Uno,
nessuno e centomila.
Moscarda si
credeva perfetto e si guardava allo specchio. La moglie disse che aveva il naso
che gli pendeva verso destra. Moscarda si arrabbiò molto, non con la moglie ma
perchè si era sempre ritenuto senza difetti.
Così si accorse
anche di avere le sopracciglia come due accenti circonflessi e le orecchie
attaccate male, una più sporgente dell'altra; e altri difetti.
M. pensò che
tutti si erano accorti come sua moglie dei suoi difetti, e per questo iniziò a
domandare a tutti i suoi amici se gli osservavano le parti difettose del suo
viso. Un suo amico dopo aver guardato attentamente M. disse che non notava che
il naso pendeva verso destra e lo derise.
M. credette che
si era messo a ridere perchè se n'era accorto da molto tempo, e come lui chissà
quanti altri si erano accorti dei suoi difetti.
M. si fissò che
non era quella persona perfetta che credeva di essere.
Per vendicarsi dise
all'amico che aveva una fossetta che divideva in due parti disuguali il suo
viso ma l'amico non ci credette. M. lo fece entrare dal barbiere per dimostrare
di avere ragione e il suo amico disse che era solo una piccolezza. Ma non la
pensava veramente così perchè si fermò più volte a guardare sulle vetrine delle
botteghe vicine.
Consapevole che
ciascuno di noi si immagina diversamente di come lo vedono gli altri, Moscarda
fa il tentativo di osservare l'immagine di lui stesso allo specchio come se il
corpo riflesso non appartenesse a lui.
Iniziò a
guardarsi e si stupì che lui era così. Non si era mai conosciuto veramente. I
suoi capelli potevano essere biondi, bianchi o neri, non sarebbe cambiato nulla
lo stesso. Sentiva antipatia per quell'immagine che era apparsa allo specchio.
Quell'immagine non era nulla, niente per Moscarda! Tutti avrebbero potuto
prendere quel corpo lì, per vedere Mocarda in un modo o in un altro secondo
l'umore di ogni persona.