Luigi Pirandello
LA VITA
Luigi Pirandello nasce in un paese tra Girgenti (nel 1927 rinominata AGRIGENTO) e Porto Empedocle, il 28 giugno 1867.
Studia a PALERMO, ROMA, prima di trasferirsi a BONN dove si laurea nel 1891.
Tornato a Roma, viene introdotto da Capuana negli ambienti letterari e giornalistici della capitale, dove si stabilisce definitivamente con Maria Antonietta Portulano. La nascita di 3 figli e la malattia mentale della moglie lo costringono ad un lavoro frenetico per far fronte alle esigenze economiche.
Nel 1934 riceve l’onore del PREMIO NOBEL.
Muore di polmonite a Roma, il 10 dicembre 1936.
IL SUPERAMENTO DEL NATURALISMO
Pirandello inizia a dedicarsi al romanzo quando ancora sono attivi gli autori veristi, e apparentemente le sue prime opere sembrano inserirsi in questo filone.
Ben presto è chiaro che dall’interno è in atto uno SVUOTAMENTO delle FORME NARRATIVE tipiche del Verismo, attraverso la:
I TEMI
L’ESORDIO
L’esordio pirandelliano è duplice:
Le novelle, oltre 250 nelle "Novelle per un anno", sono un genere letterario molto frequentato da Pirandello. In esse si passa dai moduli veristici, allo psicologismo amaro, nelle prime raccolte, all’umorismo lucido e disincantato e alla presenza dell’inconscio.
L’APPRODO AL ROMANZO
L’approdo al romanzo è merito di Luigi Capuana, che lo invoglia a scrivere "Marta Ajala". Il nuovo titolo novecentesco di questo romanzo, "L’Esclusa", evidenzia i difficili rapporti della protagonista con il marito, il padre, tutta la società del piccolo paese in cui vive.
L’ottica apparentemente verista con cui è raccontata la vicenda non deve illudere circa il carattere dell’opera. Infatti, la vicenda è dovuta sì al nesso causa-effetto (verista), ma scaturisce da un fatto inesistente, il tradimento, che tuttavia produce conseguenze reali.
Il secondo romanzo è "Il turno" (192). Il titolo allude all’attesa cui è costretto il protagonista di poter sposare la donna amata, che il padre vuol far maritare, per l’interesse, con un ultrasettantenne.
Il Verismo risulta rovesciato: i temi tragici dell’amore e dell’onore, della "roba" e del tradimento vengono SFATATI, mentre il narratore contempla con sguardo da "umorista" i progetti falliti del protagonista.
Si vuole sottolineare quanto il caso domini sulle vicende umane.
LA LINGUA PIRANDELLIANA
Il dibattito sulla lingua è costantemente presente nell’opera di Pirandello. L’alternanza fra dialetto e lingua letteraria testimonia la volontà di non rinunciare a ciò che è vivo nei vari dialetti, ma nello stesso tempo, l’esigenza di ottenere un pubblico più vasto che quello dialettofono.
" IL FU MATTIA PASCAL"
Il romanzo fu scritto nei primi anni del ‘900, in uno dei periodi più tormentati della vita di Pirandello, e fu pubblicato a puntate sulla "Nuova Antologia".
Trama
Il romanzo narra la vicenda di un uomo che, da una situazione familiare insostenibile, approfitta di un’inattesa vincita a Montecarlo e del ritrovamento di un suicida erroneamente identificato come Mattia Pascal stesso, per liberarsi dal peso insopportabile della precedente vita, vuota e deludente. A Roma, egli diviene ADRIANO MEIS, cambia perfino i connotati, ma si accorge ben presto dell’impossibilità di esistere al di fuori di ogni norma e legge.
Deciso, quindi, a ritornare a Mirano, il paese natale, inscena un nuovo finto suicidio: ma, presentandosi alla moglie e ai compaesani, scopre di essere ormai totalmente emarginato e alienato. Per sopravvivere deve adattarsi a essere unicamente IL FU MATTIA PASCAL ed a vivere un’esistenza di ripiego, non essendo più quello che era stato prima, ma nemmeno quello che avrebbe voluto diventare.
Il fallimento della sua esperienza rappresenta la tragica scoperta che, malgrado l’esigenza di un’autenticità umana che lo renda libero, l’uomo non può fare a meno della società che lo cataloga secondo le sue forme convenzionali ed inumane. In un mondo alienato l’autenticità è impossibile e non si può vivere al di fuori delle convenzioni imposte dalla società.
Suddivisione
I 18 capitoli possono essere divisi in 3 blocchi narrativi:
Con questo romanzo Pirandello chiude definitivamente i conti con NATURALISMO e VERISMO. Infatti, egli utilizza gli schemi e le tecniche tipici dei maestri veristi con un’IRONIA tagliente, che ne ribalta la valenza: risulta chiaramente l’IMPOSSIBILITÀ di analizzare e riprodurre la realtà in maniera oggettiva: il protagonista viene disintegrato. Infatti, Mattia Pascal, "l’uomo senz’ombra", narra la propria vita da un punto successivo alla sua perdita di identità: non più persona, ma "personaggio", egli scopre l’impossibilità della libertà assoluta e il fallimento inevitabile della sua "rivolta" contro la società. Cade, quindi, la RAZIONALITÀ ARISTOTELICA e il PRINCIPIO DI IDENTITÀ.
La dimensione cronologica
La novità principale del romanzo risiede nella RIVOLUZIONE STRUTTURALE operata attraverso lo smontaggio della DIMENSIONE CRONOLOGICA, che porta a un circuito fra il tempo "oggettivo" della storia e quello "soggettivo" del personaggio, per il quale:
Prevale, invece, nel romanzo un TEMPO CIRCOLARE, per cui la vicenda torna infine all’inizio, sottolineando l’identità vuota di Pascal e Meis.
Stile
Dal punto di vista stilistico, il romanzo risponde alla poetica dell’"UMORISMO", in quanto, rifiuta la mediazione del narratore esterno e onnisciente, sostituito da un narratore DUBBIOSO e AUTOIRONICO.
Ne segue una narrazione coinvolgente, in cui il dialogo è costante e interessante.
La struttura che ne risulta è a più piani intrecciati, dove si combinano il "viaggio in avanti" della peregrinazione, della fuga e dell’evasione con quello a "ritroso" della ricerca di sé.
N.B.
BIBLIOTECA: un’immagine del mondo.
"IO E L’OMBRA MIA"
Questo brano, tratto dal XV capitolo, completa la DISSOLUZIONE del PROTAGONISTA: accortosi dell’impossibilità di vivere in pienezza sotto falso nome, Mattia decide di "uccidere" Adriano, la propria ombra. Ma ciò gli ricorda la sua ineluttabile emarginazione:
Personaggi:
ANSELMO PALEARI: buffo filosofo
TERENZIO PAPIANO: losco regista
ARIANA PALEARI: di cui è innamorato Mattia
CAPORALE: amante sfruttata da Papiano
SPAGNOLI
"L’UMORISMO"
Il saggio fu scritto per un concorso a professore universitario.
Vi si possono distinguere due parti:
Più ACCADEMICA Più PERSONALE
che analizza il concetto di che tende a giustificare e
UMORISMO nei secoli. chiarire la poetica pirandelliana.
Il saggio rompe nettamente con la tradizione e propone un radicale ANTICLASSICISMO: un’arte SCOMPOSTA e DISARMONICA che fa stridere i CONTRASTI anziché sanarli.
Lo scrittore "umorista" che Pirandello presenta disgrega la realtà, sovrapponendogliene una opposta che nega la prima: il mondo rappresentato si rivela in tutta la sua assurdità e incongruenza.
MASCHERE NUDE
Pirandello inizia a scrivere per il teatro e a pubblicare sin dagli anni ’90. Nel 1918, raccoglie tutti i suoi testi teatrali, presso l’editore Treves, sotto il titolo di MASCHERE NUDE. Il significato del titolo è chiarito dallo stesso Pirandello nell’"Avvertenza" aggiunta al "Fu Mattia Pascal" nel 1924: egli vuole togliere al personaggio la maschera sotto la quale egli solitamente tenta di nasconderlo, per presentare al lettore la "nuda verità", l’essenza vitale dell’uomo, spesso fuori dalla norma e inserito in vicende portate al limite del paradosso.
Tecnicamente Pirandello si rifà dapprima al teatro ottocentesco per poi scardinarlo dall’interno: i personaggi si trasformano.
"COSÌ È SE VI PARE"
Derivata da una novella del 1915, "La signora Frola e il signor Ponza, suo genero", fu trasformata in commedia teatrale in 3 atti nel 1917.
La novella è tutta incentrata sulla tesi che la verità è in conoscibile, che ognuno ha la sua verità che non combacia con quella degli altri. Questa tesi è semplificata in una vicenda che è tutta calata in un pettegolo mondo di provincia: rappresentatrice di quell’ambiente caro a tanto verismo ottocentesco, ma Pirandello mira a svuotare dall’interno quei moduli di rappresentazione e a mettere in crisi le certezze oggettive.
Trama
In una cittadina di provincia si consuma il dramma di due personaggi che si accusano reciprocamente di pazzia: il signor Ponza considera sua seconda moglie una donna che la signora Frola afferma essere sua figlia e prima moglie dell’uomo. L’inchiesta è promossa dalle massime autorità locali con maligna curiosità, finché il dramma sembra potersi sciogliere con l’apparizione di una donna velata che dichiara però di essere sia figlia della signora Frola, sia la seconda moglie del signor Ponza, e di non possedere nessuna identità autonoma.
MASCHERE: dal latino persona
NUDE: assenza di travestimento
PARADOSSO
l’uomo appare come realmente è perché è nudo,
ma in realtà una maschera.
Caduta del PRINCIPIO DI OGGETTIVITÀ. La tesi di fondo è che la verità non è conoscibile e che ognuno si costruisce la propria verità.
La crisi della ragione è accompagnata dal recupero della PIETÀ e dell’AFFETTO. Infatti, l’impossibilità di conoscere la verità non approda al compiaciuto e arido scetticismo, bensì alla pietà che è duplice:
Pietà dell’ARTISTA per questi uomini Pietà reciproca fra gli UOMINI
che si illudono di possedere la verità. (Frola e Ponza fingono per la felicità altrui).
Unica via d’uscita: riconoscere con un atto d’amore l’esistenza e il dolore altrui.
Il tema della FOLLIA è tipico della letteratura del ‘900 e di Pirandello. La follia ha un valore diverso rispetto al passato: condizione di DIVERSITÀ che consente di vedere le cose in un altro modo. La follia non è più male perché, se il mondo appare assurdo e
privo di senso, anche gli uomini sono assurdi, e la pazzia è forse un’alternativa, quella più sana, alla malattia del mondo.
PREFETTO: autorità, simbolo della tranquillità e sicurezza della vita cittadina, ma non è più in grado.
"SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE"
Questa commedia teatrale fa parte di una trilogia composta da "Ciascuno a suo modo" e "Questa sera si recita a soggetto".
La vicenda inizia mentre si sta provando un testo pirandelliano "Il giuoco delle parti": 6 personaggi entrano nel teatro per chiedere che venga rappresentata la loro vicenda, che un autore non ha voluto portare a termine.
Il PADRE rievoca gli antefatti, fino al suo incontro con la FIGLIASTRA in una casa d’appuntamenti; il FIGLIO sta in disparte con atteggiamento sprezzante, la MADRE impedisce che avvenga l’incesto e rievoca la tragica morte della BAMBINA e del RAGAZZO. A questo punto, gli attori cercano di mettere in scena la vicenda, ma sono sentiti come "falsi" dai personaggi, che non si ritrovano in loro: sono questi ultimi allora a rivivere il dramma, fino al suo tragico epilogo.
3 piani concentrici:
Tema principale:
L’INCOMUNICABILITÀ che esplode quando gli attori, pregati da sei personaggi cercano di rappresentare quella vicenda, ma i personaggi si sentono traditi da quel tentativo di OGGETTIVAZIONE: la loro realtà esistenziale è un’altra.
Innovazione tecnica:
LA RIFORMA DEL TEATRO PIRANDELLIANA
La situazione teatrale prima di Pirandello.
Le novità del teatro pirandelliano.
Dimensione europea.