RELAZIONE SU: Gioventù senza Dio
DI Riva Chiara
TITOLO: Gioventù senza Dio
EDIZIONI: Garzanti Scuola
N° PAGINE: 224
GENERE LETTERARIO: romanzo biografico
NOTE
SULL’AUTORE:
Horváth,
Ödön von (Fiume 1901 - Parigi 1938), drammaturgo e romanziere austriaco. Figlio
di un diplomatico della piccola nobiltà ungherese, studiò germanistica e teatro
a Monaco. Nel 1933 si trasferì a Vienna, quindi nel 1938 a Parigi dove pochi
mesi dopo morì in un incidente. Nei suoi drammi di critica sociale, Horváth
cercò di dare nuovo impulso alla commedia popolare viennese della tradizione di
Johann Nestroy, costruendo opere dense di atmosfera con dialoghi chiari e
stringenti. Si ricordano, tra le più importanti, Storie del bosco viennese (1931), Fede, speranza, carità (1936) e La
sconosciuta della Senna (prima rappresentazione nel 1949). La critica
sociale è presente anche nella sua narrativa, che tratta temi quali la
ristrettezza di vedute e la morale doppia della piccola borghesia o, come nel
caso di Gioventù senza Dio (1938) e di Un figlio del nostro tempo (1938),
dei mali della dittatura.
PERSONAGGI:
IO NARRANTE: E’ un professore di storia e geografia che insegna in un
ginnasio cittadino, e ci racconta dal suo punto di vista la storia. Questo
personaggio, durante il Romanzo subisce una trasformazione: infatti, riesce a
sconfiggere la vigliaccheria di quel tempo, rivelando la verità. Non fornisce
molte descrizioni di se, come d’altronde degli altri personaggi, a parte un
accenno all’età: “era il mio trentaquattresimo compleanno…”
N: E’ la vittima del romanzo, ma allo stesso tempo la
persona che vorrebbe vedere morto il professore per la sua affermazione:
“…Anche i negri sono esseri umani…”
L’autore non ce ne fornisce alcuna descrizione fisica e
morale, ma leggendo tra le righe possiamo capire che doveva essere un ragazzo
viziato, un po’ sbruffoncello e sicuro di essere nel giusto.
T: E’ l’assassino, colui che compie il delitto. È un ragazzo di
buona famiglia, con una madre attrice che “…a volte non ha tempo neanche per il
signorino…”. A differenza degli altri personaggi l’autore ce lo descrive sia
dal punto di vista fisico che morale: “..aveva due occhi chiari e tondi, da
pesce…T è spaventosamente avido di sapere, vorrebbe sapere sempre tutto
esattamente, conoscere come stanno le cose, un volta a detto che gli sarebbe
piaciuto veder morire un uomo…”
Z: È il presunto assassino che si dichiara tale per
proteggere una ragazza, Eva, di cui è innamorato, perché ritiene che sia lei
l’assassina. Odia profondamente N perché ritiene che sia stato lui a leggere il
diario. Solo quando scoprirà che Eva non lo ha mai amato, rivedrà la sua
confessione e si rifiuterà di proteggerla.
L’autore non ci fornisce alcuna descrizione, ma ci fa
sapere che è orfano di padre, e non ha un buon rapporto con la madre.
B: È il fondatore di un club che si riunisce per leggere e
discutere libri vietati dal regime. Durante il campeggio era in tenda con T e
perciò sospetta della sua colpevolezza. Insieme al io narrante cercherà un
piano per smascherare l’assassino.
EVA: insieme al diario è la causa principale del delitto. È
una ragazza povera, senza valori ne casa. Finge di amare Z, solo per poter far
furti all’accampamento, dopo la confessione di Z e dell’io narrante diventa la
principale indiziata per omicidio.
GENITORI DI N: Sono i primi che accusano il professore a causa di quella
frase. Reputano l’io narrante colpevole della morte del figlio. L’autore
accenna solo la professione del padre chiamandolo Mastro Fornaio.
MADRE DI Z: Non crede alla colpevolezza del figlio, e pensa
giustamente che lui voglia solamente proteggere Eva.
MADRE DI T: Cerca fino all’ultimo di tenere nascosta la colpevolezza
del proprio figlio, ma quando lo trova morto decide di arrendersi .
AMBIENTAZIONE:
Il romanzo è ambientato in Germania durante gli anni 30, quando Hitler è ormai salito al potere, e costringe tutta la società Tedesca a una mentalità militare.
In questo semplice libro Horvat affronta un tema molto importante: il
coraggio delle proprie azioni e di conseguenza anche la vigliaccheria e la
codardaggine della razza umana che non sa ammettere le proprie colpe e
assumersi le proprie responsabilità.
Durante la Germania degli anni trenta, un professore viene
messo al bando dai suoi studenti, perché ha affermato che i negri sono degli
esseri umani.
Nonostante ciò mantiene il ruolo d’insegnante fin quando
durante un campeggio militare uno dei suoi alunni, N, viene assassinato, tutto
questo perché Z lo ritiene il lettore del suo diario segreto.
Tutti gli indizi sembrano accusare proprio il ragazzo, ma
la strabiliante confessione del maestro capovolgerà la situazione.
Z infatti non voleva che si leggesse il suo diario perché
raccontava dell’incontro con Eva una ragazza selvaggia che viveva nel bosco
circostante, e di cui era innamorato. A leggere il diario non era stato N, ma
bensì il maestro che alcune notti prima aveva visto Z scambiare una lettera con
qualcuno.
Anche N aveva però scoperto il segreto della ragazza e
aveva seguito il compagno nella foresta. Lì Z sentendosi scoperto aveva
iniziato, sopra una rupe, una rissa con N, quest’ultimo però essendo più forte
lo aveva fatto cadere giù dalla roccia.
Allora Eva afferrando una pietra aveva rincorso N, senza
però ucciderlo. Infatti uno sconosciuto dagli “occhi tondi e chiari, da pesce”
era intervenuto atterrando la ragazza, e allontanando N dal luogo, per poi
ucciderlo alle spalle. Questo Sconosciuto era T, che messo alle strette dal
professore si suiciderà, lasciando un biglietto nel quale confesserà tutto,
mentre la ragazza verrà rimessa in libertà.
Il romanzo si conclude con la partenza del professore,
che nel frattempo aveva perso il lavoro a causa della confessione, per l’Africa
ad insegnare ai “suoi negri”.
COMMENTO:
Questo libro di facile e semplice lettura mi è molto
piaciuto, perché nella sua schiettezza racconta un bellissimo giallo
adolescienziale.