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 Ugo Foscolo

I Sepolcri

 

L’occasione del carme, fu, come noto, l’editto napoleonico di St. Cloud del 1804 di cui il Foscolo aveva discusso con l’amico Pindemonte, che attendeva allora ad un suo poemetto “I Cimiteri” . In seguito a queste sollecitazioni il Foscolo compose “I Sepolcri”.

 

Struttura:

·              La struttura di questa composizione è piuttosto complessa, manca di coerenza. Infati Foscolo passa da un argomento all’altro senza esplicitare i nessi logici.

·              Linguaggio molto lirico di difficile comprensione.

·              Difficoltà comprensiva.

·              L’abate Buillon in un suo intervento criticava l’oscurità dei sepolcri.

·              Nella lettera al Buillon, Foscolo conferma l’oscurità della composizione, dicendo di aver mirato a colpire i sentimenti del lettore.

·              Per fare ciò ha imitato l’ode pindarica (à volo di Pindaro) e di aver attuato il “ trapasso sulle intermedie idee” cioè il collegamento tra le parti strutturali.

·              Foscolo affida al lettore il compito del collegamento tra le parti. Blocchi collegati con forme retoriche in chiave.

·              L’ordine logico va ricercato.

·              Stlde : à presenza di enjambements, inversioni , con valore fortemente connotativo.

 

vv. 1-90

Le tombe in negativo e in positivo, come vincolo d’affetti familiari e amicali.

 

E’ purtroppo evidente l’inutilità delle tombe, per chi ascolti la voce della ragione – dal momento in cui il mondo è materia e la morte è totale disfacimento, annullamento anche dell’anima: ma perché il mortale dovrà rinnegare la persuasione del cuore, la feconda consolatrice “illusione” del sepolcro, che ingenera tra i morti e i vivi una “celeste corrispondenza d’amorosi sensi? Deprecabile l’editto di St.Cloud che distrugge la pia religione del sepolcro: cosicché le ossa del Parini giacciono forse nella fossa comune accanto alla testa insanguinata di un ladro.

 

vv. 1-23 : Ma perché…….? è formula retorica di passaggio

               Rappresenta chiara visione meccanicista, perché afferma inutilità della tomba a causa della visione meccanicista dell’autore.

 

Vv 23-50 : è  apparente superamento della posizione meccanicista in nome delle illusioni, la prima affermazione viene confutata. La critica ha osservato che anche nella parte negativa sono presenti le illusioni.

 

v. 23: è superamento del meccanicismo in nome della corrispondenza di amorosi sensi, che fa si che i parenti del morto si comportino con lui come se fosse vivo, creando l’illusione  che egli sia ancora in vita.

Si innalza quindi il senso della tombaà sepolcro

è appare il tema della naturaà nel sepolcro c’è anche la natura. La corrispondenza degli amorosi sensi è anche corrispondenza tra natura/morto.

è concetto della natura romantico à attrazione, unione io / mondo.

La natura si rapporta al morto come il vivo si rapporta al morto. Nella tomba di chi non lascia rapporti cresceranno solo erbe ed ortiche.

 

v.51 : pur nova legge… à nesso logico, introduce al III parte.

 

VV.51-90 : ( influenza preromantica). Si parla del Parini e della sua sepoltura in una fossa comune e si descrive il Parini sepolto insieme ai briganti. Ricorrono immagini tipiche della natura preromantica, come l’upupa, la cagna famelica, e , molto importate, il dolore della musa che vede il poeta in una fossa comune à a causa dell’editto di St. Cloud.

 I sepolcri no servono. MA si può vivere attraverso i sepolcri è se il sepolcro è tanto importante tuttavia Parini , figura tanto importante, non ha un sepolcro.

 

VV. 90-150

Le sepolture nei tempi: loro culto come inizio della civiltà ( Vico: da religione, matrimoni e funerali “incominciò l’umanità”) .

 

Il culto pietoso dei morti, insieme con l’istituzione della famiglia , della giustizia e della religione, segnò la fine della ferina barbarie e l’inizio della civiltà. Non sempre i riti funerari furono consuetudine superstiziosa e orrida nel medioevo; nell’antichità classica “ le fontane versando acque lustrali/ amaranti educavano e viole / su la funebre zolla…” ; anche oggi i sereni giardini dei cimiteri suburbani inglesi sono cari alle britanne vergini che lì si recano a pregare per il ritorno di Nelson..  Inutili ( “ inutil pompa…”)  sono invece le tombe dove domini solo , come accade nel Regno Italico, la viltà dei costumi  e dei cuori,  e dove gli stemmi siano l’ unica laude . Per sé il poeta spera solo un “riposato albergo” da cui gli amici traggano l’esempio di caldi sentimenti e di una poesia libera.

 

90-135 : si parla della storia dei Sepolcri:

1_ sepolcro classico contrapposto a quello medievale.

2_ sepolcro moderno inglese.

 

Dalla storia dei sepolcri si vuol ricavare l’importanza del sepolcro , che non ha solo valore affettivo, ma anche valore religioso, valore civile, valore politico, valore sociale. Si ripetono tutti i valori.

Nei sepolcri inglesi si prega Nelson ( valore civile)

Donne che pregano la madre ( affettivo)

 

Concezione vichiana della storia.

 

vv. 151-212

Funzione politica e civile delle tombe, sacrario delgi ideali di tutto un popolo. Santa Croce e Maratona.

 

Agli spiriti magnanimi “ l’urne de’ forti” , ispirano azioni generose. Quando il poeta visitò Santa Croce, sacrario dei grandi della patria ( Machiavelli, Michelangelo, Galilei) disse “beata” Firenze, non solo per la dolcezza ei suoi colli, delle sue valli delle sue auree “ piene di vita” , non solo per i Natali concessi a Dante e la lingua a Tetrarca, ma soprattutto perchè sembrava “in un tempio accolte” le glorie ormai tramontate d’Italia. Da luoghi come questi gli italiani trarranno ispirazioni ad agire, e a queste tombe venne spesso l’Alfieri, combattuto tra speranza e angoscia per le sorti della patria. Infatti “da quella / religiosa paca un nume parla”; il nume della patria quello stesso che alimentò contro i Persianoi invasori l’eroismo dei Greci a Maratona, dove Atene consacrò poi le tombe dei suoi eroi. E la visione e il suono di quella battaglia, il bagliore delle ignee prie e il canto delle Parche, si rinnovarono ogni notte agli occhi del navigante “che veleggiò quel mare sotto l’Eubea”.

 

 

Vv 212-225

La tomba  ( la morte) dispensiera di giustizia e di gloria.

 

Felice il pindemonte, che forse nel corso dei suoi viaggi udì dai lidi dell’Ellesponto l’eco delgi antichi fatti, e la marea mugghiare, trasportando sul sepolcro di Aiace le armi di Achille, ingiustamente sottrategli da Ulisse “ a’ generosi / giusta di glorie dispensiera è morte”   

 

vv. 226 / 295.

Perennità ideale dei sepolcri attraverso la poesia.

 

Il poeta spera che lui, che peregrina esule per altri luoghi, le muse “custodi de’ sepolcri” concedano di “evocar gli eroi”, perché solo le Muse “custodi de’ sepolcri” concedano di “evocar gli eroi”,perché solo le muse, la cui armonia “vince di mille secoli i silenzio”, possono eternare le glorie di un popolo, anche quando il tempio abbia distrutto fin le ultime vestigia dei monumenti funebri. A Troia, sacre erano le tombe dei grandi della patria. Presso queste tombe Cassandra cantò il suo “amoroso lamento”: e, come ella predisse, un giorno “cieco un mendico” si aggirò tra i sepolcri, che gli narrarono le glorie e le rovine di Troia. Così , ad opera del “sacro vate”, durerà in eterno la fama dei guerrieri greci, ma anche quella del vinto Ettore, “finche il sole / risplenderà su le sciagure umane”.