Filippo Galgani 3 B
Umberto Eco
Il nome della rosa
LETTURA STRUTTURALE
1 COORDINATE SPAZIALI TEMPORALI
All'inizio del racconto troviamo una delle descrizioni più significative: quella dell'abbazia. Essa si trovava sopra un monte ed era circondata da una cinta di mura, l'unico varco era un portale da cui partiva un viale, alla sua sinistra si estendeva una vasta zona di orti e il giardino botanico, intorno ai balnea, all'ospedale e all'erboristeria. Sul fondo si ergeva l'Edificio, di forma quadrangolare con quattro torrioni eptagonali. Al centro si trovava la Chiesa alla cui destra si estendevano alcune costruzioni che le stavano a ridosso: la casa dell'abate, il dormitorio e la casa dei pellegrini. Sul lato destro, al di là di una vasta spianata c'erano una serie di quartieri colonici, stalle, mulini, frantoi, granai e cantine. L'intero complesso era orientato secondo precisi dettami architettonici.
Un ambiente interno descritto con precisione è lo scriptorium: questo occupava l'intero secondo piano dell'Edificio. Le volte, sostenute da robusti pilastri, racchiudevano uno spazio soffuso di bellissima luce che entrava da tre enormi finestre per ogni lato maggiore, venticinque minori e otto alte e strette che si aprivano sul pozzo interno. L'abbondanza di finestre faceva sì che ci fosse una luce continua e diffusa che attraverso vetrate non colorate manteneva la sua purezza. I posti più luminosi erano riservati agli antiquari, ai rubricatori e ai copisti. In tutto c'erano quaranta tavoli, ognuno con tutto l'occorrente per miniare e copiare: corni da inchiostro, penne fini, pietra pomice, regoli per tracciare linee e un leggio.
Un'altra descrizione importante è quella che riguarda lo scenario che appare ad Adso quando questi torna sul luogo dove sorgeva l'abbazia: delle grandi e magnifiche costruzioni che adornavano quel luogo erano rimaste sparse rovine. L'edera aveva ricoperto i brandelli di muro e le colonne; erbe selvatiche invadevano il terreno. Del portale della Chiesa erano rimaste solo poche vestigia corrose di muffa, il timpano era rotto a metà. L'Edificio sembrava stare ancora in piedi, ma al suo interno ogni cosa era distrutta, il tetto era aperto da grandi squarci. Tutto ciò che non era verde di muschio era ancora nero dal fumo di tanti anni prima.
2 PERSONAGGI
Adso da Melk, di origini tedesche, è la voce narrante della storia. Durante gli avvenimenti è ancora un giovane ma li racconta quando ha ormai raggiunto un'età avanzata. Egli è un novizio benedettino ed è stato affidato a Guglielmo per avere un maestro che lo istruisca. È molto giovane e per questo ancora ingenuo e inesperto, ma allo stesso tempo voglioso di apprendere dal suo maestro che ammira profondamente e di cui si fida, tanto da farne il suo confessore. Nei sette giorni della vicenda egli matura molto e cresce sia dal punto di vista spirituale che intellettuale, chiarendosi le idee su molti dei fenomeni del tempo, fra cui le eresie e la corruzione della Chiesa. Ma la sua ingenuità lo porta a un momento di debolezza in cui cade nel peccato carnale con una ragazza, questo episodio lo tormenta a lungo e anche da anziano lo ricorda molto bene continuando a esserne sconvolto. Adso rappresenta l'inesperienza e attraverso le sue domande dà indicazioni ai lettori meno colti.
Jorge da Burgos, come già Guglielmo, è descritto con precisione nel testo; è il più vecchio dei monaci eccetto Alinardo, è cieco ma si muove e parla come se avesse il bene della vista. Il peso degli anni lo ha reso curvo e gli ha reso bianchi i capelli e il viso; tuttavia la sua voce è ancora maestosa. Spesso appare improvvisamente, come se vedesse bene; passa molto tempo nello scriptorium dispensando consigli ai monaci, i quali lo stimano molto e sovente si rivolgono a lui. Col passare degli anni ha acquisito influenza ed importanza nell'abbazia, fu lui a far eleggere Abbone come abate e Malachia come bibliotecario manovrandoli per quaranta anni. Jorge disprezza il riso e gli esseri umani che ridono perché' essi si prendono beffe della divinità e si allontanano dalla realtà. Per questo s'impone di tenere segreto il II libro della poetica di Aristotele che giustifica e apprezza il riso; egli causa molti dei delitti che sconvolgono l'abbazia, cospargendo le pagine di quel testo con un potente veleno. Di questo personaggio appare un giudizio estremamente negativo in quanto rappresenta una religiosità irrazionale e dogmatica.
Abbone è abate dell'ordine benedettino; si occupa di guidare sia spiritualmente sia materialmente la vita all'interno dell'abbazia ed è lui a concedere la possibilità di consultare i libri della biblioteca. Ma a volte non riesce a tenere in pugno la situazione tanto che chiede aiuto a Guglielmo per scoprire il motivo delle morti misteriose; per tanti anni segue la volontà di Jorge e quando tenta di ribellarsi viene ucciso da questo che lo rinchiude in un passaggio segreto. Abbone possiede una cultura molto ampia e prova piacere a darne sfoggio come risulta chiaro quando parla delle pietre preziose; apprezza le ricchezze materiali e aspira all'ammirazione di tutti verso la "sua" abbazia, è inoltre una persona conservatrice che non ama le novità. Abbone è simbolo dell'amore per i beni materiali.
Bernardo Gui è un frate domenicano impegnato come inquisitore. Ha circa sessanta anni, è esile ma diritto e ha due occhi grigi e freddi che colpiscono Adso. È una persona intelligente e acuta, ma non ricerca la vera giustizia bensì vuol trovare dei colpevoli per rafforzare la potenza della sua carica.
Malachia da Hildesheim è bibliotecario dell'abbazia, l'unico che ha accesso in queste stanze e conosce i vari passaggi segreti. È alto e magro, con membra grandi e sgraziate, ha occhi intensi e volto pallido e avvolto nelle vesti nere col cappuccio alzato incute inquietudine. Sembra melanconico, severo e pensoso ma in realtà è molto semplice; successivamente Adso capisce che è manovrato da Jorge, il quale involontariamente causa la sua morte.
Salvatore è un monaco ma assomiglia più a un vagabondo per la sua tonaca sporca e lacera. Ha la testa rasata e sopracciglia dense e incolte, gli occhi sono rotondi con piccole pupille e la bocca ampia e sgraziata contiene denti neri e aguzzi. È di origini semplici e ha un passato doloroso e irregolare, avendo girovagato per tutta l'Italia fino a unirsi alle bande di fra Dolcino. È quindi un uomo ignorante e rozzo senza un compito all'interno dell'abbazia, procura ragazze al cellario e per questo viene catturato da Bernardo Gui.
Remigio è il cellario dell'abbazia, cioè colui che si occupa dell'amministrazione e dell'approvvigionamento. È un uomo pingue e di aspetto volgare ma gioviale, canuto e piccolo ma ancora robusto e veloce. La sua religiosità non è molto forte, infatti aveva aderito a un movimento eretico e commette peccati di lussuria, per questo è processato e condannato da Gui.
Severino da Sant'Emmerano è il padre erborista, che si occupa dei balnea, dell'ospedale e degli orti. Ha raccolto molte erbe e piante medicinali e fornisce a Malachia sostanze che provocano visioni, la sua cultura nel campo dell’erboristeria è molto ampia. Cerca sempre di aiutare Guglielmo e infatti è l'unico che trovato il libro non lo apre immediatamente ma avverte i protagonisti.
Nicola da Morimondo è il maestro vetraio dell'abbazia e si occupa delle fucine, è molto utile a Guglielmo nel ricostruirgli le sue lenti, è una persona affidabile e infatti viene nominato cellario dopo la cattura di Remigio.
Alinardo da Grottaferrata è il più vecchio dei monaci. Trascorre gran parte delle sue giornate tra le piante e in Chiesa e viene considerato da tutti uno sciocco pazzo, ma in verità conserva un’ottima memoria ed è utile a Guglielmo per il ritrovamento del passaggio che porta alla biblioteca.
Ubertino da Casale era un frate francescano spirituale che si era trovato in contrasto col Papa riguardo a questioni sulla povertà del clero e per questo e stato accolto dai benedettini. All'arrivo della delegazione papale è costretto a fuggire. È un vecchio dal volto liscio, la testa senza capelli, grandi occhi celesti, pelle candida e bocca sottile tanto da sembrare un fanciulla avvizzita.
Bencio da Upsala è un giovane monaco scandinavo, studia retorica, in lui si agitano fremiti d'indipendenza e accetta con faticai vincoli riguardanti la biblioteca. Inizialmente aiuta Guglielmo nell'indagine rivelandogli la relazione tra Berengario e Adelmo ma successivamente, venendogli offerto il posto di aiuto bibliotecario, ha un atteggiamento di chiusura nei confronti del francescano.
Berengario da Arundel è l'aiuto bibliotecario, è giovane, dal volto pallido e dal corpo bianco e molle. Soffre di convulsioni e spesso la notte fa bagni tiepidi. Successivamente Guglielmo scopre che ha commesso un peccato carnale con Adelmo e ha usato la possibilità di accedere alla biblioteca per procurarsi merce di scambi, ciò gli costa la vita quando decide di leggere lui stesso il misterioso libro.
Venanzio da Selvemec è un traduttore dal greco e dall'arabo, che apprezza molto Aristotele. Viene trovato ucciso la mattina del secondo giorno in un orcio pieno di sangue suino.
Fa eccezione Adso che si pone in un atteggiamento diverso, egli è infatti disponibile a imparare e a mettere in discussione le proprie idee; grazie a questo matura molto col passare dei giorni ricevendo insegnamenti e esaminando meglio argomenti religiosi (ad esempio le eresie), in generale impara a non fermarsi alle impressioni esteriori.
EVENTO COMPLICANTE: Accadono molti fatti strani nell'abbazia e vengono uccisi Venanzio, Berengario, Severino e Malachia.
SVILUPPO DELL'AZIONE: Guglielmo interroga molti monaci e penetra in biblioteca riuscendo ad intuire quasi per intero la verità. Intanto vengono arrestati e condannati Salvatore e Remigio e ha luogo l'incontro tra le due delegazioni che termina con esito negativo.
CONCLUSIONE: I due protagonisti riescono ad entrare nel Finis Africae e qui trovano Jorge e il libro misterioso. Finalmente si riesce a ricostruire la verità e a trovare il colpevole ma Jorge tenta di nascondere il libro e riesce a distruggerlo scatenando un incendio che presto si estende a tutta l'abbazia. Dopo vani tentativi di spegnere le fiamme tutti abbandonano il monastero che arde per tre giorni e tre notti.
LETTURA SOCIOLOGICA
1 IL TEMA O I TEMI