TITOLO: Canne al vento (1913)
AUTORE: Grazia Deledda
Nacque a Nuoro nel 1871 da una famiglia
benestante. Frequentò le scuole elementari poi si abbandonò a
varie letture (Scott, Svevo, Hugo, Bairon). Compose anche poesie
ma poi si concentrò sulla prosa. Importante fu linflusso
della narrativa verista e della prosa dannunziana lussureggiante.
Dallestero, sentì linfluenza del Realismo e
Naturalismo francese (Zola, Maupassant, Flaubert) e del romanzo
russo di Tolstoij e Dostoeskij. Lasciò la prima volta Nuoro nel
1899, prima per Cagliari poi per Roma, dove sposò un funzionario
statale. Nel 1926 ricevette il Premio Nobel (lultimo
italiano era stato di Carducci). Morì nel 1936.
·
GENERE NARRATIVO: romanzo
·
TIPOLOGIA DEL RACCONTO: testo narrativo verista
·
SINTESI DELLA FABULA:
Efix, il servo
di casa Pintor, dato laffetto per la giovane Lia, un tempo
la aiutò a fuggire ma scoperto dal padre, uccise
questultimo. Da allora Efix aveva sempre le 3 donne della
famiglia rimaste sole. Dopo 20 anni, larrivo dalla città
di Giacinto è motivo di grande gioia per il servo, che sperava
di avere la prova di non aver sbagliato ad aiutare la madre ad
andarsene. Il ragazzo è annunciato come un giovane per bene,
gran lavoratore e ricco; in realtà era venuto qui dopo aver
tentato una truffa. Dopo poco il suo arrivo, inizia a condurre
una vita non timorosa di Dio: ogni speranza sul suo conto lascia
posto ad inquietudini.
Giacinto si
innamora di Grixenda e inizia ad indebitarsi con Kallina,
lusuraia, firmando una falsa cambiale. Le zie lo
allontanano, ritenendo che egli cercasse di farsi amico il loro
nemico, Don Pietro, per far loro dispetto.
Efix gli
suggerisce di estinguere il debito e cercarsi un lavoro a Nuoro:
Giacinto di nuovo va da Kallina e di nuovo perde i soldi al
gioco, così fugge ad Oliena.
Efix lo
raggiunge e lì gli confessa di aver ucciso lui suo nonno.
Soltanto ad
Ottobre, dopo 2 mesi, le donne riescono a pagare Kallina,
vendendo il Poderetto a Don Pietro, cui però ciò non basta ma
vuole in moglie Noemi. Quando lei rifiuta (a causa della sua
passione per Giacinto), Efix, che vedeva in quel matrimonio la
soluzione di tutti i problemi, decide di andarsene.
Dopo aver
vissuto per molto tempo in strada con altri poveri e ladri, fa
ritorno a casa: Grixenda e Giacinto si erano fidanzati e la
stessa cosa fece poi Noemi con Don Pietro, per dimenticare
Giacinto. Lultimo dolore per Efix fu morire il giorno del
matrimonio.
·
AZIONE NARRATIVA:
La trama è
ampiamente articolata.
Grande abilità
consiste nellaver collocato lantefatto in un lontano
passato che riemerge gradualmente.
ESORDIO:
arriva una
lettera che annuncia larrivo di don Giacinto e segue
larrivo di lui;
PERIPEZIE:
Ø
Egli è amato e benvoluto da tutti in paese;
Ø
Inizia ad essere allontanato dalle zie che ritengono cerchi di
farsi amici i loro nemici;
Ø
Flash back: Giacinto dice ad Efix del suo tentativo di
furto e di come, privo di risorse, era dovuto venire qui;
Ø
Efix viene a sapere della falsa cambiale firmata da Giacinto a
Kallina;
Ø
Il ragazzo sperpera ancora i soldi dellusuraia che gli
sarebbero serviti per cercare un lavoro a Nuoro;
Ø
Giacinto scappa ad Oliena;
Ø
Le donne Pintor ricevono lavviso per la restituzione dei
soldi e vengono a conoscenza dellinganno di Giacinto;
SPANNUNG:
flash
back: Efix confessa al ragazzo di aver ucciso lui Don Zame
quando quello aveva scoperto la verità sulla fuga di Lia
PERIPEZIE:
Ø
Donna Noemi rifiuta la proposta di matrimonio;
Ø
Efix, ritenendosi il tarlo della famiglia, incontrando vari
compagni di viaggio;
Ø
Efix ritorna, inventando una storia su ciò che nel frattempo
aveva fatto;
CONCLUSIONE:
Ø
EFIX si ammala, Grixenda e Giacinto si fidanzano, Noemi e don
Pietro si sposano;
Ø
Efix muore.
Lordine cronologico è seguito nella
narrazione degli eventi eccetto in2 occasioni, quando giacinto
racconta il perché della sua venuta e quando Efix dice la
verità sulla morte di don Zame.
La storia è ambientata nella seconda metà
dell800.
Il ritmo è abbastanza regolare in tutto il
romanzo, tranne per il periodo in cui Efix se ne va: siccome non
è specificato quanto tempo egli stia via non si può precisare
la durata degli eventi.
Esso è preciso ed ogni spostamento dei
personaggi è specificato. I luoghi principali sono 3: il podere,
che è per Efix una tranquilla solitudine; il villaggio, in cui
la vita collettiva si esplica nelle necessità dogni giorno
e nelle preoccupazioni economiche; i mitici luoghi del
continente, dove andò Lia e da cui venne il figlio.
La Deledda è ormai aderente alla realtà,
che, costringendo luomo ad affrontare gli ostacoli, lo fa
migliorare. I fatti mai hanno un valore simbolico, ma sono fini a
sé, poiché assumono un significato dato loro dalla vita stessa
(come lesperienza di Efix).
Nelle descrizioni paesistiche usa un
linguaggio lirico, lautore qui si sostituisce al
personaggio: la natura è uno spettacolo sacro di cui luomo
non può appropriarsi (fruscio del vento tra le canne, immagine
della luna immobile sulla campagna
).
Man mano che sincontrano, la Deledda
ne dà una descrizione fisica o ne evidenzia i tratti
caratteristici. Procedendo nella lettura sono poi le vicende ad
evidenziare i loro caratteri, il modo di comportarsi,
Giacinto***è il figlio di Lia. Alto,
pallido, capelli dorati,
è un ragazzo debole ed
influenzabile, ma in fondo buono e sognatore: alla fine mostra
dessere un vero uomo, accettando il duro lavoro e il
matrimonio;
Efix***scarno come un adolescente,
lineamenti che esprimono unangoscia infantile. Ogni volta
che sallontana dal poderetto lascia là la sua parte
migliore. Persona schietta che dice ciò che sente. Sente agire
dentro di sé una forza sovrannaturale che lo guida nel bene. Non
coglie il significato delle sue azioni: intuirà la sua vita
senza capirla;
Le sorelle***sono evitate dai
parenti. Sanno sbrigare solo le faccende di casa e non conoscono
nemmeno il loro poderetto;
Noemi***è la sorella più giovane
(35 anni), bei capelli, occhi freddi. Pur essendo innamorata di
Giacinto, alla fine è costretta sposare don Pietro, anche se lo
fa con rabbia ed invidia;
Don Pietro***ricco e superbo (48
anni). Da sempre evitato dalle donno Pintor, che lo ritenevano
loro nemico, alla fine acquista il loro poderetto.Innamorato di
donna Noemi, alla fine la sposa.
Lo stile è paratattico per asindeto, molto
semplice ma deffetto. Il registro è quello popolare; i
colloqui sono spicci; i termini dialettali sono frequenti (la
stessa Deledda ne dà la traduzione in nota).
Lautore non si estranea del tutto
dalla narrazione, né si immedesima completamente, ma riesce a
cogliere lo sviluppo di ogni sentimento. Usa il discorso diretto
e quello libero.
Sono messi in disparte i sentimenti
delleconomicità e la lotta tra opposti egoismi utilitari,
che sono tipici della narrativa verista. Lattenzione resta
però aderente alla realtà contemporanea, concentrandosi sulla
crisi della famiglia e delle norme etiche della vita privata.
Tutto ciò è evidenziato maggiormente su uno sfondo quale è la
Sardegna, dove forti sono i tabù degli avi (regionalismo). Per
questo la passione da cui i personaggi sono mossi non li rende,
poi, orgogliosi di sé, come le creature dannunziane. In questo
dimostra linfluenza, nella sua formazione culturale, di
Verga, del realismo e naturalismo francese (Maupassant, Zola,
Flaubert) e del romanzo russo (Tolstoij e Dostoevskij).
Con il sorgere dei primi moti anarchici,
conseguenza del turbamento sociale, e con la crescita del
movimento socialista, emergono movimenti contadini ed operai, poi
sanguinosamente repressi. Anche gli intellettuali sono costretti
a prendere una posizione: cè uno spostamento di interessi
dal terreno storico a quello psicologico-individuale.La narrativa
deleddiana, per questo motivo, ha per oggetto la crisi
dellesistenza. Storicamente tale crisi risulta dalla crisi
dellunità culturale e dalla mancanza di fiducia nel
progresso scientifico. La scrittrice è pienamente del clima
decadente. La crisi delle coscienze mette in luce il vero valore,
il sacrificio di sé, che rende lio il
protagonista assoluto.