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GIOVANNI PASCOLI

 

 

 

Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855.

Non era che un giovinetto quando il 10 agosto 1867 suo padre, amministratore di una tenuta agricola, fu ucciso con un colpo di fucile mentre tornava, sul calesse, a casa da una fiera.

Questo terribile evento lasciò un’ombra indelebile nel cuore del futuro poeta, che eternò la tragedia familiare in famose poesie come "Il 10 agosto" e "La cavalla storna".

Giovanni si ritrovò a dover pensare lui al mantenimento della famiglia.

Egli passò gan parte della sua infanzia nel collegio dei Cappuccini ad Urbino, luogo spesso presente, per le immagini, nelle sue poesie.

Il poeta continuò i suoi studi per poi iscriversi, nel 1873 alla facoltà di lettere all’Università di Bologna.

Lì ebbe maestri Giosuè Carducci, Francesco Acri e Giovanni Battista Gandino, i quali, con il loro alto magistero, contribuirono in maniera determinante alla formazione del poeta.

Superato un periodo difficile durante il quale fu sfiorato dall’idea di uccidersi, Pascoli si laureò nel 1882 e ottenne la cattedra di lettere classiche nel liceo di Matera dove fu trasferito in seguito, a Massa e a Livorno.

Nel 1891, il poeta pubblicò la sua prima raccolta di versi : Myricae.

Nel 1895 fu nominato professore di grammatica latina e greca all’università di Bologna.Nel 1897 si trasferì a Messina dove con i primi risparmi comprò una casa a Castelvecchio vicino Braga, nella quale passava i suoi periodi di vacanza con l’amata sorella Maria.

In seguito chiese il trasferimento all’università di Pisa.

Nel 1905 fu chiamato a sostituire Carducci alla cattedra di Bologna dove insegnò sette anni per poi spegnersi immaturamente.

Nel 1912 fu sepolto a Castelvecchio, ormai divenuto un sacrario.

Il poeta fissaintensamente tutto ciò che lo circonda, oggetti, fatti e tutto quello che sorge dal fondo del suo essere.

Ecco perché il soggetto di molte delle sue poesiesono paesaggi.

Il Pascoli per ricreare queste immagini con la sua fantasia, le ha come modernizzate, assimilandole a se e facendone originali creazioni poetiche.