo con il suo
esercito. Gesta eroiche del cesariano Sceva. Gli eserciti di Pompeo e Cesare
raggiungono la Tessaglia , che sarà teatro dello scontro definitivo. Sesto, uno
dei figli di Pompeo, si reca a consultare la maga Erittone,; episodio di
negromanzia: grazie alle sue arti magiche, Erittone richiama in vita un soldato
caduto in battaglia, il quale rivela a Sesto Pompeo la rovina che incombe su di
lui, sulla sua famiglia, e su tutto l’ordinamento politico di Roma.
VII libro: Pompeo rivede in sogno i trionfi del
suo passato. Si tiene il consiglio di guerra, dove Pompeo cerca di sconsigliare
il combattimento, ma è sopraffatto dalla volontà dei suoi partigiani, tra cui
Cicerone. Preparativi della battaglia di Farsalo: Cesare e Pompeo arringano i
soldati. Svolgimento della battaglia, e vittoria di Cesare; eroica morte del
pompeiano Domizio Enobarbo, antenato di Nerone, Pompeo fugge. Cesare rifiuta
gli onori funebri ai caduti. Durante la notte funeste visioni turbano il suo
sonno.
VIII libro:
Ripresa con sé Cornelia, Pompeo suggerisce ai suoi di proseguire la
lotta con l’aiuto dei Parti, ma la proposta viene respinta dopo un energico
discorso di Lentulo. Fa dunque rotta verso l’Egitto, dove spera di trovare un rifugio.
Ma il re Tolomeo, dietro consiglio dei suoi cortigiani, lo fa uccidere al suo
arrivo. Il corpo decapitato di Pompeo è abbandonato sul litorale: un certo Cordo gli da umile sepoltura.
IX libro: Dopo la morte di Pompeo, Catone
assume il comando dei resti dell’esercito repubblicano, e attraversa il deserto
libico affrontando i pericoli di ogni sorta, tra cui tempeste di sabbia e
serpenti; rifiuta di consultare l’oracolo di Ammone: la conoscenza del futuro
non può modificare le scelte del saggio. Cesare, dopo aver visitato le rovine
della Triade, arriva in Egitto, dove gli viene offerta la testa di Pompeo ;
finge un cavalleresco sdegno per la proditoria uccisione del rivale.
X libro:
Ad Alessandria, Cesare visita la tomba di Alessandro Magno, quasi un suo
“maestro” di tirannide. Fastoso banchetto alla presenza di Cleopatra e lunga
discussione sulle sorgenti del Nilo col sacerdote egiziano Acoro. Gli
Alessandrini tentano una sollevazione contro Cesare: a questo punto il poema si
interrompe bruscamente.
Critiche degli antichi.
La critica antica ha ripetutamente
mosso al poema di Lucano una serie di censure: l’uso e l’abuso delle sententiae
concettistiche, la rinuncia agli interventi delle divinità, un ordine della
narrazione quasi cronistico o annalistico.
q
La
fedeltà scrupolosa alla fonte storica viene sacrificata alle deformazioni della
verità per fini ideologici, soprattutto per quel che riguarda Pompeo, Cesare e
i rispettivi sostenitori.
q
L’altreazione
riguarda il modo di presentare o di colorire alcuni degli avvenimenti
tramandati dalle fonti.
q
Altre
volte essa si spinge fino al punto di inserire episodi estranei alla realtà dei
fatti, come la scena di negromanzia nel libro VI o l’interevento di Cicerone a
Farsalo nel libro VII.
q
All’interno
della Pharsalia l’elogio di Nerone suona come una nota stridente.
q
nello stesso progetto del poema era insita la
contraddizione fra la visione radicalmente pessimistica dell’ultimo secolo di
storia romana, che Lucano viene maturando, e le aspettative suscitate dal nuovo
principe.
q
nel
seguito del poema il pessimismo di Lucano s fa molto più radicale.
q
Un vero e
proprio antimito di Roma , il mito del suo tracollo, della inarrestabile
decadenza, che si contrappone a quello virgiliano dell’ascesa della Città da
umilissime origini.
q Come l’Eneide, La Pharsalia si articola
intorno a una serie di profezie, che rivelano non le future glorie di Roma, ma
la rovina che l’attende.
q La più importante è costituita senza
dubbio dalla negromanzia del libro VI.
q Introducendo il mondo dell’oltretomba,
Lucano mostra l’evidente volontà di creare un pezzo che possa da pendant alla
catabasi ( discesa agli inferi) di Enea.
q La collocazione dell’episodio
costituisce un probabile indizio della posizione di centralità che Lucano intendeva accordargli
nell’architettura del poema e, quindi, della progettata estensione della
Pharsalia su un arco di dodici libri, al pari del poema virgiliana.
La Pharsalia non ha come l’Eneide, un personaggio principale. Le vicende si svolgono attorno alle figure di tre personaggi principali : Cesare, Pompeo , e , nell’ultima parte, Catone.
q Cesare assurge a incarnazione del furor
che un’entità ostile, la Fortuna, scatena contro l’antica potenza di Roma.
q In fondo rappresenta il trionfo di
quelle forze irrazionali che nell’Eneide venivano domate e sconfitte
q E’ tratto tipico della rappresentazione
di un tiranno.
q Nel Pharsalia , Lucano spoglia Cesare
del suo attributo principale – la clemenza verso i vinti – a costo di
stravolgere la verità storica.
Pompeo
q
Alla frenetica
energia di Cesare, si contrappone, fin dall’inizio del poema, una relativa
passività da parte di Pompeo.
q Ne confronti di Pompeo, l’intento di
lucano è quello di farne una sorta di Enea cui il destino si mostra avverso
invece che favorevole: in questo senso egli diviene una figura tragica, l’unica
che, nello svolgimento del poema, subisca un’evoluzione psicologica.
q Alla progressiva perdita di
autorevolezza in campo politico fa riscontro, in Pompeo, un ripiegamento verso
i figli e soprattutto verso la moglie.
q Lucano insiste nel mostrare
l’attaccamento di Pompeo verso i figli e soprattutto verso la moglie.
q Alla fine, Pompeo va incontro ad una
sorta di purificazione : diviene consapevole della malvagità dei fati,
comprende che la morte in nome di una causa giusta costituisce l’unica via di
riscatto morale.
q Questa consapevolezza, che per Pompeo è
frutto di una lunga e dolorosa conquista, costituisce per Catone un solido
possesso fin dalla sua prima apparizione nel poema.
q Lo sfondo filosofico della Pharsalia è
indubbiamente di tipo stoico: ma nel personaggio di Catone si consuma la crisi
dello stoicismo di stampo tradizionale, che garantiva il dominio della ragione
nel cosmo, e, quindi, la provvidenza divina della storia.
q Diviene impossibile per Catone,
l’adesione volontà del destino ( o degli dei) che lo stoicismo pretendeva dal
saggio.
q Matura così la convinzione che il
criterio della giustizia è ormai da ricercarsi altrove che ne nel volere del
cielo: esso d’ora in poi risiede esclusivamente nella coscienza del saggio.
q Come non si sottomette più alla volontà
del destino, così il saggio non può nemmeno mantenere la propria tradizionale imperturbabilità di fronte al suo
realizzarsi: Catone si impegna nella guerra civile, con piena consapevolezza
della sconfitta alla quale va incontro, e della conseguente necessità di darsi
la morte, l’unico modo che gli resta per continuare ad affermare il diritto e
la libertà.
q Molti dei pompeiani e dei cesariani
sono presentati come guerrieri valorosi anche se sfortunati.
q Spicca la figura di Domizio Enobarbo,
che lucano caratterizza come un eroe, in contrasto con la realtà storica a noi
nota.
q L’esercito di Cesare è , al contrario,
costituito per lo più da soldati legati al loro capo da una sudditanza
psicologica e dalla avidità di prede.
q Tra i cesariani spicca Sceva.
q Tra i personaggi femminili si distingue
Cornelia, la moglie di Pompeo, la quale incarna il ritratto dell’assoluta
fedeltà e devozione al marito, con cui condivide fino in fondo le avversità
della sorte.
q Più che tentare una rifondazione del
linguaggio epico, egli cerca un rimedio di compenso nell’ardore ideologico con
cui denuncia la crisi.
q La presenza di un’ideologia
politico-moralistica si riduce a retorica.
q Ma la retorica che anima questo
linguaggio non è segno di vana artificiosità ornamentale, bensì è il gesto di
uno stile che, paradossalmente, per ritrovare la sua autenticità, per essere
sicuro di non tradire con le parole il messaggio di un’ideologia disperata, non
può affidarsi ad un’espressione semplice e diretta, ma di necessità parla
rincorrendo gli schematismi enfatici del discorso retorico. Spetta così alla
retorica, ai suoi costrutti laboriosi e complicati, di compensare la perdita di
credibilità in cui sono cadute le forme semplici del linguaggio epico.