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I TERREMOTI

 

Le zolle della crosta terrestre sono in un lentissimo e continuo movimento; talmente lento da essere impercettibile.

A volte però, lo spostamento è improvviso infatti è chiamato sisma o terremoto.

I terremoti avvengono dove si trovano faglie o dove avvengono spostamenti di zolle.

All’interno delle rocce si accumula pressione, la quale infine viene sprigionata da un sisma. Il punto dove si scarica la pressione è detto ipocentro che può verificarsi a diversa profondità dal suolo.

I sismologi hanno classificato i terremoti a secondo della distanza del loro ipocentro: superficiali (0-70 km), intermedi (70-300 km) e profondi (300-720 km).

L’85% dei sismi fino ad ora registrati sulla Terra si sono verificati a media profondità, il 12% a bassa profondità e il resto ad alta.

Le onde sismiche

L’energia dei terremoti si sprigiona sotto forma di onde sismiche che possono propagarsi anche ad una velocità di 8,2 km/s. Queste si dividono in onde P (longitudinali), onde S (di taglia trasversale) e onde superficiali (di Love e di Rayleigh). Le onde P si propagano per compressioni e rarefazioni alternate del materiale, cosicché il movimento degli infiniti piani in cui si può scomporre idealmente il corpo roccioso avviene avanti e indietro nella direzione di propagazione dell’onda. Le onde S si verificano dall’alto verso il basso perpendicolarmente alla direzione di propagazione. Le onde superficiali sono invece provocate dall’azione che le onde P e S esercitano sulla crosta terrestre.

La classificazione delle onde sismiche

L’intensità delle onde era classificata, fino a qualche decennio fa, con la scala Mercalli che si basava sui danni provocati dal terremoto sugli edifici. Per tenere conto delle diverse modalità costruttive sono state elaborate diverse altre scale Mercalli; in Europa occidentale era abbastanza usata la scala MCS, mentre in quella orientale la scala MKS.

Oggi la scala più usata per verificare l’intensità dei terremoti è la scala Richter, che misura la magnitudo dei sismi, cioè l’energia meccanica che si sprigiona all’ipocentro.

I terremoti spesso, se si verificano in zone costiere o addirittura sul fondo dei mari, possono precedere o provocare maremoti caratterizzati da onde altissime, dette tsunami. Queste arrivano spesso ad una velocità di 600 km/h provocando anche ingentissimi danni alle città costiere.